Mons. Atallah Hanna ha invitato “la comunità internazionale e chiunque abbia buon cuore e coscienza a impegnarsi affinché si ponga fine al blocco disumano sulla Striscia di Gaza”.
Hanna, arcivescovo della Chiesa ortodossa palestinese nella Gerusalemme occupata, ha lanciato l’appello durante l’incontro di venerdì 7 settembre con una delegazione per i diritti umani di Ginevra, prima che i membri si mettessero in viaggio per Gaza.
“Più di due milioni di persone vivono sotto un ingiusto assedio che ha portato a molte tragedie umanitarie e sociali nella Striscia di Gaza, che è diventata la più grande prigione del mondo”, ha affermato l’arcivescovo.
“Questa tragedia umanitaria non deve assolutamente continuare. Ogni giorno ci capita di ricevere telefonate e messaggi del nostro popolo che descrive le diverse condizioni e le calamità umanitarie e sociali di cui è vittima, per non parlare della sofferenza di quelle persone con esigenze particolari che hanno perso gli arti a causa dell’attuale aggressione israeliana”, ha dichiarato il religioso cristiano.
“La vita nella Striscia di Gaza è diventata un incubo: povertà e miseria dilagano ovunque, così come la fame e la malnutrizione. Ai bambini invece, e lo dico senza mezzi termini, viene negato il diritto di vivere la loro infanzia”, ha aggiunto.
Ha inoltre sottolineato che il blocco di Israele e gli assalti su Gaza “non possono essere concepiti né accettati da nessuna mente umana”.
“Facciamo appello ai nostri amici in tutto il mondo, nonché a tutte le organizzazioni e agli enti per la tutela dei diritti umani, affinché prestino necessariamente attenzione al nostro popolo nell’enclave assediata”, ha affermato Hanna.
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