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Commento alla Sura al-Hamd - parte 2

23:58 - March 12, 2018
Notizie ID: 3482662
Iqna - Vi proponiamo il commento alla sura al-Hamd(sura Aprente) dell'Imam Ruhollah Khomeini


Commento alla Sura al-Hamd - parte 2

Della Sura benedetta "al-Hamd", o "Aprente"

"Mi rifugio in Allah (SwT) contro Satana il malvagio. Nel nome di Allah (SwT), il Clemente, il Misericordioso. Lode a Allah (SwT), Signore del Creato...".

E’ opinione che il recitare "Nel nome di Allah (SwT)", nelle diverse Sure coraniche, abbia a che fare con i versetti che immediatamente seguono, ed è stato altresì sostenuto che queste Basmala siano invocazione comune a tutte le Sure; tuttavia è più probabile che esse siano parte integrante della Sura medesima. Prendiamo come esempio la Sura al-Hamd: "Nel nome di Allah (SwT), il Clemente, il Misericordioso. Lode a Allah (SwT)". Avremo: "la Lode è sul nome di Allah (SwT), il Benedetto e Trascendente". E il nome altro non è che il segno atto ad identificare cose e persone. Di qui il valore vitale di segno. Che il nome viene ad assumere: altrimenti, chi o che cosa è Zeid?

Dei nomi di Allah (SwT) quale segno della Sacra Essenza

Da quanto abbiamo detto si evince immediatamente che i nomi di Allah (SwT) sono, quindi, segno della Sua Sacra Essenza, a mente umana accessibile; ma la consistenza dovuta a questa Essenza nessuno ha saputo intenderla.

Persino il Sigillo dei Profeti (S), il più saggio e nobile dell’intera umanità, ha dovuto desistere: nessuno sa che cosa sia quest’essenza, se non la Sacra Essenza stessa. Tutto ciò che all’uomo è dato sapere sono i nomi, ma questi stessi hanno delle gerarchie interne: alcuni li possiamo discernere, altri, invece, sono patrimonio esclusivo degli Amici di Allah (SwT), del Santo Profeta (S) e da tutti coloro che da lui furono iniziati.

Del Mondo come segno di Allah (SwT)

Ora, se l’intero creato è nome di Allah (SwT), quale riflesso avremo che questo è il Segno: quindi l’esistenza stessa delle creature è testimonianza diretta dell’Essenza divina di Allah (SwT) Trascendente. Ma, allo stesso modo di prima, ad alcuni è dato di cogliere con pienezza il Segno dell’Essere, ad altri, viceversa, di averne una visione quantomeno sommaria. A quest’ultima è traccia inequivocabile, quindi ovvia, l’esistenza: da sé, peraltro, nessuna creatura-segno può scaturire.

Dell’Esistenza: da sé non può scaturire

Per natura e intelligenza l’uomo è in grado di comprendere benissimo come nessun esistente possa mai manifestarsi per sua propria volontà. Un "possibile" può originarsi da "possibile", ma solo se l’esito finale di tale catena sia un’esistenza che si identifica con l’essenza: cioè un’essenza è tale solo quando l’esistenza non ne sia separabile. E’ quindi incompatibile il pensare che la manifestazione e/o la metamorfosi della creatura possa avvenire in modo autonomo.

Ugualmente, coloro che sostengono come all’inizio il mondo non esistesse se non quale spazio infinito - a parte la questione dell’infinito, già discutibile in sé - che in lento processo sarebbe andato costituendosi quale vapore uniforme, per poi, con nuova metamorfosi, giungere alle condizioni constatabili, questi, dicevo, professano idee che già l’intelligenza rigetta: non è possibile che un essere possa manifestarsi o mutarsi senza il concorso di cause esterne.

E’ notorio, perché l’acqua si trasformi in ghiaccio, oppure giunga ad ebollizione, occorre ricercarne la causa: da sola non può certo alterare a piacere la sua temperatura portandola al di sotto dello zero o, viceversa, oltre i cento gradi, bensì rimarrà qual’è in eterno. E perché, poi, l’acqua abbia a inquinarsi, abbisogna sempre d’altro intervento.

Quindi, se la non-esistenza non necessita di alcuna interpretazione, ora che la creatura giunge allo stadio dell’esistenza, qui occorre sempre ricercare la causa.

Delle Creature quale Segno di Allah (SwT)

L’intelletto umano può intendere - con visione globale quindi sommaria, e per questo impossibilitata a comprendere pienamente - che le creature sono i nomi-segni di Allah (SwT). Ma sempre ad esso sfugge il senso vero del Nome. Certo, quando vogliamo indicare qualche cosa, possiamo dire: "lampada, automobile, Zeid, ecc.".

Diversamente, sempre per l’intelletto, questi nomi mostrano la più grande impotenza allorché cerchiamo di rintracciare la realtà infinita, l’Esistenza Assoluta - non solo possibile - cui sono, quali attributi totalizzanti, tutte le perfezioni senza limite né fine.

Della limitatezza delle creature solamente possibili

L’essere transeunte e possibile non va certo confuso con l’Essere Assoluto necessario e senza fine; è quindi naturale e comprensibile che tale essere conosca dei limiti. L’Essere necessario, invece, quello che non conosce fine, deve necessariamente trovarsi comprensivo di tutte le perfezioni, ché, qualora fosse deficitario pure d’una sola, scadrebbe anch’esso al rango dei limitati, frustrando in tal modo la nostra aspirazione a riconoscerlo quale necessario e assoluto.

Nel creato, poi, così come prodotto dell’Essere, si trovano ripartiti gli attributi della perfezione nella molteplicità dei segni che lo compongono ma, trattandosi simultaneamente di sintesi e di difetto, nel rispetto di una gerarchia. Ne consegue che ad alcuni nomi soli sia dato di contenere l’insieme degli Attributi divini, pur sempre, come è ovvio, nella misura possibile a cosa creata. E’ questo il caso del Nome Supremo.

 

 

traduzione:Al-Islam.org

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