Un bambino è stato allontanato con la forza dalla sua famiglia musulmana dai "servizi di protezione dell'infanzia" tedeschi e dalle forze di polizia perché i suoi genitori gli avrebbero insegnato che l'omosessualità non è accettata nell'Islam!.
Un video diventato virale sul web mostra gli agenti di polizia che fanno irruzione nell'abitazione della famiglia musulmana per prelevare il bambino in modo forzoso, mentre alcune donne musulmane, membri della famiglia, cercano invano di convincere gli agenti a lasciare in pace loro figlio.
Nel video si vede il bambino che piange e tenta in tutti i modi di resistere al suo prelevamento forzato e allontanamento dalla famiglia.
Le immagini, che somigliano molto ad un rapimento, hanno scatenato un'ondata di indignazione e sgomento tra gli utenti dei social media e nella comunità islamica.
“In Germania questo bambino va a scuola, tirano fuori il tema dell'omosessualità e allora dice che è haram (proibito) secondo la sua religione. Quindi la scuola chiama i servizi di protezione dell'infanzia e la polizia si presenta a casa e lo porta via con la forza dalla sua famiglia", si sente in un commento al video.
Il fatto non sembra essere un caso isolato. Nei commenti sui social è riportato che ci sono molti casi simili in Germania e in diversi altri paesi europei come la Svezia dove portano via i bambini non solo da famiglie musulmane ma anche da alcune famiglie cristiane.
L'incidente è avvenuto dopo che gli insegnanti del bambino hanno appreso che i suoi genitori gli stavano insegnando che essere omosessuali era considerato un peccato per la religione islamica. Gli insegnanti hanno poi denunciato la cosa ai servizi di tutela dell'infanzia che si sono messi in contatto con la polizia per portarlo via.
Nel 2012, il Comitato nordico per i diritti umani (NHCR) ha scritto una lettera al Segretario generale del Consiglio d'Europa, condannando fermamente la pratica di "allontanamento distruttivo dei minori" che avviene nei paesi nordici, compresa la Svezia.
"Per lo più genitori giovani, famiglie monoparentali, famiglie economicamente ed educativamente più deboli, famiglie alle prese con problemi di salute e con genitori immigrati sono presi di mira dai servizi sociali in Svezia, Norvegia, Danimarca e Finlandia", era riportato nella lettera.
“Anche i genitori con convinzioni religiose e filosofiche che non sembrano essere politicamente accettate sono spesso ritenuti genitori inadatti, il che porta immancabilmente i servizi sociali ad allontanare i bambini dalle loro famiglie e collocarli in famiglie affidatarie”, aggiungeva la lettera.
Secondo la lettera, anche genitori altamente istruiti con professioni di alto profilo avevano subito l'interferenza degli assistenti sociali nella loro vita privata e familiare.
L'ultimo fatto avvenuto in Germania ha portato all'attenzione dell'opinione pubblica non solo il tema sempre presente dell'islamofobia in Europa, ma un problema più grande che sembra assumere le fattezze di un grande conflitto culturale con cui molti paesi occidentali saranno alle prese negli anni a venire.
Un conflitto tra una maggioranza di persone "normali" appartenenti a verie fedi religiose ed estrazioni socio-culturali legati in maniera naturale a principi e strutture che formano da sempre le basi del vivere civile delle società umane, in contrasto con una elitè dotata di potere politico, finanziario e mediatico, impregnata o comunque facente gli interessi di concezioni e tendenze pseudo progressiste. Un'elitè decisa a imporre tali idee alla maggioranza della società sia attrarverso mezzi induttivi invasivi come la manipolazione e il condizionamento mediatico, ma anche, qualora il condizionamento mediatico non dovesse essere sufficiente, facendo uso della forza bruta come dimostrano i prelievi forzati dei bambini dalle famiglie.
https://iqna.ir/en/news/3483362
Seguiteci su Facebook: https://www.facebook.com/iqnaItaliano