IQNA

Alluhuf, Le vicende di Karbala - parte 16

23:54 - October 06, 2020
Notizie ID: 3485544
Iqna - Il presente libro è la narrazione della tragica vicenda di Karbalà ed è la traduzione, dalla versione persiana, dell’opera “Alluhúf Alà Qatla-t-tufúf” del grande sapiente shi°ita Sayyid Ibn Tawus

Alluhuf, Le vicende di Karbala - parte 16

 

Zainab recita un sermone

Bashir Ibn Khuzaim Al-asadiyy dice: «Osservai Zainab figlia di °Alì: giuro su Dio che non avevo mai visto una donna parlare cosí bene: era come se stesse parlando il Principe dei Credenti. Con la mano fece cenno alla gente di fare silenzio e tutto si calmò; questo cenno fece ritornare i respiri nei petti e interrompere il suono delle campane dei cammelli. Disse quindi:

“La lode appartiene solo a Dio. La Benedizione sia su mio padre (mio nonno) Muhammad e sui casti e virtuosi membri della sua famiglia. O gente di Kufa, o impostori, piangete?! Sappiate che i nostri occhi piangono ancora e i nostri lamenti non si sono ancora spenti. Voi siete simili alla donna che tesse bene i propri fili e poi li disfa. Avete fatto della vostra fede uno strumento di frode. Non siete altro che una massa di presuntuosi, di corrotti, di malvagi, di adulatori e calunniatori. Siete come le erbacce immangiabili che crescono negli immondezzai, come l’argento usato per decorare le tombe {che a nulla serve}. Che brutta provvista avete fatto per l’Aldilà. Ciò che avete fatto ha suscitato la collera di Dio e sappiate che Egli vi punirà con un castigo eterno.

Piangete e vi rimproverate per averci ucciso?! Sí, giuro su Dio che dovete piangere molto e ridere poco, poiché vi siete macchiati di un’indelebile onta; in quale modo si può infatti riparare all’uccisione del nipote del Profeta ? Egli era il Signore dei Giovani del Paradiso, il vostro riparo nelle guerre e nei momenti difficili, la vostra guida nelle argomentazioni, colui dal quale avete appreso la Religione. Sappiate che avete commesso un grande peccato. Possa la misericordia divina essere lontana da voi! Possiate perire tutti!

In verità, i vostri sforzi non sono serviti a nulla, avete perso e il vostro baratto vi ha danneggiato. Guai a voi, o gente di Kufa! Sapete che grande dolore avete dato all’Inviato di Dio? Sapete che grave onta ha sofferto a causa vostra? Comprendete quanto gli avete mancato di rispetto? Avete compiuto una turpe azione, avete commesso un grande crimine, avete fatto un’ingiustizia grande quanto la terra ed i cieli! Vi stupite forse per il fatto che è piovuto sangue dal cielo?! Sicuramente il castigo del Giorno del Giudizio sarà ben piú duro e umiliante: in quel giorno non vi sarà nessuno ad aiutarvi.

Non v’allieti il tempo che Dio vi sta concedendo in quanto Lui non ha fretta di vendicarsi, non ha paura che gli sfugga l’occasione di punirvi. In verità, il vostro Signore è in agguato!”»

Si narra che i presenti, mentre ascoltavano il sermone di Zainab, erano turbati e confusi; tutti piangevano e si mordevano le mani. Un vecchio, che aveva pianto cosí tanto che aveva tutta la barba bagnata, diceva: “Possano essere mia madre e mio padre sacrificati per voi. I vostri vecchi sono i migliori vecchi, i vostri giovani sono i migliori giovani, le vostre donne sono le migliori donne, la vostra famiglia è la migliore di tutte, è invincibile, non può essere umiliata”

Il sermone di Fatima, la figlia dell’Imam Husseyn (as)

Zaid Ibn Musa tramanda, dai suoi padri, che Fatima as-Saghira, dopo aver lasciato Karbalà ed essere arrivata a Kufa, recitò il seguente sermone: «Sia lodato Iddio un numero di volte pari al numero dei granelli di sabbia e delle pietre esistenti e con un peso pari a quello dell’insieme delle cose esistenti tra la terra e il Trono. Lo glorifico, credo il Lui e a Lui m’affido; attesto che non v’è altra divinità all’infuori di Allah: esiste solo Lui e non ha alcun socio.

Attesto altresí che Muhammad è Suo servo e messaggero e che i suoi figli sono stati ingiustamente decapitati sulla riva del fiume Eufrate. O Allah, io mi rifugio in te dal mentire nei Tuoi riguardi o dal parlare contrariamente a quanto hai rivelato al Tuo Profeta, quando gli ordinasti di far giurare alla gente fedeltà al suo vicario °Alì Ibn Abitàlib, al quale fu usurpato il diritto di succedere al Profeta, il quale fu ucciso ingiustamente, come suo figlio, che ieri, in una delle case di Dio, è stato ucciso da persone che si proclamavano musulmane, ma che in cuor loro erano miscredenti. Che Iddio uccida i loro capi che si comportarono ingiustamente con lui, persino nell’istante della sua morte, fino a quando Tu non lo hai portato da Te; lui che possedeva lodate virtú, una pura natura; i suoi meriti erano noti a tutti e la sua superiorità era palese.

