IQNA

Alluhuf, Le vicende di Karbala - parte 6

6:00 - September 14, 2020
Notizie ID: 3485470
Iqna - Il presente libro è la narrazione della tragica vicenda di Karbalà ed è la traduzione, dalla versione persiana, dell’opera “Alluhúf Alà Qatla-t-tufúf” del grande sapiente shi°ita Sayyid Ibn Tawus

Alluhuf, Le vicende di Karbala - parte 6

Husseyn (as) parte per l’Iraq

Martedí 3 Dhul-Hajjah o, secondo un’altra tradizione mercoledí 8 Dhul-Hajjah, dell’anno 60, prima di venire a conoscenza del martirio di Muslim, Husseyn (as) partí dalla Mecca. La partenza avvenne, infatti, esattamente lo stesso giorno in cui fu ucciso Muslim.

Si narra che quando decise di partire per l’Iraq pronunciò alla gente il seguente sermone: “La lode appartiene solo a Dio. Sia fatta la Sua volontà. Non v’è potenza che in Lui. Possa Egli concedere la Sua benedizione e la Sua pace al Suo Messaggero. La morte è stata disegnata per i figli d’Adamo, come la collana per il collo delle giovani donne. Desidero vedere i miei avi, come Giacobbe desiderava rivedere Giuseppe. È stata predestinata una terra per la mia uccisione e io {presto} la raggiungerò: è come se vedessi le diverse parti del mio corpo essere sbranate dai lupi del deserto, in una terra situata tra An-nawàwis e Karbalà, per sfamare i loro affamati ventri.

Non si può sfuggire al destino. Noi membri dell’Ahl ul-Bait ci compiacciamo di ciò del quale Dio si compiace, pazientiamo per le difficoltà che Lui ha voluto per noi; sappiamo che Egli ci concederà la ricompensa dei pazienti. Noi che siamo parte del Profeta, non ci separeremo mai da lui e saremo con lui in Paradiso. In tal modo, il Messaggero di Dio sarà compiaciuto e si farà fede alla promessa che Dio ha fatto al Suo Inviato. Chiunque è pronto a sacrificare la vita per noi, ama cadere martire e incontrare Dio, venga con noi, poiché, con l’aiuto di Dio, se Egli vuole, domattina lasceremo la Mecca”.

Abú Ja´far Muhammad Ibn Jarír At-tabari Al-imamiyy, nel libro Dalàilu-l-imàmah, dice: «Abú Sufian Ibn Waki´ narra che suo padre Waki´ ha detto che Al’a´mash disse che Abu Muhammad Al-waghidi e Zurarah Ibn Khalaj gli dissero: «Prima che Husseyn partisse per l’Iraq andammo a fargli visita e lo mettemmo al corrente della codardia della gente di Kufa, dicendogli: “I cuori della gente di Kufa sono con te, mentre le loro spade sono pronte a ucciderti”.

Husseyn (as) indicò con la mano il cielo, le cui porte si aprirono; Dio solo sa quanti angeli discesero. Disse a questo punto: “Se Dio non avesse predestinato che il mio corpo s’avvicinasse alla terra di Karbalà, se non avessi avuto paura di perdere il compenso che Egli mi ha destinato, avrei fatto guerra contro i miei nemici facendomi aiutare da questo potente esercito di angeli. Sono però sicuro che è quello il territorio nel quale io e i miei compagni, eccetto mio figlio °Alì {il quarto Imam, °Alì Zein al-‘Abidin (as)}, saremo uccisi”»

Mu´ammar Ibn Al-muthannà, nel libro Maqtalu-l-Husseyn, narra che nel giorno di tarwiah {viene chiamato cosí l’ottavo giorno del mese di Dhul-HajjahUmar Ibn Abi Waqqàs, con un imponente esercito, entrò alla Mecca con l’incarico - datogli da Yazid - di uccidere Husseyn (as) o, se fosse stato necessario, di scendere in guerra con lui. Husseyn (as) però aveva lasciato la città quello stesso giorno.

