Ieri si è celebrato in tutto il mondo il cosiddetto "World Hijab Day", un evento internazionale dedicato alla presentazione dell'hijab islamico al pubblico mondiale, in particolar modo i non musulmani, ed alla sensibilizzazione sui problemi e le restrizioni in cui incorrono le donne musulmane in molti paesi del mondo a causa della volontà di portare l'hijab.
L'evento è stato nel 2016 fondato da Nazma Khan, una giovane attivista musulmana originaria del Bangladesh residente a New York, che ha stabilito il primo febbraio come giornata mondiale dedicata all'iniziativa.
La fondatrice afferma di aver proposto l'iniziativa come mezzo per la promozione della tolleranza religiosa e della reciproca comprensione invitando le donne che non portano l'hijab, soprattutto le donne non musulmane a provare il velo islamico per un giorno.
Aprendo nuove vie al dialogo, Nazma spera di affrontare alcune delle controversie che circondano il motivo per cui le donne musulmane scelgono di indossare l'hijab, contrastando così l'ondata di islamofobia che circonda il discorso pubblico sul tema, soprattuto in certi ambienti occidentali.
La giovane attivista è arrivata negli Usa quando aveva undici anni, dove si è ritrovata ad essere l'unica ragazza con l'hijab nella sua scuola. Nazma ricorda la sua esperienza come difficile.
"Crescendo nel Bronx, a New York, ho subito una grande discriminazione a causa del mio hijab", ricorda. "Nella scuola media ero Batman o ninja. Quando sono entrata all'università dopo l'11 settembre, sono stata chiamata Osama Bin Laden o terrorista. È stato terribile. Ho pensato che l'unico modo per porre fine alla discriminazione è chiedere alle nostre sorelle di provare l'hijab da sole".
Attaulmente il World Hijab Day è celebrato in ben 190 del mondo. Quest'anno, a causa delle restrizioni dovute alla pandemia, l'evento è stato ricordato attraverso numerose iniziaitve online.
Alla luce dei fatti dell'ultimo anno, lo slogan delle celebrazioni per il 2021 è stato "Stop all'Hijabofobia". Nell'anno appena passato si è infatti assistito ad un forte aumento del clima d'odio e dei sentimenti anti islamici in diversi paesi e nel discorso collettivo mediatico.
Questo clima di tensione si è riversato in modo particolare sulle donne musulmane e sul loro diritto di portare l'hijab, come dimostrato dalle iniziative avviate in diversi paesi europei, come Francia, Austria, Svizzera e Olanda, con cui si è cercato di implementare norme intese a limitare tale diritto.
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