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Studioso iraniano: necessario lavorare su carta alternativa dei diritti umani con contributo delle tradizioni orientali

23:51 - May 17, 2025
Notizie ID: 3491646
Tehran-Iqna- Uno studioso iraniano ha chiesto l'elaborazione di una nuova carta dei diritti umani fondata sulle tradizioni orientali, come alternativa all'attuale quadro occidentale

Secondo uno studioso, la Carta alternativa dei diritti umani dovrebbe ispirarsi alle tradizioni orientali

 

Uno studioso iraniano ha chiesto l'elaborazione di una nuova carta dei diritti umani fondata sulle tradizioni orientali, come alternativa all'attuale quadro occidentale.

In un'intervista con l'IQNA, l'Hojjat-ol-Islam Mohsen Alviri, docente di storia all'Università di Tehran, ha auspicato lo sviluppo di un approccio "orientale" ai diritti umani che attinga alle tradizioni sia religiose che non religiose dell'Asia, offrendo un'alternativa all'attuale quadro di riferimento dominato dall'Occidente, stabilitosi a metà del XX secolo.

Alviri ha ricordato che il panorama della civiltà globale sta attraversando un cambiamento e che l'Oriente sta riemergendo come una forza culturale e intellettuale significativa. Questa trasformazione, ha sottolineato, apre le porte a un riesame dei fondamenti dei diritti umani internazionali.

"Nel mondo è in atto un innegabile cambiamento per quanto riguarda la civilizzazione", ha affermato Alviri, aggiungendo che "la sfera della civiltà orientale si sta nuovamente affermando e sta riducendo lo spazio per la civiltà occidentale dominante".

Alviri ha osservato che il moderno quadro normativo dei diritti umani, formalizzato nel 1948 attraverso la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (DUDU), è stato plasmato principalmente dalle norme occidentali, sebbene alcune delle sue radici risalgano alle culture orientali. Ora, con l'Oriente che riacquista importanza, è possibile, e necessario, rivisitare il modello esistente e proporre una nuova alternativa più inclusiva.

Lo studioso ha indicato antichi sistemi giuridici come il Codice di Hammurabi e il Cilindro di Ciro come esempi di contributi non religiosi ma storicamente significativi sul tema dei diritti umani. Inoltre, secondo Alviri, tradizioni religiose di fedi sia abramitiche che non abramitiche, tra cui Islam, Cristianesimo, Ebraismo, Buddismo e Induismo, rappresentano preziose fonti di orientamento etico.

Alviri ha sottolineato la rilevanza degli insegnamenti islamici in questo ambito, in particolare quelli degli Ahl ol-Bayt (pace su di loro). Tuttavia, ha riconosciuto l'importanza del dialogo e dell'inclusività nella definizione di qualsiasi modello alternativo. "Dobbiamo anche considerare che non tutti condividono esattamente le nostre convinzioni", ha affermato. "Tuttavia, concordiamo sulla necessità di riesaminare il quadro normativo occidentale sui diritti umani, e ogni gruppo può contribuire con il proprio punto di vista religioso o filosofico".

Lo studioso ha citato a tal proposito un insegnamento dell'Imam Ali (pace su di lui), il primo Imam islamico sciita, che afferma: "Le persone sono o tuoi fratelli nella religione o tuoi pari nella creazione", sottolineando che tale punto di vista da parte dell'Imam ci ricorda che la solidarietà umana può essere un principio unificante. Alviri ha descritto questa come un'idea fondamentale in grado di promuovere un ampio consenso e inclusione.

Alviri ha affermato che questa iniziativa è più di una risposta politica o ideologica. "E' un'impresa di piena civiltà che potrebbe diventare un punto di forza significativo per il mondo orientale nel suo impegno con i sistemi globali.

 

 

 

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