E’ diventato un simbolo nazionale il 25enne militare Mohsen Hojaji, catturato dall’Isis in Siria e poi decapitato. Questa mattina ai solenni funerali a Teheran sono arrivati tutti i big della Repubblica islamica, in un clima di commozione e lutto, anche per la coincidenza con il periodo di penitenza sciita del Muharram.
Ma la morte orribile di Mohsen Hojaji ha catturato l’attenzione dei media e dell’opinione pubblica. Artisti e attivisti hanno celebrato la sua dignità e coraggio davanti al boia dello Stato islamico che lo ha sgozzato e decapitato. Il regime ne ha fatto anche una figura di unità nazionale, per mettere a tacere i malumori sull’intervento in Siria, costoso in vite umane e risorse economiche.
Il leader supremo della Repubblica islamica, Ali Khamenei ha pregato accanto alla bara coperta con la bandiera iraniana. Migliaia di persone hanno deposto fiori, mentre i Pasdaran con le divise nere e donne con i chador a lutto riempivano le strade, con i ritratti del «martire» e le bandiere nere comuni durante il Muharram. Davanti al feretro si sono presentati anche l’ex presidente Mahmoud Ahmadinejad e il presidente del Parlamento Ali Larijani.