Almayadeen. Le fazioni palestinesi, tra cui il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (FPLP), i Comitati di Resistenza e altri gruppi, hanno condannato fermamente l’arresto da parte di “Israele” del giornalista di Al Mayadeen, Nasser al-Lahham, definendolo un disperato e vano tentativo di mettere a tacere la verità.
Un’ondata di dichiarazioni di condanna ha fatto seguito all’arresto, ritenuto ingiustificato e illegale, del caporedattore di Al Mayadeen nella Palestina occupata, avvenuto all’alba di lunedì.
Fonti locali hanno riferito che l’arresto è stato accompagnato da atti deliberati di vandalismo: i soldati hanno fatto irruzione nella residenza di al-Lahham, distrutto mobili e confiscato i telefoni cellulari personali suoi e dei familiari.
Il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina ha dichiarato che “l’arresto dell’eminente giornalista e caporedattore di Al Mayadeen, Nasser al-Lahham, è un disperato tentativo di mettere a tacere la voce della verità.”
La dichiarazione del FPLP ha sottolineato che “l’arresto del nostro collega e ciò che rappresenta non fa che confermare l’incapacità del nemico di affrontare la crescente realtà della propria fragilità e del proprio esaurimento militare e morale”.
Ali Faisal, vicepresidente del Consiglio Nazionale Palestinese, ha espresso piena solidarietà ad Al Mayadeen e al suo capo redattore in Cisgiordania, affermando che l’emittente “riporta la realtà per quella che è”.
Da parte loro, i Comitati della Resistenza Palestinese hanno denunciato l’arresto di al-Lahham, descrivendolo come “un atto disperato e una fallimentare tattica sionista, che non riuscirà mai a mettere a tacere la verità rappresentata da Al Mayadeen.
”I comitati hanno affermato che l’arresto di Nasser al-Lahham e il vandalismo intenzionale della sua casa rivelano la profonda paura, la confusione e la mentalità vendicativa di “Israele”.
Nella loro dichiarazione, i comitati hanno invitato tutti i sindacati, le organizzazioni arabe, islamiche e nazionali a condannare il crimine che ha portato all’arresto di Lahham.
Il Movimento dei Mujahideen Palestinesi ha a sua volta condannato “fermamente l’arresto da parte delle forze di occupazione sioniste del giornalista Nasser al-Lahham, direttore dell’ufficio palestinese di Al Mayadeen TV, e la distruzione della sua abitazione, azioni che smascherano la natura criminale e terroristica del governo di occupazione”.
“La detenzione di al-Lahham riflette la politica sionista sistematica volta a mettere a tacere il dissenso, sopprimere la verità e tentare disperatamente di indebolire il ruolo di Al Mayadeen – e della stampa libera – nel denunciare i crimini dell’occupazione”, si legge ancora nel comunicato.
Il movimento ha ribadito la propria solidarietà ad Al Mayadeen e a Nasser al-Lahham, sottolineando che il fatto che Israele abbia preso di mira la rete dimostra che essa è “sulla strada giusta”.
Nel frattempo, il Centro per la Protezione dei Giornalisti Palestinesi ha condannato fermamente l’arresto di al-Lahham, affermando che le azioni israeliane rivelano la “mentalità vendicativa” sempre più presente negli apparati di sicurezza dello Stato occupante.
Il PJPC ha sottolineato che dall’ottobre 2023, oltre 56 giornalisti palestinesi sono detenuti nelle carceri israeliane, e 22 di loro rischiano la detenzione amministrativa senza alcuna accusa né un giusto processo.
Il PJPC ha ribadito il suo appello urgente alle Nazioni Unite e alle organizzazioni internazionali per i diritti umani, chiedendo un intervento immediato per fermare tali violazioni, assicurare i responsabili alla giustizia e porre fine all’impunità contro i giornalisti palestinesi.
I Comitati Democratici Palestinesi in Germania hanno dichiarato: “Condanniamo con la massima fermezza la detenzione arbitraria dell’eminente giornalista palestinese Nasser al-Lahham”.
Hanno aggiunto che l’arresto rientra in un sistematico schema di violazioni ai danni dei giornalisti palestinesi da parte di “Israele”, descrivendolo come un “tentativo disperato di mettere a tacere le voci indipendenti”.
Il Partito del Congresso Popolare del Libano ha anch’esso condannato l’arresto, affermando: “Condanniamo con forza l’arresto da parte del nemico sionista dell’ufficio di Al Mayadeen TV nella Palestina occupata”, chiedendone la pronta liberazione.
D’altra parte, Hezbollah ha pubblicato una dichiarazione in risposta all’arresto di Nasser, affermando che ciò avviene “come parte del sistematico programma israeliano di seppellire la verità”.
La dichiarazione di Hezbollah ha sottolineato la loro “piena solidarietà con il nostro compagno al-Lahham, Al Mayadeen e tutti i giornalisti che si sforzano di diffondere la verità nonostante le circostanze pericolose”.
Anche il Partito Giordano di Unità Popolare Democratica ha condannato l’arresto e il saccheggio della casa di Lahham, affermando che “questa detenzione criminale espone la paura e l’isteria che le autorità israeliane provano di fronte ai media liberi e impegnati”.
Il partito ha lodato Al Mayadeen per il suo impegno incrollabile a favore della Palestina e delle comunità oppresse, sottolineando che l’emittente dà voce alla resistenza di Gaza, promuove la solidarietà globale e rifiuta ogni legame con l’occupazione, mantenendo un giornalismo indipendente ed etico.
In risposta all’azione di “Israele”, la Federazione Internazionale dei Giornalisti ha condannato severamente l’arresto, invitando “le organizzazioni umanitarie di tutto il mondo a chiedere il rilascio” di Lahham.
“Ancora una volta, Al Mayadeen ha dimostrato di essere un punto di riferimento per il giornalismo professionale, con la Federazione Internazionale dei Giornalisti che ha riconosciuto l’ultimo traguardo del canale come un’ulteriore testimonianza del suo incrollabile impegno per la verità e un giornalismo basato sui principi”, si legge nel comunicato.
La Federazione Internazionale dei Giornalisti ha denunciato la detenzione di Lahham come totalmente ingiustificabile, sottolineando la flagrante violazione da parte di “Israele” della libertà di stampa e degli standard sui diritti umani.
In un comunicato, Al Mayadeen ha affermato che le forze dello Shin Bet israeliano hanno fatto irruzione nell’abitazione del giornalista al-Lahham, perquisendo violentemente la proprietà e sequestrando i suoi telefoni, distruggendo al contempo i dispositivi elettronici della famiglia, in quella che l’emittente ha definito un’ulteriore escalation nella sistematica presa di mira da parte di “Israele” dei giornalisti palestinesi. “Non siamo sorpresi dalle pratiche sadiche dell’occupazione”, ha affermato Al Mayadeen, “né dalla sua persistente ostilità verso il giornalismo, i giornalisti e il diritto di raccontare la verità”.
Traduzione per InfoPal di F.L.
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