IQNA

La Luce del Corano-Esegesi del Sacro Corano,vol 1 - Parte 95- Sura Al-Bagharah - versetto 190

22:32 - June 05, 2020
Notizie ID: 3485135
Iqna - La prima traduzione del Sacro Corano e del Tafsir (esegesi) fatta direttamente dall'arabo. Il primo volume comprende la traduzione ed il commentario della Sura al-Fatiha (I Sura) e della Sura al-Baqara (II Sura)

La Luce del Corano-Esegesi del Sacro Corano,vol 1 - Parte 95- Sura Al-Bagharah - versetto 190

 

Sura al-Baqarah Versetto 190

وَقَاتِلُواْ فِي سَبِيلِ اللّهِ الَّذِينَ يُقَاتِلُونَكُمْ وَلاَ تَعْتَدُواْ إِنَّ اللّهَ لاَ يُحِبِّ الْمُعْتَدِينَ ﴿190﴾

196. Combattete sulla via di Allah contro coloro che vi combattono, e non prevaricate: in verità, Allah non ama coloro che eccedono i limiti {da Lui imposti}.

Commento

Bin Abbas narra che questo versetto fu rivelato in occasione della Pace di Hudaybiyyah. Un anno, il santo Messaggero di Allah, con millequattrocento dei suoi seguaci, si preparò per il sacro rito dell’umrah. Quando arrivarono nei pressi di Hudaybiyyah {località vicina alla sacra città della Mecca}, i politeisti impedirono loro di entrare alla Mecca, e di eseguire l’umrah. Dopo una lunga trattativa, arrivarono ad un accordo con il sommo Profeta (S), e s’impegnarono affinché egli potesse, l’anno successivo, venire alla Mecca ed eseguire l’umrah; gli promisero inoltre che avrebbero sgombrato la città per permettergli di eseguire il tawaaf della sacra Casa di Allah.

L’anno seguente, quando il santo Profeta (S) e i suoi fedeli si prepararono per andare alla Mecca, temevano che i politeisti non rispettassero i patti, e impedissero loro di entrare nella santa città, e che ciò provocasse una guerra tra di loro. Il nobile Profeta (S) era preoccupato di dover combattere in uno dei mesi in cui la guerra è proibita, ma ad un tratto Allah rivelò in versetto il esame e permise loro di difendersi, e combattere in un’eventuale battaglia contro i politeisti.

Il glorioso Corano in questo nobile versetto ordina ai mussulmani di combattere coloro che li attaccano, e di difendersi con qualsiasi mezzo lecito che hanno a disposizione. È dunque finito il periodo in cui i credenti dovevano pazientare e sopportare le ingiustizie dei miscredenti e dei politeisti. Ora possono combattere e difendere i propri diritti.

Perché dobbiamo combattere, e contro chi?

Da questo versetto possiamo dedurre tre fondamentali concetti, che chiariscono completamente come la sacra religione islamica concepisce la guerra.
Con l’espressione “Combattete sulla via di Allah” il sacro Verbo d’Allah vuole esprime l’obiettivo principale per il quale devono combattere i credenti, i quali, secondo l’Islam, non devono combattere per vendicarsi, per conquistare le terre altrui, per dominare gli altri popoli, per depredare il loro denaro e le loro ricchezze, e occupare le loro terre. La religione islamica ci permette di impugnare le armi e intraprendere la jihad solo sulla via del Signore Eccelso, per diffondere le leggi divine, realizzare la giustizia, e sradicare la miscredenza, l’empietà e l’ingiustizia.

Dall’espressione “contro coloro che vi combattono”, è possibile comprendere chiaramente che ai mussulmani è permesso solo difendersi, e non attaccare per primi, ad eccezione però dei casi che esporremo piú avanti, nel commento ai versetti della Jihad, nei quali possono anche iniziare la guerra per primi.
Da questo versetto è inoltre possibile dedurre che i mussulmani non hanno assolutamente il diritto di fare guerra ai civili, ai non militari, come i vecchi, i bambini e le donne, perché essi non combattono contro di loro.

È per questo motivo che la grande Guida dell’Islam, il nobile imam Alì Ibn Abu Talib (as), ordina ai suoi soldati: “Non attaccateli finché non vi attaccano, poiché, in verità, grazie a Dio, voi siete nel giusto, e il fatto che non siete voi a iniziare la guerra è un’altra prova del fatto che siete nel giusto”1

Le dimensioni della guerra permessa dall’Islam, sono poi determinate dalla frase “e non prevaricate”, poiché la guerra, nella religione islamica, è per Dio, e sulla Sua via, e persegue sacri obiettivi. Sulla via del Signore Eccelso non è ammessa alcuna prevaricazione. È altresì per questo motivo che l’Islam fa, ai suoi fedeli in guerra, numerose raccomandazione etiche. Ad esempio, vieta ai mussulmani di combattere coloro che hanno deposto le armi, o che non hanno la forza di combattere; proibisce di distruggere i giardini e gli alberi, e di inquinare le terre e le acque.

Il santo imam Alì (as) dice: “Quando con l’aiuto di Allah sconfiggete l’armata nemica, non uccidete i fuggiaschi e i feriti, non molestate le donne, quand’anche vi offendano e insultino i vostri capi”2
Con quanto abbiamo detto commentando questo sacro versetto, è possibile smentire coloro che accusano la Jihad islamica d’essere crudele e violenta. Nel commento degli altri versetti della Jihad daremo maggiori spiegazioni in merito

  • 1.Nahj ul-Balaghah (Abduh), pag. 453 (Beirut).
  • 2.Ibidem.

 

 

 

Mustafa Milani Amin
Al-Islam.org

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