IQNA

Il Sacro Corano e la sua protezione da qualsiasi alterazione - PARTE 6

8:17 - January 23, 2019
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Iqna - Questo testo tratta in maniera rapida ma esaustiva la questione della comparsa di tradizioni (ahadith) inventate, le reazioni di Sunniti e Sciiti nei confronti di tali tradizioni e le ipotetiche alterazioni e/o omissioni (tahrif) nel Sacro Corano.L’obiettivo del presente testo è quello di dimostrare che non è esistito alcun tahrif nel Sacro Corano

Il Sacro Corano e la sua protezione da qualsiasi alterazione - PARTE 6

L’atteggiamento sciita

Consideriamo ora come gli sciiti risolvono il problema di questi hadith.

Innanzitutto gli sciiti non credono nell’infallibilità di nessuno scrittore, commentatore o narratore e, conseguentemente, non ritengono alcuna collezione di hadith perfetta e completamente corretta.

L’unico Libro completamente immune da qualsiasi errore è il Sacro Corano.

Esistono quattro antiche collezioni di hadith sciite chiamate Al-Kutub al-Arba’a (“I quattro libri”): Al-Kafi di Kulayni, Man la Yahdhuru al-Faqih di Saduq, Tahdhib al-Ahkam e Al-Istibsar di Tusi.

Anche se questi libri sono tenuti in grande considerazione, gli sciiti non li hanno mai chiamati “sihah” (perfetti); pertanto non si sentono vincolati verso nessun hadith solo perché riportato in una di queste quattro opere.

Al contrario, sottopongono gli hadith di questi libri a stretti controlli, così come i loro narratori (asnad), e valutano se un determinato hadith è conforme al Sacro Corano, ai detti accettati dagli Infallibili (A) ed ai fatti conosciuti.

Se un hadith supera queste severe prove, allora è accettato. In caso contrario viene nuovamente interpretato in una forma attendibile, non potendo accogliere ciò che è stato contestato precedentemente.

È opportuno rammentare che una parte inimmaginabile delle tradizioni riguardo al tahrif è difettosa e carente per quel concerne i suoi narratori.

Nonostante ciò, alcune di queste tradizioni possono esser utilizzate per evidenziare quanto accaduto con l’interpretazione errata di alcuni versetti e con l’attribuzione di falsi concetti. Un altro gruppo di tradizioni può essere facilmente interpretato menzionando le note esplicative inserite a margine dai compilatori.

Vi sono comunque molte tradizioni che non possono esser spiegate in alcun modo. E i nostri sapienti le hanno indubitabilmente rifiutate perché vanno contro il Sacro Corano e la Sunna, e sono in contrasto con l’’ijma’ della Ummah (consenso dei sapienti della comunità islamica), che attesta che non si è mai verificata omissione o aggiunta nel Sacro Corano.

Muhaqqiq al-Kalbasi ha detto: “Tutti queste narrazioni che parlano riguardo al tahrif vanno contro l’’ijma‘ della Ummah (ad eccezione di alcune persone insignificanti)”1.

Il commentatore di Al-Wafiyah, Muhaqqiq al-Baghdadi, ha detto chiaramente, nel citare Muhaqqiq al-Karaki (che ha scritto un trattato completo su questo tema) che: “Le tradizioni che parlano delle omissioni devono essere reinterpretate o rifiutate. Qualsiasi tradizione che contraddice il Sacro Corano, la Sunnah riconosciuta e l’’ijma‘, deve esser scartata se non vi è possibilità di interpretazioni o spiegazioni giustificabili”2.

Citiamo di seguito una tradizione riportata in Al-Kafi per dare un esempio pratico di ciò che intendiamo quando parliamo di reinterpretazione o spiegazione giustificabile: Abu ‘Abdillah (l’Imam al-Sadiq) (A) disse: “Il Sacro Corano che portò l’angelo Gabriele (a) a Muhammad (S) contiene 17.000 versetti”3.

Shaykh al-Saduq scrisse nel suo Kitab al-I’tiqadat ciò che dal mio punto di vista è sufficiente per una reinterpretazione di questo hadith. Dice:

“Diciamo che gran parte della Rivelazione che è discesa non fa parte del Sacro Corano; se ne facesse parte, la sua estensione indubbiamente arriverebbe a diciassettemila versetti. E questo, per esempio, vale per il detto di Gabriele (as) al Profeta (S): ‘Dio ti dice, o Muhammad, di trattare cordialmente le Mie creature, alla Mia stessa maniera”.

Segue citando molti di questi hadith qudsi4 finché conclude dicendo: “Esistono molti di questi hadith qudsi i quali sono tutte rivelazioni, ma non fanno parte del Sacro Corano. Se ne avessero fatto parte, sicuramente sarebbero stati inclusi in esso, e non sarebbero stati esclusi”5.

Se non si è preparati ad accettare questa spiegazione perché la tradizione parla di “Sacro Corano”, allora scarteremmo senza indugio questo hadith. Sebbene il numero fornito in questa tradizione (diciassettemila) sia molto più piccolo del numero fornito dal secondo Califfo (un milione e ventisettemila lettere)6, è di gran lunga maggiore del numero reale dei versetti (seimiladuecentotrentasei)7.

Questo è il metodo adottato dagli sciiti per risolvere il problema degli hadith riguardo il tahrif.

Chiunque studi con mente e cuore imparziali lo accetterà immediatamente come l’unica soluzione corretta riguardo a tali hadith, poiché è basato sul metodo formulato dal Profeta (S) ed espresso dall’Imam Ja’far al-Sadiq (A) nel modo seguente: “…E quello che è conforme al Libro di Dio, prendetelo; e quello che è contrario al Libro di Dio, abbandonatelo…”8.

  • 1. Citato in Al-Bayan, p. 253.
  • 2. Citato in Al-Bayan, p. 253.
  • 3. Al-Kulayni, Al-Kafi, vol. 2 (Tehran: al-Marba’a al-Islamiyya, 1388), p. 463.
  • 4. Hadith qudsi: letteralmente “enunciazione sacra”. Un “Hadith qudsi” è un detto proveniente direttamente da Dio, ma espresso attraverso le parole del Profeta (S) o di un Imam dell’Ahl al-Bayt, non facente quindi parte della rivelazione coranica.
  • 5. Al-Saduq, Kitab al-I’tiqadar, p. 63-65.
  • 6. Al-Suyuti, Al-Itqan, vol. 2, p. 70.
  • 7. Cfr. Mamad Ruhani, Al-Mu’jam al-Ihsa’i (Mashhad, 1990), p. 168. Coloro che non si prendono la briga di contare, continuano a scrivere che ci sono 6.666 versetti nel Sacro Corano. Questo è un esempio molto tragico della negligenza dei musulmani verso il Sacro Libro.
  • 8. Al-Hurr al-‘Amili, Wasa’il al-Shi’a”, vol. 3 (Kitab al-qadha: bab wujuh al-jam’ bayn al-ahadith al-mukhtalifah), p. 380.

 

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