Quds News. L’Integrated Food Security Phase Classification (IPC) ha affermato che circa 1,84 milioni di persone in tutta Gaza stanno vivendo alti livelli di grave insicurezza alimentare, tra cui 133.000 persone che soffrono a causa di un’insicurezza alimentare “catastrofica”.
In una nuova valutazione sostenuta dall’ONU pubblicata giovedì scorso, l’IPC, che ha condotto la sua nuova analisi tra il 30 settembre e il 4 ottobre, prevede che il numero di persone che soffrono di fame catastrofica si triplicherà quasi nei prossimi mesi.
“Tra novembre 2024 e aprile 2025, quasi due milioni di persone, oltre il 90 percento della popolazione, sono classificati nella fase dell’IPC 3 (Crisi) o superiore, di cui 345.000 persone (16 percento) sono in Catastrofe (fase 5 dell’IPC) e 876.000 persone (41 percento) in Emergenza (fase 4 dell’IPC)”, ha affermato l’IPC.
L’IPC classifica l’allerta più estrema come fase 5, che ha due livelli, catastrofe e carestia.
Si stimano 60.000 casi di malnutrizione acuta tra i bambini piccoli attesi tra settembre 2024 e agosto 2025, ha aggiunto.
A dicembre, l’IPC ha riferito che la percentuale di famiglie a Gaza che soffrono di grave e acuta insicurezza alimentare è la più alta mai documentata al mondo, superando Afghanistan e Sudan.
Il capo dei diritti umani dell’ONU, Volker Turk, ha descritto la valutazione come “oltremodo terrificante”.
“Questa crisi è principalmente la conseguenza di decisioni prese dalle autorità israeliane. È in loro potere cambiare la situazione, urgentemente”, ha affermato, aggiungendo che affamare dei civili come metodo di guerra costituisce un crimine di guerra.
Mentre l’entrata di aiuti alimentari è aumentata da maggio, ha detto l’IPC, l’accesso umanitario ha iniziato a ridursi di nuovo a settembre.
Israele ha anche smesso di elaborare le richieste dei commercianti per importare cibo a Gaza, soffocando una fonte cruciale di provviste, ha riferito la Reuters giovedì.
“Il rischio di carestia persiste in tutta la Striscia di Gaza. Data il recente aumento delle ostilità, ci sono preoccupazioni crescenti che questo scenario peggiore possa materializzarsi”, ha affermato l’IPC.
L’organismo di monitoraggio prevede che Rafah e il nord di Gaza affronteranno probabilmente una più grave e acuta insicurezza alimentare.
Il 6 ottobre, Israele ha lanciato una grande offensiva nel nord di Gaza e ha ordinato ai residenti di fuggire a sud.
L’esercito israeliano sta ora implementando il “Piano dei generali”, che prevede la pulizia etnica del nord della Striscia di Gaza dalla sua popolazione palestinese; e poi l’assedio alla regione, compreso il blocco dell’ingresso di rifornimenti umanitari, per far morire di fame chiunque resti, compresi i combattenti palestinesi.
Si stima che circa 400.000 Palestinesi rimangano nel nord della Striscia di Gaza. La maggior parte di loro si sta rifugiando in aree che l’esercito ha ordinato loro di abbandonare per dirigersi verso la zona “umanitaria” fortemente sovraffollata di Al-Mawasi, nel sud.
Uno dei fulcri della campagna militare è il campo profughi di Jabalia, che è sotto assedio e assalto israeliano da oltre 10 giorni.
Dall’inizio dell’operazione, le forze israeliane hanno ucciso almeno 400 Palestinesi, secondo l’Ufficio Stampa del Governo di Gaza.
Il Programma Alimentare Mondiale (WFP) ha annunciato la scorsa settimana che la sicurezza alimentare nel nord della Striscia di Gaza è a rischio, perché nessun aiuto alimentare è entrato nell’area dal 1° ottobre.
Il Segretario Generale dell’ONU Antonio Guterres ha dichiarato di essere allarmato dall’analisi dell’IPC.
“La carestia incombe. Questo è intollerabile. I valichi di frontiera devono aprire immediatamente, gli impedimenti burocratici devono essere rimossi e la legge e l’ordine ripristinati in modo che le agenzie dell’ONU possano fornire assistenza umanitaria salvavita”, ha scritto su X.
Allarmato dalle conclusioni del rapporto IPC di oggi secondo cui gli elevati spostamenti e le restrizioni sui flussi degli aiuti umanitari significano che le persone a Gaza stanno affrontando livelli catastrofici di fame.
La carestia incombe. Questo è intollerabile.
I valichi di frontiera devono aprire immediatamente, gli impedimenti burocratici devono essere…
— António Guterres (@antonioguterres) 17 ottobre 2024
Traduzione per InfoPal di Edy Meroli
www.infopal.it