Quds News Network. Diversi Paesi arabi, tra cui Qatar, Palestina e Giordania, hanno condannato la pubblicazione da parte di Israele di mappe che rivendicano aree di Palestina, Giordania, Libano e Siria come parte di Israele.
Gli account ufficiali dei social media israeliani hanno condiviso una mappa della “Israele storica”, affermando che queste regioni fanno parte della cosiddetta “grande Israele”.
Qatar, Giordania e Palestina hanno denunciato con forza questa azione.
Qatar.
“Avvertiamo che la pubblicazione delle presunte mappe ostacolerebbe le opportunità di pace nella regione”, ha dichiarato il ministero degli Esteri del Qatar in un post su X.
“Sottolineiamo la necessità che la comunità internazionale si assuma le proprie responsabilità legali e morali per costringere l’occupazione israeliana a rispettare le risoluzioni di legittimità internazionale”.
Giordania.
Il ministero degli Esteri giordano ha definito la mappa israeliana “provocatoria e priva di fondamento” e “rivendica falsamente diritti territoriali storici per Israele”.
Il ministero ha affermato che la pubblicazione della mappa coincide con le “dichiarazioni razziste” del ministro delle Finanze israeliano di estrema destra Bezalel Smotrich sull’annessione della Cisgiordania occupata e sulla costruzione di colonie a Gaza.
Queste azioni israeliane “non diminuirebbero la sovranità della Giordania né altererebbero i diritti legittimi del popolo palestinese”, ha dichiarato il ministero, invitando il governo israeliano “a cessare immediatamente queste azioni provocatorie e a fermare le dichiarazioni sconsiderate dei funzionari israeliani, che non fanno altro che alimentare le tensioni e contribuire all’instabilità della regione”.
Palestina.
Il portavoce dell’Autorità Palestinese, Nabil Abu Rudeineh, ha definito la mappa israeliana “una palese violazione di tutte le risoluzioni di legittimità internazionale e del diritto internazionale”.
Ha affermato che le provocazioni israeliane, insieme agli attacchi dei coloni, richiedono “un’urgente presa di posizione internazionale per fermare ciò che il popolo palestinese sta subendo dalla guerra e dalla distruzione”.
Il portavoce palestinese ha invitato la prossima amministrazione statunitense “a lavorare per fermare tutte le politiche, le azioni e le procedure israeliane che non servono alla sicurezza e alla pace nella regione”.
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