IQNA

Tre università europee cessano collaborazioni con l’Università di Ariel, situata nelle colonie illegali israeliane

23:59 - April 02, 2021
Notizie ID: 3486083
Iqna - L’impresa coloniale israeliana costituisce un crimine di guerra in base al diritto internazionale e l’Unione Europea ed i suoi stati membri non riconoscono la sovranità israeliana sul territorio palestinese occupato, compresa Gerusalemme est
Tre università europee cessano collaborazioni con l’Università di Ariel, situata nelle colonie illegali israeliane

 Tre importanti istituti accademici europei hanno cessato le collaborazioni con l’università Ariel per il suo diretto coinvolgimento nelle violazioni del diritto internazionale da parte di Israele, secondo un comunicato stampa.

L’università Ariel ha sede in una colonia illegale israeliana, situata su Territori palestinesi occupati. L’impresa coloniale israeliana costituisce un crimine di guerra in base al diritto internazionale e l’Unione Europea ed i suoi stati membri non riconoscono la sovranità israeliana sul territorio palestinese occupato, compresa Gerusalemme est.

All’inizio di marzo, l’università di Valencia ha confermato che non implementerà un accordo di collaborazione con l’università Ariel, in linea con l’impegno dell’ateneo per i diritti umani.

Durante una riunione del Senato Accademico, tenutasi l’11 marzo, il Rettore Maria Vicenta Mestre Escrivà ha dichiarato che l’accordo non era mai entrato in vigore e che l’università di Valencia non avrebbe sottoscritto l’accordo con l’università Ariel.

L’accordo tra le due università ha ottenuto l’approvazione per la prima volta nel 2019. E’ quindi stato sospeso e sottoposto a revisione pochi mesi dopo, in seguito alle proteste del sindacato studentesco BEA per il ruolo diretto che l’università Ariel ha nell’occupazione militare israeliana. La decisione del rettore ha fatto seguito agli incontri e alle mobilitazioni dei sindacati degli studenti e degli insegnanti BEA, Acontracorrent, SEPC e STEPV-Intersindical e del gruppo BDS con sede a Valencia.

Nel dicembre 2020 l’Istituto per la Ricerca Tecnologica (IRT) Antoine de Saint-Exupéry ha confermato di aver cessato l’accordo di collaborazione con l’università Ariel. Gli accademici di Francia avevano scritto all’università e al ministero francese per l’Istruzione Superiore, la Ricerca e l’Innovazione sottolineando gli obblighi della Francia nell’ambito del diritto internazionale.

Nel 2014, il ministero francese aveva garantito agli accademici che non esisteva nessun accordo di collaborazione educativa o di ricerca con istituzioni degli insediamenti israeliani, come l’università Ariel.

L’università di Firenze ha interrotto un accordo di mobilità internazionale con l’università Ariel. Lo scorso anno l’ateneo ha risposto agli accademici italiani confermando che “l’accordo di mobilità internazionale con l’università Ariel è stato sospeso”. In una e-mail del febbraio 2021, l’ateneo ha ribadito che “l’università Ariel non è stata inclusa nel bando per la mobilità extra-UE per il 2020/21”.

La campagna di sensibilizzazione No Ariel Ties ha accolto con favore la notizia.

“Ci complimentiamo con l’università di Valencia, l’IRT Saint-Exupéry e l’università di Firenze per aver preso provvedimenti a sostegno dei loro obblighi morali e legali volti a non contribuire alle gravi violazioni del diritto internazionale da parte di Israele”, ha dichiarato.

Tuttavia l’università di Firenze mantiene un accordo di collaborazione culturale e scientifico tra l’università Ariel e le facoltà di Architettura (DIDA) e di Storia, Archeologia, Geografia, Belle Arti e Spettacolo (SAGAS).

Coerentemente con la decisione di principio di porre fine all’accordo di mobilità con l’università Ariel, l’università di Firenze deve ora cessare tutti i legami istituzionali con l’università israeliana, in linea con l’Unione Europea e con la netta posizione dell’Italia riguardo all’illegittimità degli insediamenti coloniali, ha affermato l’organizzazione.

Etienne Balibar, insegnante presso la Cattedra di Filosofia Moderna Europea alla Kingston University, ha dichiarato: “La realtà dei fatti non può essere trasformata mai in un diritto. L’avanzata dello stato di Israele, sostenuta da una potente coalizione regionale e mondiale, per espropriare i Palestinesi e per annientarli come popolo, non significa che ogni resistenza sia ormai inutile. Anche noi dobbiamo resistere. Ecco perché dobbiamo accogliere con favore la decisione delle università europee di porre fine alla loro cooperazione con l’università Ariel e sperare che il loro esempio venga seguito da molti altri”.

In un parere legale, il rinomato studioso sudafricano di diritto John Dugard ha osservato che l’università Ariel “fa parte di un’impresa illegale e criminale in base al diritto internazionale”. Ha descritto l’università Ariel come “una creatura istituzionale di un sistema di apartheid instaurato da Israele nella Palestina occupata… progettato per legittimare e rafforzare una occupazione illegale”.

Autorevoli organismi universitari palestinesi, supportati da stimati accademici, chiedono a tutte le istituzioni internazionali di porre fine o astenersi dallo stabilire legami istituzionali con l’università Ariel, nello spirito di difendere la libertà accademica e i diritti umani fondamentali per tutti.

Oltre 500 studiosi europei, israeliani e di altri paesi hanno recentemente sottoscritto una lettera che esorta l’Unione Europea a cessare di legittimare l’università Ariel.

 

 

 

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