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Studio legale invia a Facebook lettera formale di reclamo su “pregiudizi anti-palestinesi”

23:56 - February 24, 2022
Notizie ID: 3487302
Iqna - Richiede una revisione urgente e una spiegazione per le decisioni prese da Facebook – che lo scorso ottobre è stata ribattezzata Meta Inc – di sospendere gli account e i post affiliati ad agenzie di stampa, commentatori e giornalisti palestinesi
Studio legale invia a Facebook lettera formale di reclamo su “pregiudizi anti-palestinesi”

Il famoso studio legale Bindmans LLP ha inviato una lettera formale di reclamo a Facebook per i suoi “pregiudizi anti-palestinesi”. Istruito dal Centro internazionale di giustizia per i palestinesi (ICJP), lo studio con sede a Londra ha chiesto spiegazioni per la censura “sistematica” e “di vasta portata” di contenuti e profili relativi alla Palestina.

La denuncia è stata inviata anche al Relatore speciale delle Nazioni Unite sulla promozione e la tutela della libertà di opinione e di espressione. Richiede una revisione urgente e una spiegazione per le decisioni prese da Facebook – che lo scorso ottobre è stata ribattezzata Meta Inc – di sospendere gli account e i post affiliati ad agenzie di stampa, commentatori e giornalisti palestinesi.

La lettera di reclamo a Facebook è la seconda in nove mesi inviata da Bindmans LLP al gigante dei social media. Una precedente comunicazione presentata nel maggio 2021 è stata effettuata per conto di cinque giornalisti e agenzie stampa in Palestina. Si dice che Facebook abbia interferito con i loro account e/o post, ed è stato accusato di aver violato il loro diritto fondamentale alla libertà di espressione, nonché la propria politica aziendale sui diritti umani.

Nella denuncia del maggio 2021, le principali questioni poste da Bindmans LLP includevano le decisioni di censura prese da un algoritmo o da una persona che usava la propria discrezionalità, e chiedevano anche dettagli sulla politica di Facebook nel giustificare le loro decisioni in tal senso, oltre alle misure adottate dalla società per risolvere il problema.

Nella sua risposta alla lettera, un mese dopo, Facebook ha affermato di aver indagato sugli account a cui la lettera faceva riferimento e, dopo un’ulteriore revisione, ha detto di aver ripristinato i contenuti e/o gli account ove applicabile. In particolare, non sono state fornite risposte sostanziali a nessuna delle principali domande citate nella comunicazione originaria.

Nonostante gli impegni presi da Facebook nella lettera inviata nel giugno 2021, la censura è rimasta, secondo quanto affermato dall’ICJP nel suo comunicato stampa, che descrive in dettaglio il contenuto della denuncia. Il centro è un’organizzazione indipendente di avvocati, accademici e politici che lavorano per promuovere e sostenere i diritti dei palestinesi.

Sada Social, gruppo di monitoraggio che ha documentato la sospensione dei contenuti e degli account palestinesi su Facebook, ha registrato nel solo 2021 centinaia di casi di censura inappropriata dei contenuti a sostegno dei diritti dei palestinesi. Questa censura è stata esacerbata in modo significativo durante l’ultima offensiva israeliana su Gaza, avvenuta nel maggio 2021.

La nuova denuncia ripristina la richiesta che Meta/Facebook riveli e riveda il suo processo decisionale e che spieghi perché gli account sono stati chiusi o sospesi ed i post rimossi, e se nel farlo è stato utilizzato un algoritmo o una decisione umana.

 

 

 

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