Il Muslim Ban è stato oggetto di manifestazioni e ricorsi. Così la scelta di Trump di rifarne uno 'nuovo' a prova di ricorso. Ma parte che non sarà così facile: si sta allargando infatti negli Usa il fronte degli Stati contrari al nuovo 'muslim ban' ordinato dal presidente Donald Trump, nonostante le modifiche rispetto al primo executive order per il bando degli ingressi negli Stati Uniti da Paesi a maggioranza musulmana.
Il primo ricorso legale è stato lanciato due giorni fa dallo stato delle Hawaii e a ruota il General Attorney di Washington, Bob Ferguson, ha annunciato l'intenzione dello Stato di New York di unirsi alla protesta per vie legali. Poi anche il ministro della Giustizia del Massachusetts, Maura Healey, ha dichiarato a sua volta il ricorso contro il nuovo muslim ban. E ora anche l'Oregon si sta per accodare.
La prima iniziativa contro la versione originale del bando agli ingressi da sette Paesi a maggioranza musulmana (poi l'Iraq è stato escluso e la nuova versione prevede solo sei Stati) era arrivata dallo Stato di Washington e sulla base del ricorso il giudice James Robart a Seattle aveva bloccato l'applicazione dell'ordine presidenziale. Ferguson ha ora fatto sapere che chiederà a Robart di confermare la sospensione anche del bando rivisto.
"Il mio messaggio al presidente Trump è: rallentiamo un po'", ha detto Ferguson ieri, sottolineando che il primo ordine era stato frettoloso e che il secondo "ripropone varie misure e ha le stesse motivazioni illegali dell'originale".
Robart ha accolto la richiesta dello Stato dell'Oregon di unirsi a Washington e Minnesota nel ricorso contro il muslim ban. Globalist