La città di Srebrenica, nella Bosnia orientale, ha tenuto cerimonie solenni per commemorare i trent'anni dal massacro di oltre 8.000 uomini e ragazzi musulmano bosniaci da parte delle forze serbo-bosniache nel luglio 1995. L'atrocità, avvenuta dopo la caduta di Srebrenica, una "zona sicura" designata dalle Nazioni Unite, rimane il peggiore sterminio in Europa dalla Seconda Guerra Mondiale.
La commemorazione di quest'anno ha incluso la sepoltura di sette vittime recentemente identificate, tra cui due diciannovenni. I loro resti sono stati sepolti nel cimitero di Potočari, accanto a quelli di oltre 6.000 altre vittime dello sterminio.
Molte delle vittime sono state riesumate da fosse comuni in tutta la Bosnia orientale, spesso dopo essere state trasferite in luoghi di sepoltura secondari o addirittura terziari. In molti casi sono stati recuperati solo resti parziali.
"Trent'anni di ricerche e stiamo seppellendo un osso", ha detto Mirzeta Karić, in piedi accanto alla bara del padre. "Penso che sarebbe più facile se potessi seppellirli tutti. Mio padre è uno dei 50 uccisi di tutta la mia famiglia."
Negli ultimi 20 anni, un totale di 54 persone sono state condannate per i crimini commessi a Srebrenica. Il Tribunale penale internazionale per l'ex Jugoslavia (ICTY) ha condannato all'ergastolo l'ex leader serbo-bosniaco Radovan Karadžić e il comandante militare Ratko Mladić. Anche i tribunali di Bosnia e Serbia hanno emesso decine di verdetti, tra cui diversi specificamente per genocidio.
Ad oggi 6.765 vittime sono state sepolte presso il Centro Memoriale di Potočari. Circa 1.000 risultano ancora disperse.
L'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato di recente una risoluzione in cui si è deciso di commemorare il genocidio ogni anno, l'11 luglio.
Personalità di tutta Europa hanno partecipato alla cerimonia commeorativa per l'anniversario, tra cui il Presidente del Consiglio europeo António Costa, la Commissaria UE per l'allargamento Marta Kos e il Primo Ministro croato Andrej Plenković.
A tal proposito la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha scritto sui social: "Dobbiamo ricordare e preservare la verità, affinché le generazioni future sappiano esattamente cosa è successo a Srebrenica".
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