Nelle ultime settimane si sta assistendo all'arresto di un numero sempre maggiore di cittadini palestinesi residenti in Arabia Saudita. A riferirlo Saeed bin Nasser al-Ghamedi, professore universitario saudita residente all'estero.
"Un gran numero di palestinesi che vivono in Arabia Saudita sono stati arrestati. I loro conti bancari sono stati bloccati e le loro attività confiscate. A molti di loro è stato vietato di lasciare l'Arabia Saudita ", ha scritto al-Ghamedi sul suo account Twitter.
Secondo al-Ghamedi, l'ondata di arresti ha colpito anche i cittadini sauditi che sono stati in contatto con questi palestinesi o che lavorano nelle società palestinesi. Gli arrestati sono accusati di sostenere la resistenza palestinese, la causa di al-Quds (Gerusalemme), Gaza e Hamas.
I media arabi avevano in precedenza riferito dell'arresto di 50 persone da parte del servizio di sicurezza saudita all'inizio di marzo per cosiddetti motivi di "sicurezza". Tra gli arrestati figuravano sei palestinesi e tre giordani.
Gli arresti avvengono mentre il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha recentemente dichiarato di aver ricevuto "molti messaggi di congratulazioni" dagli stati arabi dopo la sua vittoria alle elezioni parlamentari della scorsa settimana.
La mossa del regime saudita sembra legata al prossimo annuncio del cosiddetto "patto del secolo", il progetto americano sul conflitto israelo-palestinese preparato dal governo di Donald Trump con l'obiettivo di affossare la causa del popolo palestinese e la sua lotta per la conquista dei propri diritti.
Secondo il quotidiano americano The Washington Post la presentazione del piano americano dovrebbe avvenire entro la primavera. Altre fonti parlano di presentazione del piano dopo il mese di Ramadan (giugno). L'iniziativa statunitense gode della complicità di diversi paesi arabi, in primis l'Arabia Saudita.
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