IQNA

La Luce del Corano-Esegesi del Sacro Corano,vol 1 - Parte 87- Sura Al-Bagharah - versetto 177

10:05 - March 24, 2020
Notizie ID: 3484887
Iqna - La prima traduzione del Sacro Corano e del Tafsir (esegesi) fatta direttamente dall'arabo. Il primo volume comprende la traduzione ed il commentario della Sura al-Fatiha (I Sura) e della Sura al-Baqara (II Sura)

La Luce del Corano-Esegesi del Sacro Corano,vol 1 - Parte 87- Sura Al-Bagharah - versetto 177

Sura al-Baqarah Versetto 177

لَيْسَ الْبِرَّ أَن تُوَلُّواْ وُجُوهَكُمْ قِبَلَ الْمَشْرِقِ وَالْمَغْرِبِ وَلَـكِنَّ الْبِرَّ مَنْ آمَنَ بِاللّهِ وَالْيَوْمِ الآخِرِ وَالْمَلآئِكَةِ وَالْكِتَابِ وَالنَّبِيِّينَ وَآتَى الْمَالَ عَلَى حُبِّهِ ذَوِي الْقُرْبَى وَالْيَتَامَى وَالْمَسَاكِينَ وَابْنَ السَّبِيلِ وَالسَّآئِلِينَ وَفِي الرِّقَابِ وَأَقَامَ الصَّلاةَ وَآتَى الزَّكَاةَ وَالْمُوفُونَ بِعَهْدِهِمْ إِذَا عَاهَدُواْ وَالصَّابِرِينَ فِي الْبَأْسَاء والضَّرَّاء وَحِينَ الْبَأْسِ أُولَـئِكَ الَّذِينَ صَدَقُوا وَأُولَـئِكَ هُمُ الْمُتَّقُونَ ﴿177﴾

177. Il bene non consiste nel volgere i volti verso l’oriente e l’occidente, ma il bene è {quello di} chi crede in Allah e nel Giorno Estremo, negli angeli, nel Libro e nei Profeti, e dà i {propri} beni, nonostante li ami, ai parenti, agli orfani, ai poveri, all’ibnu-s-sabìl {la persona che è in viaggio, e che, per mancanza di mezzi, non è in grado di proseguire}, ai mendicanti e per liberare gli schiavi; di chi eleva la salâh, dà la zakâh, di coloro che mantengono le proprie promesse quando promettono, e, in particolare, di coloro che sono pazienti nelle avversità, nelle ristrettezze e in battaglia. Questi sono i sinceri, questi sono i {veri} timorati {di Allah}!

Commento

La fede in Dio, è sottomissione alla verità e ribellione a ogni forma di tirannia. La fede nel Giudizio Universale amplia le vedute ed eleva i propositi. Essere convinti dell’esistenza degli angeli è segno di fede nell’ordine soprannaturale: la rivelazione, la provvidenza…

La fede nei profeti, è fede nella retta via, e prova che l’essere umano non è stato abbandonato alla sua sorte.

La frase “…dà i {propri} beni…”, ci ricorda la collaborazione e l’altruismo, “…di chi eleva la salâh…” il costante rapporto col Signore Eccelso, “…dà la zakâh” lo sforzo per aiutare gli indigenti, “…di coloro che mantengono le proprie promesse quando promettono…” un efficace metodo per rinsaldare i legami, rinforzare i rapporti tra la gente, e “…e, in particolare, di coloro che sono pazienti nelle avversità, nelle ristrettezze e in battaglia…” la via per rafforzare la volontà e costruire uomini forti e decisi.

Osservazioni

    1. Questo è il piú completo dei versetti coranici. Nel celebre Tafsiru-l-mizaan leggiamo la seguente tradizione del santo Messaggero di Allah (S): “Chiunque metta in pratica questo versetto, possiede una fede completa”1

    2. Il versetto in esame ci ricorda che dobbiamo seguire la religione, e metterla in pratica, trascurando le parole e i motti. Questo versetto ci aiuta a non dimenticare mai gli obiettivi principali della religione.

    3. Molti dicono di avere fede, ma i veri credenti sono solo coloro che seguono completamente i principi e i precetti ricordati da questo versetto.

    4. La fede in Dio, nella resurrezione, e nella rivelazione, viene prima della pratica.

    5. Questo versetto sottolinea l’importanza dell’aiuto agli indigenti e alle classi diseredate, menzionandolo assieme alla fede in Dio.

    6. Per conseguire un timor di Dio perfetto, è necessario donare dei propri beni alla gente bisognosa. Alcune persone aiutano i poveri quando e come vogliono loro, e non quando e come vuole il Signore Eccelso. In tal modo ignorano e trascurano parte dei loro obblighi. Altri invece si limitano a quanto è obbligatorio, alla zakah, trascurando del tutto la carità supererogatoria. Questo sacro versetto considera vero credente, sincero devoto, autentico timorato, solo chi compie tutte e due le suddette forme di carità, quella obbligatoria, la zakah, e quella supererogatoria: “…e dà i {propri} beni, nonostante li ami…”. È per questo stesso motivo che alcune tradizioni islamiche affermano che nei beni degli abbienti, oltre alla zakah, v’è un altro diritto per i poveri2. Altre tradizioni biasimano fortemente la persona che trascura i propri vicini bisognosi, dicendo: “Chi si corica sazio, mentre il suo vicino di casa soffre la fame, non crede in Dio e nemmeno nella resurrezione {quand’anche abbia compiuto la carità obbligatoria}”3

    7. La pazienza è in ogni caso una virtú e una fondamentale componente del carattere del credente. Il vero credente supera le difficoltà della povertà, del dolore, della malattia, e della guerra con la sua esemplare pazienza. La pazienza è una delle cose che fanno guadagnare il Paradiso al credente: “Essi saranno premiati con un’alta stazione per quanto hanno pazientato”4In un altro versetto gli angeli dicono alla gente del Paradiso: “Pace su di voi per quanto avete pazientato”5La pazienza è inoltre uno dei requisiti dell’imam: “E per quanto hanno pazientato abbiamo fatto di loro degli imam che guidano per ordine nostro”6

  • 1.Tafsiru-l-mizaan, vol. I (versione persiana), pag. 615.
  • 2.Tafsir del Qurtubiyy e Ruhu-l-ma´aani.
  • 3.Al’usul Min Al-kaafi, vol. 2, pag. 665.
  • 4.Santo Corano, 25: 75.
  • 5.Santo Corano, 13: 24.
  • 6.Santo Corano, 32: 24.

 

 

 

Mustafa Milani Amin
Al-Islam.org

 
 
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