IQNA

Birmania, la foto del bambino morto commuove il mondo

20:34 - January 05, 2017
Notizie ID: 3481158
Iqna - Abbandonato sulla spiaggia, a faccia in giù, con gambe e braccia nude. E’ la terribile sorte di un bimbo di soli 16 mesi di etnia Rohingya ucciso dai militari della Birmania durante un raid punitivo nel villaggio della sua famiglia.

 

Birmania, la foto del bambino morto commuove il mondo


L'immagine di Aylan commosse il mondo, divenne simbolo della tragedia dell'immigrazione e, nell'era dei social, finì addirittura come immagine profilo di molti utenti aprendo anche a diverse polemiche. Quella di Mohammed, annegato insieme a mamma, fratellino e zio mentre, sotto al fuoco dei militari, mentre tentava la traversata del fiume Naf, confine fra Birmania e Bangladesh, potrebbe diventare l'icona di una guerra sconosciuta. "Quando vedo questa foto, sento che vorrei morire. Non ha più senso per me vivere in questo mondo", ha dettoalla Cnn il giovane padre del bimbo, Zafor Alam.

 

Birmania, la foto del bambino morto commuove il mondo

L'uomo ha raccontato all'emittente televisiva la sua storia: "Nel nostro villaggio gli elicotteri ci hanno sparato contro. Non potevamo restare nella nostra casa. Abbiano dovuto scappare e nasconderci nella giungla. Ma mio nonno e mia nonna sono stati bruciati vivi. Il nostro villaggio è stato incendiato dai militari. Non è rimasto nulla". Quel massacro era solo l'inizio della tragica odissea: "Ho camminato per sei giorni. Non ho potuto mangiare neanche riso per quattro giorni. Non ho potuto dormire per sei giorni. Dovevamo cambiare posto continuamente perché i soldati cercavano i Rohingya".


Birmania, la foto del bambino morto commuove il mondo

 

Secondo stime dell'Oim, l'agenzia Onu per le migrazioni, negli ultimi mesi 34.000 Rohingya sono fuggiti in Bangladesh attraverso quel fiume maledetto. Musulmani, di lingua affine al bengalese, sono circa un milione e vivono nello stato birmano occidentale di Rakhine. Le organizzazioni umanitarie denunciano la loro privazione di ogni diritto e la grande maggioranza dei birmani li considera immigrati provenienti dal Bangladesh illegalmente insediatisi in Birmania. In autunno è iniziata un'operazione militare che si configura come vera e propria pulizia etnica. Una macchia che pesa come un macigno sulla giovanissima democrazia birmana, dove i militari sono sospettati di comandare ancora, anche se dietro le quinte. Una macchia che finisce per ledere anche l'immagine dell'eroina della libertà, Aung San Suu Kyi, capo 'de facto' del governo, che sulla vicenda è rimasta in assordante silenzio. 

 

globalist

captcha