È trascorso esattamente un anno, da quando la Resistenza palestinese lanciò un massiccio attacco contro Israele. In pochi minuti la Resistenza sparò migliaia di razzi contro i Territori occupati, mentre centinaia di combattenti palestinesi si infiltrarono all’interno dei Territori, attaccando basi militari e kibbutz.
L’operazione, denominata Al-Aqsa Flood, iniziò alle 6:30 del 7 ottobre 2023, cogliendo di sorpresa il sistema difensivo israeliano. Israele perse in pochi minuti il controllo del confine tra Gaza e gli insediamenti israeliani confinanti, facendo emergere il totale fallimento dell’intelligence israeliana.
I media israeliani riferirono di un elevato numero di vittime, sottolineando che combattenti palestinesi erano stati avvistati per le strade di Sderot e in altri insediamenti confinanti con Gaza. I video circolati sui social media mostrarono soldati israeliani catturati dai combattenti della Resistenza palestinese. Altri filmati mostrarono combattenti palestinesi che rientravano a Gaza a bordo di veicoli militari sequestrati ai soldati israeliani.
La Resistenza palestinese tutta, unita e compatta come mai nella storia della Palestina, dichiarò che questo attacco era una risposta ai crimini israeliani a Gaza e in Cisgiordania. Da quel momento, iniziò l’inferno per milioni di civili palestinesi. Forte del sostegno e della complicità di Usa e Occidente, Israele scatenò una devastante guerra, ancora in corso. Di seguito alcune cifre del conflitto:
Bastano queste cifre per dare l’idea del livello di crudeltà e disumanità con cui Israele ha risposto a un legittimo attacco di un popolo sotto assedio da 80 anni. Proprio quest’ultimo aspetto viene colpevolmente omesso o ignorato dalla quasi totalità dei media mondiali, asserviti all’arroganza criminale di Usa, Israele e Occidente.
Davanti al silenzio e alla complicità di buona parte della comunità internazionale, emergono solo il coraggio e l’etica di quell’Asse della Resistenza, ultimo e unico baluardo a difesa dei popoli oppressi.
Il diritto di ribellione, noto anche come diritto alla resistenza (o diritto di resistenza), è il diritto di un popolo di opporsi al potere illegittimo o all’ingiusto esercizio del potere da parte di un tiranno. Secondo l’interpretazione giuridico-positivista, tale diritto sarebbe riconosciuto a un popolo solo se previsto dalla sua carta costituzionale. Secondo l’interpretazione giusnaturalistica, tale diritto sarebbe invece sempre riconosciuto in quanto facente parte dei diritti naturali ed inalienabili dell’Uomo.
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