IQNA

Alluhuf, Le vicende di Karbala - parte 8

9:35 - September 21, 2020
Notizie ID: 3485492
Iqna - Il presente libro è la narrazione della tragica vicenda di Karbalà ed è la traduzione, dalla versione persiana, dell’opera “Alluhúf Alà Qatla-t-tufúf” del grande sapiente shi°ita Sayyid Ibn Tawus

Alluhuf, Le vicende di Karbala - parte 8

Hurr Ibn Yazid sbarra la strada a Husseyn (as)

Due sole stazioni dividevano Husseyn (as) e i suoi compagni da Kufa, quando un esercito di mille cavalieri, con a capo Hurr Ibn Yazid, sbarrò loro la strada.

Husseyn (as) chiese: “Siete venuti ad aiutarci o a farci guerra?”. Hurr rispose: “O Aba Abdillah, siamo venuti a combattervi”. Husseyn (as) disse allora: “Non v’è forza né potenza che in Dio l’Elevato, il Magnifico”. Vi fu uno scambio di parole tra i due; ad un certo punto Husseyn (as) disse: “Se la vostra opinione è contraria a quanto avete scritto nella lettera che avete mandato e a ciò che i vostri inviati hanno detto, allora, ritorno da dove sono venuto”.

Hurr e i suoi compagni impedirono però all’Imam Husseyn (as) di fare quanto aveva deciso. Hurr disse: «O figlio dell’Inviato di Dio, scegli una strada che non ti conduca né a Kufa né a Medina, affinché io possa avere una scusa da presentare a Ibn Ziad, abbia modo di dirgli: “Husseyn ha percorso un sentiero tale che io non ho potuto vederlo”».

Husseyn (as) prese allora la strada di sinistra, raggiungendo una località chiamata Azib Al-hijànat; nel frattempo Hurr ricevette una lettera da Ibn Ziad. Questi lo rimproverava riguardo alla questione dell’Imam Husseyn (as), ordinandogli d’essere severo con lui. Hurr e i suoi uomini sbarrarono dunque, per la seconda volta, il passo all’Imam, il quale disse: “Non ci hai detto forse di cambiare percorso, di andare per un’altra strada, diversa da quella di Kufa e quella di Medina?”. Hurr rispose: “Sí! Ho però ricevuto una lettera del mio comandante Ubaidullah nella quale mi ha ordinato d’essere severo con te. Egli ha inoltre incaricato qualcuno di spiarmi affinché io esegua i suoi ordini”

L’Imam Husseyn (as) pronunciò a questo punto un discorso. Dopo aver lodato Dio e mandato benedizioni a suo nonno, l’Inviato di Dio (S), disse: “O gente, vedete che cosa ci è accaduto. In verità, il mondo è cambiato, ha manifestato la propria volgarità, le sue virtú sono morte. Il mondo ha le ore contate, paragonabili alle gocce che rimangono in fondo a un recipiente dopo averne svuotato il contenuto; ciò che rimane del mondo non è altro che una vita volgare, simile a un deserto salato.

Non vedete che non si pratica il vero e il falso non viene ostacolato?! È a causa di ciò che il credente aspira al martirio. In verità, la morte per me non è altro che beatitudine e la vita con gli oppressori non è altro che fastidio e difficoltà. La gente è schiava del mondo. ‘Religione’ è solo una parola che scorre sulle loro lingue: fintantoché le loro vite proseguono secondo il loro volere la osservano, quando però sono colpiti dalla disgrazia... pochi sono i veri religiosi!”

Zuhair Ibn Gain si alzò in piedi e disse: “O figlio dell’Inviato d’Allah, abbiamo sentito quanto hai detto. Questo caduco mondo non ha alcun valore per noi. Se questo mondo fosse costantemente esistito e noi fossimo stati eterni in esso, avrei preferito morire per te che vivere in esso per l’eternità”

Si alzò poi Hilal Ibn Nafi´ e disse: “Giuro su Dio che noi non abbiamo paura del martirio e non abbiamo assolutamente cambiato idea. Noi siamo amici dei tuoi amici e nemici dei tuoi nemici”

Si alzò anche Burair Ibn Khuzair: “O figlio del Profeta, giuro che Dio attraverso te ci ha concesso la grazia di aiutarti, di combattere al tuo fianco, di finire a pezzi per te e avere in cambio, nel Giorno del Giudizio, l’intercessione di tuo nonno”

