Il periodo compresso tra il 6 e il 12 gennaio ha visto l’incursione nei cortili della moschea da parte di 338 coloni, tra cui 65 studenti che la polizia israeliana ha fatto entrare da Bab al-Maghariba (Porta dei Magrebini) consentendogli di muoversi liberamente in tutti i cortili. Alle incursioni hanno preso parte anche 53 militari israeliani tra i quali membri dei servizi segreti dello Shabak.
Stando a quanto riferito dall’inviata di Quds Press, il periodo già ricordato ha visto inoltre l’allontanamento da parte delle forze d’occupazione di ‘Izz al-Din Abu Sabih, diciottenne figlio del martire Misbah Abu Sabih, dalla moschea di al-Aqsa per due mesi.
La polizia ha continuato a vessare i fedeli all’ingresso e all’uscita della moschea, così come trattenuto i documenti di ragazzi e donne, specie di chi vi si era recatoal mattino.
È stato reso noto che la polizia israeliana ha permesso ai coloni di prendere d’assalto la moschea di al-Aqsa in due occasioni. La prima, iniziata alle sette del mattino e terminata alle 10:30, la seconda dopo la preghiera di mezzogiorno, dalle 12:30 fino alle 13:30.
Le incursioni hanno preso il via da Bab al-Maghariba, porta che è sotto il pieno controllo israeliano sin dall’occupazione di Gerusalemme del 1967. I coloni sono così usciti da Bab al-Silsila (Porta della Catena) compiendo i loro rituali, danzando e inneggiando a canti offensivi verso i musulmani.
La polizia israeliana ha fatto in modo che i coloni si aggirassero nei cortili della moschea grazie alla presenza di agenti ed elementi delle forze speciali.
Infopal