Tuhmat è una parola araba che deriva dalla radice wahm e significa l'espressione di un cattivo sospetto che è penetrato nel cuore.
Ogni comportamento può essere interpretato in due modi: un approccio positivo e uno negativo.
Nella tuhmat si ha un'interpretazione negativa sulla condotta o sulla parola di un'altra persona.
Tuhmat è tra i vizi morali menzionati nel Corano. Il Sacro Corano in vari versetti parla di come gli infedeli usarono la pratica del tuhmat contro il Profeta Mohammad (Dio benedica lui e la sua famiglia):
"Chi è più ingiusto di coloro che attribuiscono falsità a Dio o rifiutano le Sue rivelazioni?" (versetto 21 della Surah Al-Anaam)
Nel tuhmat l'approccio negativo è a volte rivolto verso il comportamento o le parole di qualcun altro, ovvero, un'affermazione o un comportamento sono considerati inappropriati, mentre a volte verso una caratteristica che si pensa sia correlata a quella parola o comportamento.
Il tuhmat è molto vicino al sospetto e al buhtan (calunnia). Quando una persona ha una comprensione negativa del comportamento o delle parole di qualcun altro e la tiene per sé, soffre di sospetto. Ma se esprime la sua comprensione negativa, si entra nel campo del tuhmat.
La differenza tra tuhmat e buhtan sta invece nel fatto che nel secondo caso si sa di accusare qualcuno di qualcosa che non esiste in lui, ma si fa l'accusa per odio, invidia o inimicizia. Nel caso del tuhmat invece si esprime un giudizio basato sulla propria comprensione del comportamento o delle parole di qualcun altro, senza necessariamente sapere che non è così.
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