IQNA

Alluhuf, Le vicende di Karbala - parte 9

14:01 - September 23, 2020
Notizie ID: 3485501
Iqna - Il presente libro è la narrazione della tragica vicenda di Karbalà ed è la traduzione, dalla versione persiana, dell’opera “Alluhúf Alà Qatla-t-tufúf” del grande sapiente shi°ita Sayyid Ibn Tawus

Alluhuf, Le vicende di Karbala - parte 8

Le Vicende Inerenti alla Battaglia e l’Eroismo dei Martiri di Karbalà

Ubaidullàh Ibn Ziad invitò i suoi compagni a prepararsi a combattere con Husseyn (as), traviandoli cosí dal retto sentiero. Essi accettarono tale invito e lo seguirono. Ibn Ziad, per raggiungere i suoi vili scopi indusse Umar Ibn Sa´d a rinunciare alla salvezza e alla beatitudine, affidandogli il comando del suo esercito. Ibn Sa´d accettò l’incarico e con quattromila cavalieri lasciò Kufa per andare a combattere contro Husseyn (as).

Ibn Ziad gli inviava continuamente nuovi cavalieri, finché la sera del sesto giorno del mese di Muharram, Umar Ibn Sa´d disponeva di ben ventimila cavalieri.

I nemici misero in seria difficoltà l’Imam Husseyn (as) e i suoi compagni, arrivando addirittura a impedire loro di avere accesso all’acqua. Il gruppo di Husseyn (as) fu cosí sopraffatto dalla sete.

Il primo sermone di Husseyn (as) a Karbalà

A un certo punto l’Imam Husseyn (as) s’alzò in piedi, s’appoggio sulla propria spada e, ad alta voce, disse all’esercito nemico:

“Vi scongiuro in nome di Dio di dire se mi conoscete”. Essi risposero: “Sí, tu sei il figlio, il nipote dell’Inviato di Dio” Disse allora: “Vi scongiuro in nome di Dio di ammettere che sapete che mio nonno è l’Inviato di Dio”. “Lo ammettiamo”. “Vi scongiuro in nome di Dio di dire se sapete che mio padre è °Alì Ibn Abitalib, la pace e la benedizione siano su di lui”. “Sí, per Dio”. “Vi scongiuro in nome di Dio di dire se sapete che mia madre è Fatima, figlia di Muhammad l’Eletto”. “Sí, per Dio”.

“Vi scongiuro in nome di Dio di dire se sapete che mia nonna è Khadijah, figlia di Khuwailad, la prima donna che diventò musulmana”. “Sí, per Dio”. “Vi scongiuro di dire se sapete che Hamzah, il Signore dei Martiri, è lo zio di mio padre”. “Sí, per Dio”. “Vi scongiuro in nome di Dio di dire se sapete che Ja’far At-tayyar è mio zio”. “Sí, per Dio”. “Vi scongiuro in nome di Dio di dire se sapete che la spada che ho con me appartiene all’Inviato di Dio”. “Sí, per Dio”. “Vi scongiuro in nome di Dio di dire se sapete che il turbante che ho in testa appartiene al Profeta”. “Sí, per Dio”. “Vi scongiuro di dire in nome di Dio se sapete che °Alì fu la prima persona che scelse l’Islam, se sapete che egli era il piú sapiente, il piú paziente e il signore d’ogni uomo e donna musulmani”. “Sí, per Dio”.

Concluse allora: “Perché allora credete che sia lecito versare il mio sangue?”. Risposero: “Quanto hai detto è noto a tutti noi. Noi però non ti lasceremo stare fino a quando, sfinito dalla sete, non avrai assaggiato la morte”. Quando Husseyn (as) terminò questo sermone, le sue figlie e sua sorella Zainab iniziarono a piangere ed a colpirsi il viso con le mani. Husseyn (as) mandò il fratello Abbas e il figlio °Alì da loro dicendo: “Calmate le donne, poiché giuro su me stesso che avranno molto da piangere d’ora in poi”

Si narra che Ibn Ziad scrisse una lettera ad Umar Ibn Sa´d, nella quale lo sollecitava a iniziare la guerra e a portarla a termine, senza perdere altro tempo. L’esercito d’Umar Ibn Sa´d iniziò cosí la sua avanzata verso l’accampamento dell’Imam Husseyn (as).