Si narra che l’Imam as-Sadeq (as) disse che Muhammad Ibnu-l-hanafiyyah, la sera prima della partenza, venne da Husseyn (as) e gli disse: “Caro fratello, sai bene che la gente di Kufa ha frodato tuo padre e tuo fratello. Io ho paura che facciano altrettanto con te. Se lo credi giusto, rimani alla Mecca, poiché tu sei la piú cara e nobile persona di questo popolo”. Husseyn (as) rispose: “Ho paura che Yazid, figlio di Muawiah, improvvisamente mi uccida nel Santuario di Dio e che in tal modo sia offesa la Casa di Dio”. Muhammad Ibnu-l-hanafiyyah rispose: “Se hai paura di ciò, vai verso lo Yemen, poiché là ti rispetteranno e Yazid non ti potrà fare nulla; oppure scegliti un posto nel deserto e rimani lí”. L’Imam (as) disse: “Rifletterò su questa tua proposta”

Erano le ultime ore della notte, quando Husseyn (as) lasciò la Mecca. Muhammad Ibnu-l-hanafiyyah venne al corrente di ciò e lo raggiunse; gli sbarrò la strada, arrestando il cammello sul quale stava viaggiando, e disse: “Caro fratello, non mi avevi forse promesso di riflettere su quanto ti ho detto?”. Rispose: “Si!”. Chiese: “Perché allora ti sei affrettato a partire?”. Disse allora Husseyn (as): “Quando tu sei andato via, l’Inviato di Dio è venuto da me e mi ha detto: “O Husseyn, dirigiti verso l’Iraq, poiché Dio vuole vederti ucciso”.

Muhammad disse: “In verità, noi apparteniamo a Dio e a Lui facciamo ritorno. Ora che vai per essere ucciso, perché allora porti con te queste donne?”. L’Imam rispose: «L’Inviato di Dio mi ha detto: “Dio vuole vedere queste donne prigioniere”». A questo punto Muhammad Ibnu-l-hanafiyyah diede l’addio e se n’andò.

Muhammad Ibn Ya´qub Al-kolainiyy, nel libro Ar-rasa’il, tramanda, da Muhammad Ibn Yahyà, che Muhammad Ibn-l-Husseyn tramanda che Ayyub Ibn Nuh tramanda che Safwàn tramanda che Marwàn Ibn Ismà´il tramanda che Hamzah Ibn Hamràn ha detto: “In una riunione nella quale era presente anche l’Imam as-Sadeq (as) , noi narrammo la storia della partenza di Husseyn (as) dalla Mecca e del fatto che Muhammad Ibnu-l-hanafiyyah si astenne dall’accompagnarlo.

L’Imam as-Sadeq (as) disse allora: “O Hamzah, ti narrerò ora una tradizione, affinché d’ora in poi tu non mi chieda piú nulla riguardo a Muhammad Ibnu-l-hanafiyyah. Quando Husseyn partí dalla Mecca, scrisse {ai membri della sua tribú}: “In nome di Dio, il Clemente, il Misericordioso. Per la tribú dei Baní Hàshim da parte di Husseyn. Chiunque verrà con me cadrà martire e chiunque si asterrà dal venire non vincerà. Pace su di voi”»

Gli angeli si offrirono di aiutare Husseyn (as)

Ash-shaykh Al-mufíd, Muhammad Ibn Muhammad, Ibn An-nu´màn, nel libro ‘Mawlidu-n-nabiyy Wa Mawlidu-l-awsià’, dice, in base al suo sanad, che l’Imam as-Sadeq (as) ha detto: «Quando Husseyn partí dalla Mecca per giungere a Medina, frotte di angeli armati, in groppa a paradisiaci cavalli, che in passato avevano aiutato il Messaggero di Dio, vennero da lui, lo salutarono e dissero: “O chi, dopo suo nonno, suo padre e suo fratello, è la prova di Allah sulle Sue creature! Dio in molte guerre con noi aiutò tuo nonno, il Messaggero di Allah; ora ci ha mandato per aiutare te”. Husseyn (as) disse loro: “Il nostro appuntamento è nella terra nella quale sarò ucciso: Karbalà. Venite da me quando arriverò in quella regione”.