Husseyn (as) arriva a Karbalà

L’Imam Husseyn (as) riprese il suo viaggio. L’armata di Hurr a volte gli impediva di proseguire e a volte lo inseguiva. Ciò durò fino al secondo giorno del mese di Muharram, giorno nel quale arrivarono a Karbalà. Appena Husseyn (as) vi fece ingresso chiese: “Qual è il nome di questa terra?”. Gli fu risposto: “Karbalà”. Egli disse allora: “O Allah, cerco la tua protezione dall’afflizione {Al-karb} e dalla disgrazia {Al-balà}”. Continuò poi dicendo: “Questo è luogo di afflizione e disgrazia. Scendete! Questo è il luogo ove dobbiamo scendere, il luogo in cui sarà versato il nostro sangue; qui saranno le nostre sepolture, ciò mi è stato rivelato da mio nonno, l’Inviato di Dio”. Tutti i membri della carovana di Husseyn (as) scesero e lo stesso fecero Hurr e i suoi uomini.

L’ansia di Zainab

Husseyn (as) si sedette e, recitando i seguenti versi, iniziò ad affilare la propria spada: “O destino, la tua amicizia non è durevole con l’amico. Non fai altro che dimostrarti ostile con esso. Dalla mattina alla sera ti fai molti amici, ma poi li uccidi. Invero la tua ostilità non è palese a nessuno. Ogni vivo va verso la morte. Eterno è solo il Signore”. Zainab sentí questi versi e disse: “Caro fratello, queste sono le parole di chi ha la certezza d’essere ucciso”. Husseyn (as) rispose: “Sí, cara sorella”. Zainab disse: “Dio mio! Husseyn dà la notizia del suo martirio”.

In questo momento le donne iniziarono a piangere, a colpirsi il viso con le mani e a lacerarsi i colletti. Ummu Kulthum urlò: “O Muhammad! O °Alì! O madre mia! O fratello mio! O Husseyn! O Abà Abdillah, cosa ne sarà di noi dopo di te”. Husseyn (as) la consolò e disse: “Cara sorella, pazienta per amor di Dio. In verità, le creature del cielo si estinguono, quelle della terra muoiono e tutta la gente perisce”. L’Imam proseguí dicendo: “O Ummu Kulthum, o Zainab, o Ruqayyah, o Fatima, o Rubàb! Quando io sarò ucciso badate di non lacerarvi i colletti, di non colpirvi il viso con le mani e di non pronunciare parole che Dio non vuole che voi pronunciate”

Un’altra tradizione dice che Zainab era seduta tra le donne e le bambine, lontano da Husseyn (as), e quando sentí quest’ultimo recitare i sopraccitati versi, senza avere in testa la maqni’ah, con il chador che strisciava per terra, venne dal fratello e disse: “Potessi morire io al tuo posto!

O vicario dei Passati e rifugio dei sopravvissuti, oggi sono morti mia madre Fatima, mio padre °Alì e mio fratello Hasan”Husseyn (as) la guardò e disse: “Cara sorella, bada che Satana non esaurisca la tua pazienza”. Zainab disse: “Sia io sacrificata per te! Sarai forse ucciso?”. Husseyn (as) celò la propria tristezza; iniziò a versare lacrime e disse: “Se di notte i cacciatori lasciassero stare il tarabuso esso se ne rimarrebbe a dormire” {come dire: “Se i Baní Umayyah mi avessero lasciato stare non avrei lasciato Medina”}.

Zainab disse: “Guai a me! Caro fratello, pensi forse di essere caduto nelle mani del nemico? Non hai piú speranza di rimanere vivo? Tutto ciò mi fa soffrire ancora di piú e mi rende piú difficile sopportare tutto questo dolore”. Dopodiché si lacerò il colletto, svení e cadde a terra. Husseyn (as) si alzò e versò un po’ d’acqua sul viso della sorella Zainab, facendola rinvenire. Cercò quindi di consolarla e le ricordò la perdita del nonno, l’Inviato d’Allah (S), e il martirio del padre, l’imam °Alì (as), per sminuire il proprio martirio e calmarla.

Forse, una delle ragioni per cui Husseyn (as) portò con sé la propria famiglia, era che se l’avesse lasciata nell’Hijàz o in un altro posto, Yazid Ibn Muawiah (che Iddio li maledica) avrebbe inviato i suoi uomini, l’avrebbe fatta prigioniera e l’avrebbe tormentata al punto da costringere Husseyn (as) a rinunciare alla Jihad e al martirio.

 

 

 

 

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