La malefica proposta di Shimr

Shimr {che faceva parte dell’armata del malvagio Umar Ibn Sa´d} si avvicinò all’accampamento di Husseyn (as) e gridò: “Dove sono i figli di mia sorella, Abdullah, Ja’far, Abbas e Uthman?”. L’Imam Husseyn (as) disse: “Anche se è un empio, voi rispondete, poiché è vostro zio”. Abbas e i suoi fratelli risposero allora: “Che cosa vuoi?”. Egli disse: “O figli di mia sorella, voi siete al sicuro, non fatevi ammazzare con vostro fratello Husseyn . Ubbidite a Yazid!”

Abbas rispose: “Muori! O nemico di Dio, quanto è brutta la protezione che ci offri! Ci ordini forse di abbandonare nostro fratello Husseyn, figlio di Fatima, e di prestare ubbidienza ai Maledetti ed ai Figli dei Maledetti”. A sentire queste parole Shimr s’incollerí e ritornò dai suoi.

Quando Husseyn (as) vide che gli uomini d’Ibn Ziad avevano molta fretta di iniziare la guerra e che nessuna predica, nessun consiglio faceva effetto su di loro, disse al fratello Abbas: “Se puoi, convinci questa armata a rinunciare per oggi alla guerra; potremo cosí stasera raccoglierci in preghiera. Dio sa che io amo pregare e recitare il Corano”.

Abbas chiese all’armata nemica di ritardare l’inizio della guerra. Umar Ibn Sa´d non disse nulla, come se non fosse d’accordo. Amr Ibn Al-hajjaj Az-zubaidiyy disse: “Giuro su Dio che se questa richiesta ci fosse stata fatta da Turchi e Dailamiti avremmo accettato. Come possiamo quindi non accettarla ora che ci viene fatta dalla famiglia di Muhammad {l’Inviato di Allah (S)}”. Accettarono quindi la proposta e ritardarono l’inizio della guerra di un giorno.

Husseyn (as) si sedette a terra, venne rapito dal sonno, si sveglio dopo qualche istante e disse a Zainab: «Cara sorella, ho appena sognato mio nonno, il Messaggero d’Allah, mio padre °Alì, mia madre Fatima e mio fratello Hasan; mi dicevano: “O Husseyn, presto verrai da noi”» (in alcune tradizioni al posto della parola ‘presto’ troviamo ‘domani’). Zainab sentendo queste parole si colpí il viso con le mani e scoppiò in pianto. Husseyn (as) disse: “Calmati! non fare in modo che questa gente gioisca per le nostre sofferenze”

L’ultima notte della vita di Husseyn (as)

Si fece notte e Husseyn (as) riuní i suoi compagni. Dopo aver lodato Dio, disse loro: “In verità io non conosco compagni migliori di voi, non conosco nessuna famiglia migliore della mia. Che Iddio vi conceda una generosa ricompensa. Ora è notte e l’oscurità vi abbraccia. Usatela come un agile cammello; ognuno di voi prenda uno degli uomini della mia famiglia e si disperda nell’oscurità di questa notte. Lasciatemi solo con questa armata, poiché quelli vogliono solo me”.

I fratelli, i figli di Husseyn (as) e i figli d’Abdullah Ja’far dissero allora: “Perché dobbiamo fare ciò? Forse per rimanere vivi dopo di te? Dio non voglia!”. Il primo a parlare fu Abbas Ibn °Alì e gli altri, dopo di lui, seguirono il suo esempio. Dopodiché guardò i figli di Muslim Ibn Aghíl e disse loro: “Da parte vostra è sufficiente il martirio di Muslim. Vi do il permesso di andare”.

Un’altra tradizione dice che, quando l’Imam Husseyn (as) disse quelle parole, i suoi fratelli e tutti i membri della sua famiglia dissero: “O figlio del Messaggero d’Allah, cosa pensi che dirà la gente di noi? Cosa potremo rispondere noi a loro? Potremo forse dire d’avere abbandonato a se stesso il nostro signore, il nostro maggiore, il figlio del nostro Profeta? Di non avere scagliato verso il nemico nemmeno una freccia per aiutarlo? No! Giuriamo su Dio che non ci allontaneremo da te e ti difenderemo con la nostra stessa vita fino a rimanere uccisi per te, come te. Che Iddio ci conceda di morire al tuo fianco”

Dopo si alzò Muslim Ibn Awsajah e disse: “Con tutti questi nemici che ti circondano dovremmo forse lasciarti solo e andarcene?! No! Giuro su Dio che ciò non è possibile. Che Iddio non voglia che io rimanga vivo dopo di te! Io combatterò fino a rompere la mia lancia nel petto dei tuoi nemici, a colpirli con la mia spada; se non avrò nessuna arma combatterò lanciando sassi e non mi allontanerò da te fino a morire con te”.

