IQNA

L’Imam al-Jawad (A)

17:45 - September 14, 2015
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Iqna - Muhammad ibn ‘Ali (A), detto anche “al-Taqi” (il timorato d’Iddio) o “al-Jawad” (il magnanimo), nacque il 10 di Rajab dell’anno 195 dell’Egira durante il periodo di governo di Amin a Baghdad. Sua madre si chiamava Sabikah ed era una schiava originaria della Nubia.

Il califfo Ma’mun, al fine di eliminare ogni sospetto che potesse farlo individuare come il mandante dell’omicidio dell’Imam ar-Ridha (A), cercò di mostrarsi incline all’Imam al-Jawad (A) all’occhio pubblico e gli promise in sposa sua figlia Umm Fadhl la quale, tra l’altro, era già promessa sposa ad un uomo di corte.

Varie personalità prominenti criticarono Ma’mun per aver promesso in sposa sua figlia all’Imam al-Jawad (A) che a quel tempo aveva soli nove anni. Ma’mun si giustificò dicendo che l’Imam, nonostante la sua giovanissima età, aveva ereditato tutta la conoscenza di suo padre. Fu così che egli organizzò un incontro pubblico con la massima autorità giuridica di Baghdad: Yahya ibn Akhtam. Ben novecento sapienti si erano riuniti assieme a molte altre importanti figure della classi sociali più ricche. Yahya ibn Akhtam, pensando che l’Imam non potesse essere al corrente delle questioni inerenti al Pellegrinaggio rituale (Hajj) data la sua giovane età, gli chiese quale fosse l’espiazione per chi avesse cacciato in stato di ihram (lo stato di consacrazione che si assume durante il Pellegrinaggio).

L’Imam al-Jawad (A), sorprendendo la folla di presenti, rispose molto sagacemente. Egli disse che la domanda di Yahya ibn Akhtam era assai vaga poiché egli avrebbe dovuto specificare se la preda fosse stata cacciata fuori dalla grande moschea o al suo interno, se il cacciatore era cosciente del peccato o se lo avesse compiuto per sbaglio, se egli fosse un uomo libero o uno schiavo, un adulto o un minorenne, se avesse commesso tale peccato in precedenza o se lo avesse commesso per la prima volta, se la preda fosse un uccello o un altro animale, se il peccatore avesse provato rimorso per il suo peccato oppure no, se avesse cacciato segretamente di notte oppure pubblicamente di giorno e se egli fosse in stato di ihram per l’hajj o l’ ‘umrah. L’Imam chiarì ogni minimo dettaglio davanti a tutti i presenti.

Dopo il suo matrimonio con Umm Fadhl, l’Imam al-Jawad (A) tornò a Medina, anche se saltuariamente veniva chiamato a Baghdad dalle autorità Abbassidi. L’Imam aveva adottato lo stesso umile stile di vita dei suoi padri, cosa abbastanza difficile da accettare per una principessa. Umm Fadhl, infatti, si recò varie volte da suo padre lamentandosi della mancanza di lusso nella sua vita. L’Imam, inoltre, decise di prendersi un’altra sposa, Sumana, affinché potesse continuare la discendenza degli Imam da una famiglia pura e lontana dal peccato. Umm Fadhl si lamentò anche di questo con suo padre ma egli gli rispose che non poteva proibire ciò che Iddio aveva reso lecito.

Le classi più povere e i sinceri studiosi delle scienze Islamiche amavano moltissimo l‘Imam al-Jawad (A) a motivo della sua generosità e del suo semplice stile di vita. Questo fattore continuava a preoccupare sempre di più il regime Abbasside. Ma’mun sperava che, presto o tardi, il giovane Imam si sarebbe lasciato attrarre dalla vita di corte poiché, nonostante la sua immensa conoscenza, non possedeva la stessa età ed esperienza del padre. Ciò però non avvenne.

Nello stesso tempo, un setta deviata di sciiti nota come “waqifiyyah”, la quale riteneva che l’imamato fosse terminato con l’Imam al-Kadhim (A) che si trovava adesso in stato di occultazione, ebbe varie discussioni con l’Imam al-Jawad (A). I loro capi rubarono molti soldi del khums che appartenevano all’Imam ar-Ridha (A). Già l’ottavo Imam riportò diversi membri della “waqifiyyah” a sostenerlo. Comunque fu l’Imam al-Jawad (A), attraverso la sua sapienza, ad indebolire definitivamente questa setta.

Ma’mun, dopo la sua morte, venne succeduto da Mu’taman, noto come “Mu’tasim billah”. Mu’tasim fu una delle figure contrarie al matrimonio dell’Imam al-Jawad (A) con Umm Fadhl. Durante questo periodo, Umm Fadhl intensificò le sue proteste riguardo alla sua insoddisfazione. Alla fine, Mu’tasim fece trasferire definitivamente l’Imam al-Jawad (A) a Baghdad, il quale fu costretto a lasciare il suo unico figlio ‘Ali (A) a Medina.
Il 29 di Dhu al-qa’dha dell’anno 220 dell’Egira, l’Imam al-Jawad (A) fu avvelenato dai sicari di Mu’tasim e venne poi seppellito accanto alla tomba dell’Imam al-Kadhim (A).
Fonte : islamshia.org

 

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