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IRAQ. Kamikaze ad un matrimonio di Tikrit: la strategia Isis fuori da Mosul

12:49 - March 10, 2017
Notizie ID: 3481417
Baghdad - Iqna - Nella notte oltre 20 morti in un attentato suicida. L’esercito iracheno avanza nella seconda città irachena, ma sotto accusa finiscono i raid Usa e il carico di morti civili che portano con sé.

IRAQ. Kamikaze ad un matrimonio di Tikrit: la strategia Isis fuori da Mosul

Sotto enorme pressione a Mosul, l’Isis fuoriesce dai confini della città assediata e va a colpire lontano: ieri notte un kamikaze si è fatto esplodere durante un matrimonio nel villaggio di Hajjaj a Tikrit, uccidendo oltre 20 persone. Per ora nessuna rivendicazione dello Stato Islamico ma il modus operandi è lo stesso di questi ultimi mesi.

E anche la metodologia politica è la stessa:impossibilitato a tenersi Mosul, plasma la sua strategia alla perdita del progetto statuale che ormai resta relegato all’ovest dell'Iraq , a Raqqa e Deir Ezzor. Agisce con i kamikaze, in tutto il paese, da nord a sud fino alla capitale Baghdad,per sgretolare uno Stato già disfunzionale, mostrarne le carenze politiche e militari e dunque ampliare il gap tra sunniti e sciiti.

Baghdad da parte sua tenta di tenere insieme i pezzi.I numeri sulla battaglia di Mosul sono incerti così come le previsioni sulla durata e la ferocia della guerra. Secondo l’esercito iracheno il 60% della zona ovest della città, sulla sponda occidentale del fiume Tigri, è stata liberata dall’occupazione dell’Isis. Se fosse vero, significherebbe che l’avanzata è molto più veloce del previsto.

Di nuovi sfollati, secondo le agenzie internazionali, se ne conterebbero 60mila, ma c’è chi – sul campo – parla di 10mila civili in fuga ogni giorno. Numeri enormi per le capacità umanitarie del governo e delle organizzazioni non governative: di campi ne stanno nascendo di nuovi ma un flusso simile è difficile da affrontare.

E poi ci sono i numeri sulle vittime. A pubblicarli ieri è stato Airwars, gruppo indipendente che monitora i conflitti sulla base di testimonianze dirette e le liste ufficiali sui raid aerei fornite dai governi e lavora con i governi per evitare simili stragi.

Airways stima tra i 250 e i 370 i civili uccisi in undici diversi bombardamenti dal primo marzo contro Mosul. Raid compiuti dalla coalizione internazionale a guida Usa e da cui esce un bilancio molto più elevato di quelli stimati da Washington.Tra le operazioni indicate da Airwars ci sarebbe il bombardamento di una moschea, il primo marzo, usata come rifugio da alcune famiglie. Sarebbero morti tra i 50 e gli 80 civili.

Ma il più letale sarebbe quello del 5 marzo:l’assalto governativo ad un compound nel distretto di Dawassa, sostenuto dagli Apache statunitensi, avrebbe ucciso 130 civili. Difficile poter verificare i dati e la coalizione lo sa.Per questo ribatte con il suo portavoce: "La coalizione verificherà la validità di queste accuse. Rilasciamo un rapporto mensile sulle accuse di vittime civili per essere il più trasparenti possibile”.

E la battaglia prosegue:martedì le truppe di Baghdad hanno ripreso alcuni edifici governativi a Mosul ovest, vittoria importante perché i compound rappresentavano una delle principali roccaforti islamiste in città. Ieri a tornare nelle mani governative sono stati il museo di Mosul(devastato e svuotato: "Hanno rubato tutto, probabilmente contrabbandato”, ha detto il generale Lami)e la strada nord-occidentale che conduce a Tal Afar, dunque al confine con la Siria, unica via di fuga per i miliziani circondati.

Liberata anche la prigione di Badush, dove – dicono fonti locali – l’Isis ha giustiziato almeno 600 persone dal giugno 2014, quando ha assunto il controllo della città senza incontrare resistenza alcuna: luogo di massacri di soldati governativi, poliziotti, civili sciiti, ma anche sunniti accusati di aver violato la folle interpretazione dell’Islam data dal "califfato”. A raccontare l’orrore sono stati alcuni sopravvissuti ad una strage di massa nel 2014: 1.500 persone furono portate nel deserto e lì prigionieri cristiani e sciiti furono giustiziati con un colpo alla testa o alla schiena, per poi dare fuoco ai corpi.

I punti segnati nelle ultime ore hanno permesso all’esercito di portarsi molto vicino al cuore della città vecchia. Lì la battaglia sarà più sanguinosa: le vie strette e le case occupate dei civili, insieme al sistema di tunnel scavato dall’Isis, garantisce all’Isis di nascondersi meglio e usare cecchini e kamikaze per rallentare l’avanzata governativa. La paura per il destino delle decine di migliaia di civili ancora presenti (se ne stimano 650-750mila) cresce.

Nena News

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