Si alzò quindi Sa´id Ibn Abdillah Al-hanafiyy e disse: “O figlio del Messaggero d’Allah, noi non ti lasceremo solo, affinché Dio sia testimone che abbiamo rispettato la raccomandazione che il Suo Profeta ha fatto riguardo a te. Se sapessi che verrò ucciso per te, poi ritornerò in vita e verrò bruciato vivo e tutto ciò per settanta volte, non mi allontanerei lo stesso da te, per morire prima di te. Perché non dovrei sacrificarmi per te, giacché verrò ucciso una volta sola e dopo raggiungerò la gloria e la beatitudine eterna”.

Fu poi la volta di Zuhair Ibn Gain che si alzò e disse: “O figlio dell’Inviato d’Allah avrei voluto essere ucciso mille volte e poi ritornato in vita e, in cambio, aver visto Dio tenere in vita te, tuo fratello e la tua famiglia”. Altri poi dissero: “Che le nostre vite siano sacrificate per te! Noi ti proteggeremo con le nostre mani, con i nostri visi; se verremo uccisi avremo compiuto il dovere che Dio ci ha imposto”

In quella stessa sera, informarono Muhammad Ibn Bashír Al-hadramiyy che suo figlio era stato fatto prigioniero alla frontiera di Rey. Egli disse: “Riguardo a ciò mi affido a Dio! Giuro su me stesso che non avrei mai voluto vederlo prigioniero”. Husseyn (as) sentí le sue parole e disse: “Che Iddio ti benedica, io ti libero dall’impegno che hai preso con me giurandomi fedeltà. Provvedi dunque a liberare tuo figlio”. Disse: “Che le fiere mi sbranino vivo se mi allontano da te”. Disse: “Dai allora queste vesti e queste stoffe burd dello Yemen a tuo figlio affinché possa con esse liberare suo fratello”. Gli donò quindi cinque vesti che valevano cinquemila dinari.

Si narra che quella notte Husseyn (as) e i suoi compagni vegliarono fino al mattino. Si udiva il sussurro delle loro fervide e sommesse preghiere. Alcuni erano in ruku´, altri erano in sujúd e altri eseguivano i loro atti di adorazione in piedi. Quella notte trentadue persone lasciarono l’esercito di Umar Ibn Sa´d per unirsi all’Imam Husseyn (as).

Husseyn (as) pregava molto e possedeva elevate virtú. Ibn Abdi Rabbih, nel quarto capitolo del libro “Al’igd”, narra il seguente hadith: «Fu chiesto ad °Alì Ibn-l-Husseyn (as): “Perché tuo padre ebbe cosí pochi figli?”. Rispose: “C’è da sorprendersi che abbia avuto anche questi pochi figli, poiché egli ogni giorno eseguiva mille rak´ah di preghiera e di conseguenza non trovava il tempo per stare con le sue mogli” »

Il mattino di Ashurà, Husseyn (as) ordinò di piantare delle tende e di preparare, in un recipiente che conteneva una notevole quantità di profumo, del depilatorio; entrò quindi in una di quelle tende per depilarsi. Si narra che Burair Ibn Khazír Al-hamdàniyy Abdurrahmàn Ibn Abdi Rabbíh Al-ansàriyy attendevano, dietro la tenda, che Husseyn (as) uscisse da essa. In quel momento Burair iniziò a scherzare con Abdurrahmàn, il quale disse: “O Burair, ridi?! È forse questo il momento di scherzare?!”. Burair disse: “I membri della mia tribú sanno bene che non ho mai amato parlare a vanvera, né da giovane né da vecchio. Mi comporto cosí per la gioia che mi dà il pensiero di raggiungere il martirio. Giuro su Dio che manca pochissimo al momento di scontrarci con le nostre spade con questa gente e di abbracciare, dopo aver combattuto un po’, le huru-l´in”.

 

 

 

 

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