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Russia: esposta al pubblico una delle prime traduzioni del Sacro Corano in lingua russa

20:32 - November 21, 2020
Notizie ID: 3485687
Tehran-Iqna- Una delle prime copie della traduzione del Sacro Corano in lingua russa è stata esposta al pubblico nel museo di Kazan

Una delle prime copie della traduzione del Sacro Corano in lingua russa è stata esposta al pubblico nel museo di Kazan.

Secondo il sito di notizie Al-Manar la scorsa settimana la città di Kazan, capoluogo della Repubblica autonoma russa del Tataristan, ha ospitato una mostra intitolata "Caterina la Grande, l'età d'oro dell'impero russo", esponendo una delle prime traduzioni del Sacro Corano in lingua russa, quella effettuata da Mikhail Veryovkin ed uscita in Russia nel 1787.

La mostra, che è avvenuta come parte del Festival del Museo Ermitage, ha visto l'esposizione di una serie di opere e manufatti risalenti all'età di Caterina II di Russia.

Mikhail Piotrovsky, direttore del Museo Ermitage di San Pietroburgo, alla cerimonia di apertura in videoconferenza ha affermato:

“Questa mostra è un simbolo dell'amicizia che ci lega ai musei di Kazan. Abbiamo portato al centro del Tataristan molte opere rare e preziose che Caterina II ha raccolto nel corso della sua vita ”.

Airat Siba Gatulin, direttore del Museo di Kazan, ha dichiarato:

“La mostra presenta 500 opere rare tra cui una copia unica della traduzione del Sacro Corano in russo realizzata per ordine di Caterina II, documenti storici relativi alla rivolta contadina guidata da Yemlian Bogachev (1773-1775) a cui hanno partecipato contadini del Tataristan, oltre a dipinti, opere d'arte, abiti ed effetti personali di Caterina II, che l'imperatrice usò durante il suo viaggio a Kazan nel 1767".

La traduzione di Mikhail Veryovkin è considerato come il secondo tentativo di traduzione del Libro Sacro islamico in lingua russa. La prima traduzione fu quella di Pyotr Postnikov, uscita agli inizi del XVIII secolo durante il regno di Pietro il Grande sotto il nome di "Il Corano di Maometto, o la Legge Turca".

La versione tradotta da Veryovkin è quella letta e studiata dal famoso poeta e scrittore russo Alexander Pushkin  e presa come base per le sue riflessioni sull'Islam e il Profeta Mohammad (Che Dio benedica lui e la sua famiglia).

 

 

 

 

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