La mubahila, uno degli eventi più significativi nella missione del Profeta Mohammad (Dio benedica lui e la sua famiglia), è considerata la "prova d'oro" della verità dell'Islam e dello sciismo.
Lo ha affermato l'Hojjat-ol-Islam Seyyed Mohammad Reza Hashemi Tehrani, direttore della Scuola Superiore Anvar al-Hikma.
Parlando con l'agenzia IQNA, Hashemi Tehrani ha sottolineato le profonde implicazioni di questo evento per l'umanità.
"Quando il Profeta (Dio benedica lui e la sua famiglia) si riferisce all'Imam Ali (pace su di lui) come alla sua stessa anima, è dimostrato per tutta l'umanità fino al giorno del giudizio che la verità di questa fede e scuola di pensiero non è qualcosa da trascurare", ha affermato Hashemi Tehrani.
La mubahila, un evento documentato dal Corano, coinvolse il Profeta Mohammad (SW) e alcuni esponenti del clero cristiano di Najran, una zona a sud della penisola arabica. Il Profeta e il clero cristiano si sfidarono in una sorta di duello spirituale, invocando la maledizione divina su chiunque delle due parti avesse mentito.
Nel momento della prova, il Profeta (SW) portò con sé sua figlia Fatima Zahra (pace su di lei), suo marito, nonchè cugino del Profeta, l'Imam Ali (AS) e i loro figli Hasan (AS) e Hosein (AS), dichiarando: "A chi polemizza con te, ora che hai ricevuto la saggezza, di' solo: 'Venite, chiamiamo i nostri figli e i vostri figli, le nostre donne e le vostre donne, noi stessi e voi stessi, e preghiamo con fervore, per scagliare la maledizione di Dio su coloro che mentono'" (Surah Ale-Imran, versetto 61).
Hashemi Tehrani ha evidenziato la reazione dei cristiani alla scelta degli accompagnatori da parte del Profeta (SW): "Quando hanno visto il Profeta portare sua figlia, suo genero e i suoi nipoti, hanno concluso razionalmente che stava dicendo la verità. Altrimenti non avrebbe messo a repentaglio la vita dei suoi cari".
La mubahila non è un'esclusiva del Profeta (SW) e della sua famiglia. E' una tradizione religiosa praticata dai compagni degli Ahl al-Bait (AS) e incoraggiata dagli Imam. "Questo dimostra che gli insegnamenti religiosi sono sostenuti da un solido fondamento esistenziale e metafisico", ha spiegato Hashemi Tehrani. "Altrimenti si temerebbe di mettere a repentaglio la propria vita ed incolumità invocando la punizione divina".
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