O Dio, io attesto che nessuno, biasimandolo, riuscí a impedirgli di ubbidirti. Tu lo guidasti verso l’Islam quando era piccolo e quando diventò adulto lodasti le sue virtú. Egli consigliò il popolo sempre per Te e per il compiacimento del Tuo Profeta, fino a quando prendesti la sua anima. Egli non dava importanza al mondo, non lo amava, desiderava l’altra vita. Ha sempre combattuto sul Tuo sentiero e fatto guerra ai tuoi nemici. Tu ti compiacesti di lui, lo scelsi e lo guidasti sul retto sentiero.

O gente di Kufa, o ingannatori, o traditori, noi siamo l’Ahl ul-Bait! Dio ci ha provato attraverso voi e ha provato voi attraverso noi; ci ha lodato per avere superato questa prova. Ci ha affidato la Sua scienza e la Sua conoscenza, siamo noi dunque lo scrigno della Sua scienza, della sua conoscenza e della Sua sapienza, siamo noi la prova di Dio sulla terra, per tutta la gente e in tutti i luoghi. Dio, per Sua grazia, ci ha reso grandi e attraverso Muhammad ci ha reso palesemente superiori a molte delle Sue creature. Voi invece ci avete dato dei bugiardi, dei miscredenti, avete considerato lecito versare il nostro sangue, combatterci e saccheggiare i nostri averi; come se fossimo prigionieri della Turchia o di Kabul!

Ieri, a causa dei vostri vecchi rancori, avete ucciso nostro nonno; il nostro sangue scende ancora dalle vostre spade e i vostri occhi sono ancora accesi d’ira, i vostri cuori sono ancora contenti e allegri per il fatto che avete calunniato Dio e ci avete ingannato, tradito. Sappiate però che Dio è il miglior ingannatore e vendicatore. Non siate ora felici per aver versato il nostro sangue e aver depredato i nostri beni, poiché le enormi disgrazie e le grandi sventure che ci hanno colpito vennero prima d’ora predette nel Libro di Dio e ciò è per Dio facile:

“…affinché non vi rammarichiate per ciò che avete perso e non vi rallegriate per ciò che vi ha dato, poiché Dio non ama nessun superbo orgoglioso”1.

O gente di Kufa, perite! Aspettate la maledizione e il castigo divino, che scenderanno senza tregua su di voi,

distruggendovi con un {tremendo} castigo, facendo assaggiare ad alcuni di voi il male e la scelleratezza di altri di voi.2 Come punizione per le ingiustizie che ci avete fatto, nel Giorno del Giudizio, sarete condannati a subire in eterno un doloroso castigo. Che la maledizione di Dio sia sugli iniqui.

O gente di Kufa, guai a voi! Sapete con quale mano ci avete colpito? Con quale respiro ci avete combattuto? Con quale piede siete venuti a ucciderci? Giuro su Dio che i vostri cuori si sono induriti, le vostre anime sono diventate selvagge e violente, il vostro spirito non ha potuto giovarsi della scienza e della sapienza; i vostri occhi non vedono e le vostre orecchie non odono. O gente di Kufa, Satana vi ha ingannati, vi ha sviati dal retto sentiero, ha coperto i vostri occhi con un velo tanto spesso da non permettervi mai piú di ritrovare la retta via. O gente di Kufa, possiate perire! Sapete che vi siete macchiati del sangue del Messaggero di Dio e che sarete obbligati a rendergli conto dell’ostilità che avete dimostrato nei confronti di suo fratello °Alì Ibn Abitàlib, dei suoi figli e della sua famiglia?

E pensare che alcuni di voi si vantano d’aver commesso questi crimini e dicono: “Noi abbiamo ucciso °Alì e i suoi figli con spade indiane e {appuntite} lance, abbiamo fatto prigioniera la sua famiglia al pari di prigionieri turchi”. Muori, o tu che ti vanti di aver ucciso coloro che Iddio ha purificato da ogni impurità. O empio, reprimi la tua collera e come un cane stai al tuo posto come ha fatto tuo padre!

In verità, ognuno avrà ciò che si è meritato con le proprie azioni. Guai a voi! Siete forse invidiosi di ciò con cui Dio ci ha resi superiori. Che colpa abbiamo noi se il destino fa scorrere con frenetica velocità i nostri possenti fiumi, mentre il tuo è lento, è cosí scarso da non riuscire a dissetare nemmeno i da´àmis {piccole creature che vivono sulla superficie dell’acqua}. Questa è la grazia di Dio, che Egli dona a chi vuole. Dio è dotato di immensa grazia e chi non ha avuto da Dio luce non ne possiede alcuna»

A questo punto i presenti iniziarono a piangere a voce alta e dissero: “O figlia dei Probi, hai incendiato i nostri cuori e i nostri petti, hai bruciato le nostre anime”. La nobile Fatima allora non disse piú nulla.

 

 

 

 

 

 

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