In una dichiarazione rilasciata lunedì, la comunità coranica iraniana ha criticato duramente il presidente degli Stati Uniti Donald Trump per aver violato le norme internazionali e mancato di rispetto alle credenze di 1,5 miliardi di musulmani in tutto il mondo.
La dichiarazione inquadra i commenti offensivi come parte di una più ampia lotta storica contro l'oppressione, citando versetti del Sacro Corano.
"Questa mossa audace deriva dall'arroganza, dall'ignoranza e dai fallimenti strategici dell'arroganza globale e del sionismo", si legge nella dichiarazione. "È un disperato tentativo di indebolire l'unità della Ummah islamica e minare le sue fondamenta spirituali e politiche".
La dichiarazione invoca ammonimenti coranici contro coloro che si oppongono alla guida divina, facendo riferimento ai versetti della Sura Al-Imran (3:21) e della Sura Al-A'raf (7:150), che raccontano la sfida affrontata da profeti come Mosè (Sura Al-Awla).
"Questo non è solo un insulto alla nostra autorità religiosa, ma un attacco all'identità collettiva del mondo musulmano", prosegue la dichiarazione. "Rispecchia le stesse tattiche oppressive usate dai tiranni nel corso della storia".
La comunità coranica iraniana ha invitato gli studiosi islamici, le organizzazioni internazionali come l'Organizzazione per la Cooperazione Islamica (OIC) e le nazioni a maggioranza musulmana a condannare l'affronto e a mobilitare sforzi politici, legali e mediatici in difesa dei valori islamici.
"La voce dei nostri studiosi e pensatori deve essere di saggezza e coraggio", esorta la dichiarazione, citando la Sura Ash-Shu'ara (26:227): "E coloro che hanno commesso torti sapranno a quale [tipo] ricompensa saranno restituiti".
Questo versetto promette la vittoria della verità sulla falsità e il fallimento degli oppressori, afferma.
"Basandosi su questa promessa divina e ispirata dalla sua gloriosa storia, la Ummah islamica dimostrerà ancora una volta che non si arrenderà alle cospirazioni dei suoi nemici, ma proseguirà il cammino della resistenza e del risveglio con dignità e autorità".
La dichiarazione si conclude con il voto di resistere a qualsiasi aggressione, dichiarando la disponibilità a "mobilitare tutte le risorse, sia in Iran che a livello globale, per affrontare e sconfiggere questi malvagi cospiratori".
Nel suo consueto linguaggio vile, venerdì il presidente degli Stati Uniti ha lanciato una serie di insulti contro l'ayatollah Ali Khamenei, sostenendo che aveva impedito al regime israeliano e alle forze armate americane di assassinarlo.
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