IQNA

Gli USA sorpresi dalle capacità combattive e dal potere militare della Resistenza Yemenita

23:58 - May 01, 2017
Notizie ID: 3481625
Iqna - Un comandante della Marina statunitense, il vice ammiraglio Kevin Donegan, ha affermato che il potere militare del movimento Ansarollah nello Yemen è nettamente aumentato

Gli USA sorpresi dalle capacità combattive e dal potere militare della Resistenza Yemenita

I combattenti Houthi dello yemen hanno sparato un missile balistico di medio raggio, denominato Qaher-M2, nel territorio al sud dell’Arabia Saudita. Il missile ha centrato una riunione di truppe saudite e dei loro mercenari alleati nel centro della città di al-Mousem nella provincia di Jizan.

In questo momento non si conosce ancora il bilancio delle perdite subite dalle forze terrestri dirette dall’Arabia Saudita.
L’utilizzo di questo missile e di altri dello stesso tipo (il missile Tochka) dimostra la portata strategica raggiunta dalle forze degli Houthi e della Guardia Repubblicana Yemenita che operano attacchi di rappresaglia per i bombardamenti costanti che subisce lo Yemen ad opera dell’aviaziaone saudita ed i suoi alleati (fra cui USA e GB) che hanno prodotto migliaia di vittime civili e molte distruzioni del paese, il più povero della regione.

Gli USA sorpresi dalle capacità militari degli yemeniti

Un comandante della Marina statunitense, il vice ammiraglio Kevin Donegan, ha affermato che il potere militare del movimento Ansarollah nello Yemen è nettamente aumentato e che i combattenti Houthi sono in possesso di armi che non avevano prima dell’inizio della guerra con l’Arabia Saudita.

Gli Houthi ed i loro alleati sono in grado di lanciare regolarmente missili balistici di lungo raggio contro le installazioni all’interno dell’Arabia Saudita in rappresaglia per gli attacchi miltari subiti dallo Yemen. Gli Houthi hanno anche attaccato le navi da guerra della Marina USA.

In Gennaio un barchino comandato a distanza, pieno di esplosivo, è esploso contro una nave saudita in acque vicine alla città portuale di Hudaidah, uccidendo due marinai e ferendone altri tre, secondo fonti saudite.

Riferendosi a queste capacità, il vice ammiraglio Donegan, del Comando centrale delle forze navali USA, ha dichiarato che lo Yemen in precedenza non disponeva di queste armi, non c’erano barchini esplosivi nell’inventario dell’arsenale dello Yemen.
Anche in tema di missili, considerando i missili sparati contro l’Arabia Saudita, le forze yemenite non disponevano, prima del conflitto, di missili di media e lunga gittata.
Stesso commento anche da parte di un alto ufficiale delgi Emirati Arabi Uniti (che sono nella coalizione saudita) il quale ha dichiarato che si stanno vedendo droni senza pilota, missili anticarro, missili antinave, così come mine anticarro e mine marittime.

La poderosa resistenza degli yemeniti ha avuto l’effetto di far impantanare l’offensiva miltare saudita, nonostante la superiorità degli armamenti e l’appoggio logistico ed armamentario fornito dagli USA.
Il comando USA e la dirigenza saudita avevano sottovalutato le capacità di resistenza delle forze yemenite che hanno dimostrato la loro tenacia e determinazione a non piegarsi di fronte all’aggresssione saudita e dei loro alleati.

Dopo oltre due anni di costanti bombardamenti ed attacchi per mare, per cielo e per terra, l’Arabia Saudita non è riuscita ad avanzare sul terreno dello Yemen e tanto meno è riuscita ad imporre il governo fantoccio di Abed Rabbo Mansur Hadi, un alleato di Rijad, come presidente, e neppure è riuscita ad eliminare il movimento degli Houthi. Inoltre la monarchia saudita si trova a dover affrontare crescenti critiche per causa dell’enorme numero di vittime civili (oltre 12.000) causate dai bombardamenti indiscriminati e per la crescente crisi umanitaria causata dal blocco aeronavale imposto al paese. Si calcola che centinania di soldati sauditi siano caduti per mano della resistenza yemenita.

Si è parlato di una possibile soluzione politica al conflitto, il segretario alla Difesa USA, J.Mattis, in visita di recente a Rijad, ha cercato di auspicare questo tipo di uscita dal conflitto, considerando che l’offensiva saudita non sarebbe possibile senza l’aiuto logistico e militare delle forze USA.

"Nello Yemen il nostro obiettivo è quello di porre termine al conflitto con una soluzione politica patrocinata dall’ONU”, ha dicharato Mattis. Tuttavia le dicharazioni del segretario alla Difesa USA lasciano il tempo che trovano, visto che gli USA stanno incrementando le forniture di armi all’Arabia Saudita che viene considerata un alleato strategico di Washington nella regione.

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