Dissero: “Dio ci ha ordinato di ubbidire ai tuoi ordini. Se temi che i tuoi nemici ti vincano, noi siamo a tua disposizione”. Disse: “Loro non mi possono fare alcun male prima che io giunga a Karbalà”. Dopodiché un gruppo di credenti ginn vennero da Husseyn (as) e gli dissero: “Noi siamo tuoi seguaci e aiutanti, ordinaci quel che vuoi; se lo ordinerai noi annienteremo i tuoi nemici e tu potrai restartene in patria”.

L’Imam Husseyn (as) pregò per loro e disse: «Non avete letto il Corano, rivelato da Dio a mio nonno, ove dice:

“{O Profeta (S)} di’ alla gente: ‘Se rimarrete nelle vostre case, {sappiate che} quelli {di voi} che è stato destinato che siano uccisi andranno verso le proprie tombe’”5.

Rimanere a Medina non ha alcun effetto. Se io rimanessi a casa con quale mezzo verrebbe messa alla prova quest’empia gente e chi riposerebbe nella mia tomba? Quando Dio estese la terra, la scelse per me e ne fece un rifugio per i nostri seguaci e i nostri amici; {in essa} accetta le loro {buone} azioni ed esaudisce le loro preghiere.

In essa dimorano i nostri seguaci; essi saranno al sicuro in questo mondo e nell’Aldilà. Tuttavia, sabato, che è il giorno di ashurà, venite pure da me (in un’altra tradizione si narra che l’Imam Husseyn (as) ha detto loro: “Venite da me venerdí, alla fine del quale io verrò ucciso, la mia famiglia, i miei parenti e i miei fratelli verranno sterminati e la mia testa sarà portata a Yazid”

Essi affermarono: “Giuriamo su Dio che se non avessimo avuto il dovere d’ubbidirti, ti avremmo disubbidito, uccidendo, prima che t’arrecassero danni, tutti i tuoi nemici”. Husseyn (as) disse: “Giuro su Dio che la nostra forza per ucciderli è superiore alla vostra, tuttavia ciò è necessario affinché quelli che muoiono nel male periscano dopo aver conosciuto integralmente la verità e lo stesso dicasi per quelli che muoiono nel bene”»

Dopo questo avvenimento l’Imam Husseyn (as) proseguí il suo viaggio arrivando a Tan´im, ove incontrò una carovana che portava i doni di Buhair Ibn Raisàn Al-himiariyy, il governatore dello Yemen, a Yazid Ibn Muawiah. Giacché il vero responsabile delle faccende dei Musulmani era Husseyn (as), egli prese i doni e disse ai cammellieri: “Tutti quelli che vorranno venire con noi in Iraq avranno le spese del viaggio pagate e verranno trattati gentilmente. Quelli invece che vorranno lasciarci avranno rimborsate le spese del viaggio in misura proporzionate alla strada finora percorsa e potranno tornare indietro”. Alcuni di essi seguirono Husseyn (as), altri invece si rifiutarono di seguirlo e ritornarono indietro.

La carovana dell’Imam Husseyn (as) proseguí il viaggio arrivando nella località di Zàta Irg, nella quale l’Imam incontrò Bishr Ibn Gàlib che veniva dall’Iraq. Gli chiese della gente dell’Iraq ed egli disse: “I loro cuori sono con te, ma le loro spade appoggiano i Baní Umayyah”. Husseyn (as) disse allora: “Dici bene, Dio è in grado di fare quel che vuole e decreta tutto ciò che è nella Sua volontà”

La carovana proseguí il suo viaggio e a mezzogiorno arrivò ad Ath-tha´labiyyah. Husseyn (as) venne rapito dal sonno; dopo qualche istante si sveglio e disse: «Ho sentito una voce dire: “Voi proseguite velocemente e la morte vi conduce rapidamente verso il Paradiso”». Suo figlio °Alì disse: “Caro padre, noi non siamo forse nel giusto?”. Rispose: “Certo, giuro su Dio che noi siamo nel giusto!”. Disse: “In questo caso la morte non ci spaventa”. Husseyn (as) rispose: “Caro figlio, che Iddio ti ricompensi con ciò che è bene”. L’Imam Husseyn (as) e la gente della sua carovana passarono la notte in quella località.

 

 

 

 

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