Gli Stati Uniti hanno deciso di imporre sanzioni a Francesa Albanese, Relatrice Speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani nei Territori Palestinesi, a causa delle sue aperte critiche e della sua denuncia del genocidio in atto nella Striscia di Gaza da parte del regime israeliano.
In un post sui social media pubblicato mercoledì, il Segretario di Stato Marco Rubio ha dichiarato di aver deciso di imporre misure punitive nei confronti di Albanese.
Rubio l’ha accusata di aver tentato di indurre la Corte Penale Internazionale (CPI) a emettere mandati di arresto contro il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e l’ex ministro degli Affari militari del regime, Yoav Gallant.
Il tribunale ha emesso i mandati di cattura, lo scorso novembre, per i crimini di guerra e i crimini contro l’umanità commessi da Netanyahu e Gallant nella Striscia di Gaza, dove, dall’ottobre 2023, il regime conduce una guerra di genocidio fortemente sostenuta dagli Stati Uniti.
Prima dell’emissione dei mandati da parte del tribunale, Albanese aveva redatto un rapporto storico per il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, affermando che le operazioni militari del regime a Gaza mostravano “prove prima facie dell’intenzione di distruggere sistematicamente i palestinesi come gruppo”. Le atrocità, aveva aggiunto, indicavano di fatto un genocidio ai sensi della Convenzione ONU sul genocidio.
Nel periodo precedente all’autorizzazione dei mandati, Albanese aveva anche proposto alle Nazioni Unite di valutare la sospensione del regime dall’adesione per le sue violazioni mortali.
Ha costantemente utilizzato il termine genocidio in numerosi rapporti, anche condannando il regime per aver compiuto uno dei “genocidi più crudeli della storia moderna” e dichiarando Gaza un “laboratorio” per le armi israeliane.
Durante una sessione ONU del mese scorso, ha sollecitato un embargo totale sulle armi, oltre a sanzioni e disinvestimenti contro i sostenitori statali e aziendali del regime.
Ha specificamente nominato decine di aziende, tra cui Lockheed Martin, Palantir, Caterpillar, Volvo, BNP Paribas, Barclays, Pimco e Vanguard, denunciandole per aver facilitato una “economia del genocidio”.
Rubio ha inoltre affermato che Albanese aveva cercato di istigare la corte a intraprendere azioni punitive contro funzionari e aziende statunitensi, definendo i presunti sforzi “illegittimi e vergognosi”.
“La campagna di guerra politica ed economica di Albanese contro gli Stati Uniti e Israele non sarà più tollerata”, ha aggiunto.
Il funzionario USA, nel frattempo, ha promesso che Washington avrebbe continuato a sostenere il regime nel suo “diritto all’autodifesa”.
Gli Stati Uniti hanno riversato miliardi di dollari in aiuti militari nelle casse del regime, da utilizzare per rafforzare il genocidio, garantendone un incrollabile sostegno politico, proteggendo Tel Aviv dalle azioni punitive delle Nazioni Unite.
(Fonti: PressTV, X, Telegram).