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Strage di Bondi Beach e una verità complessa: vittime ebree, eroe musulmano

23:52 - December 16, 2025
Notizie ID: 3492246
Tehran-Iqna- La strage di Bondi Beach a Sydney ha rivelato una verità complessa: la violenza ha colpito una celebrazione ebraica, ma l’uomo che ha fermato l’attacco era un musulmano. Il modo in cui molti media hanno trattato la strage mette in luce una politica selettiva in cui prevale il pregiudizio contro i musulmani

La strage di Bondi Beach rivela una verità complessa: vittime ebree, eroe musulmano

 

La sparatoria avvenuta sulla spiaggia di Bondi, nel primo giorno della festa ebraica di Hanukkah, è stata innanzitutto una tragedia umana e un atto di violenza antisemita. L’attacco ha lasciato almeno 15 morti, famiglie distrutte e una città in lutto.

Secondo l’analisi di Syed Unns, ogni discussione deve partire dal riconoscimento che l’obiettivo era la comunità ebraica in un momento sacro. Tuttavia, come spesso accade in occidente, episodi di violenza pubblica vengono rapidamente assorbiti in narrazioni politiche più ampie, spesso prima che le indagini siano concluse.

Capro espiatorio e disinformazione

Poche ore dopo l’attacco, le piattaforme social erano già invase da speculazioni e accuse contro i musulmani, con collegamenti infondati all’Islam e alla migrazione. Alcuni utenti hanno persino diffuso video di fuochi d’artificio natalizi sostenendo che “islamisti” stessero celebrando la strage.

L’eroe musulmano

Un fatto rimasto in secondo piano è che uno degli uomini intervenuti per fermare l’attentatore era musulmano: Ahmed al-Ahmed, fruttivendolo siriano, ha affrontato e neutralizzato l’assalitore, salvando molte vite. Il suo coraggio immediato contrasta con le accuse collettive rivolte ai musulmani, ma la sua storia ha avuto meno diffusione rispetto alla disinformazione.

Politica selettiva della violenza

Unns evidenzia una contraddizione: quando l’attentatore è musulmano, la violenza viene interpretata come minaccia “civilizzazionale”, con richieste di sorveglianza e restrizioni. Quando non lo è, si parla di crisi di salute mentale o di “lupi solitari”. Questo doppio standard alimenta l’odio anti-islamico e distorce la comprensione pubblica della violenza.

Conseguenze sociali

Attribuire ossessivamente la violenza all’Islam distrae dalle minacce reali, come l’estremismo di destra, la radicalizzazione online e le carenze nei sistemi di salute mentale. Inoltre, mina la fiducia sociale e rafforza la marginalizzazione delle comunità islamiche.

Una scelta per l’Australia e l’occidente

La strage di Bondi Beach dovrebbe essere ricordata con solennità, non strumentalizzata. Le vittime ebraiche meritano giustizia, e figure come Ahmed al-Ahmed meritano riconoscimento non per la loro identità religiosa, ma per il loro coraggio. La lezione, conclude Unns, è che l’umanità non appartiene a una sola identità: finché le società occidentali non impareranno a confrontarsi con la violenza senza ricorrere a capri espiatori, tragedie come Bondi continueranno a servire non solo chi commette violenza, ma anche chi le sfrutta.

 

 

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