«Siamo qui per dire che l’Islam non c’entra niente con il terrorismo, che in tutto il mondo noi siamo le prime vittime del terrorismo dell’Isis». Così, microfono in mano il rappresentante dei giovani musulmani. Attorno a lui cinquanta sessanta persone, mentre un sole spento lascia il posto al primo vero pomeriggio gelido della stagione.
Ceri accesi e fiori per le vittime degli attentati, qualche cittadino curioso e tante telecamere perché per la prima volta i musulmani cosidetti moderati sono scesi in piazza in contemporanea in tutto il mondo per dire chiaramente “Not in my name” non in mio nome. Un segnale storico da parte di una comunità che spesso in passato è stata accusata di essere troppo silenziosa di fronte al terrorismo di matrice islamica.
Realtà complessa quella islamica, tante comunità di tanti paesi e di lingue diverse, a metterci la faccia oggi in piazza Municipio è soprattutto la comunità magrebina, con l’associazione “Un ponte per l’integrazione” e “L’associazione delle famiglie magrebine”, forse anche perché è tra le più integrate: la maggior parte di loro sono lavoratori, operai venuti qui tren’anni fa, tanto lavoro e tanto impegno nell’associazionismo. Nella piazza anche qualche italiano, non solo politici, persone normali come una ragazza: «Sono qui per stringere la mano a queste persone che hanno avuto il coraggio di esporsi».
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