È da
qualche tempo a questa parte, che a noi Musulmani viene tributato l’onore, si
fa per dire, di essere equiparati ad una di quelle male genie, che nel mondo
moderno vanno per la maggiore. In un titolo di un grosso, e non certo grande
giornale italiano di qualche tempo fa, veniva pubblicata una nota, o breve
articolo, in cui si lamentava, bontà loro, l’aumentata ostilità in Occidente
nei confronti di Musulmani, Ebrei (sic), ed … "omosessuali”, addirittura!+
"Omosessuali”, che noi qui
preferiamo chiamare "invertiti sessuali”, o semplicemente "invertiti”, dato che
le espressioni d’origine greca antica siano ben poco intellegibili ad un
pubblico contemporaneo, ignorante certo non solo per sua colpa, e dato anche
che il termine "omo”, appunto in greco antico, si presta ad un’ambiguità tra
"ομος”, "identico”, ed "ομοιος”, "simile”, onde non si sa bene, nella nostra
età di confusione, a quale sesso incerto abbia a riferirsi.
Ora, l’aumentata ostilità di
cui sopra era lamentata da una delle solite associazioni per i diritti umani,
tutte quante d’estrazione anglosassone, tutte quante ispirate dall’ONU, vale a
dire, "Organizzazione delle Nazioni Unite”, che oggigiorno tenta sempre di più
di accreditarsi ed imporsi, e non vale neppure la pena di sottolinearlo, come
un governo mondiale superiore a tutti quelli particolari, identificandosi in
questa guisa con l’aspetto del mondialismo concernente la cosa pubblica.
Mondialismo che in lingua persiana viene designato con il termine composto
assai significativo di "jahānī sāzī”, alla lettera, "costruzione mondiale”.
D’altra parte, dicevamo, il
termine "islamofobia” viene sempre più frequentemente equiparato a quello di
"omofobia”, in un accostamento che a noi appare inverosimile, sconcertante,
offensivo, ed inaccettabile. Significativo, a questo medesimo riguardo, il
tentativo di assimilare realtà inassimilabili, per compiutezza perfettiva, e
per difetto di tralignamento, rispettivamente. È come se si volesse dire: "Se
volete essere accettati voi, dovrete accettare quest’altro, per ripugnante, ed
immorale, ed inaccettabile che possa essere, altrimenti, guai a voi”.
Ora, il secondo termine dei
composti di origine greca antica suddetti, vale a dire "fobia”, presente in
altri composti similari delle lingue occidentali moderne, come "idrofobia”,
paura dell’acqua, per la malattia dello stesso nome, significa alla lettera
appunto "paura”. "Omofobia” sarebbe dunque la "paura del simile”, o
dell’"uguale”, in generale. Vale a dire, con un’indebita particolarizzazione
assai significativa, perché assegna alla parte il rango del tutto, e non ci sia
abbia malvolere, se chiamiamo le cose con il loro nome, l’”omofobia” sarebbe la
paura dell’inversione, dell’invertito, o dell’invertitismo sessuale.
Espressioni che, a poco a
poco, comportando alcunché di sgradevole, vengono sostituite con altre, sino a
che non abbia ad emergerne ancora quell’alcunché di sgradevole loro
connaturato, che indurrà ad avvalersi di altre immaginifiche e barbare
locuzioni. Com’è già avvenuto per l’inoffensiva "domestica” o "cameriera”,
divenuta "colf”, o per il povero minorato, che si è visto affibbiare l’ancor
più barbaro appellativo di "handicappato”.
Ora, per l’invertitismo
sessuale, vale a dire, per l’"omosessualità”, non si capisce bene che cosa si
dovrebbe averne a temere. Perché il fatto in questione potrebbe apparire,
secondo i punti di vista, turpe empio, disgustoso, od anche allettante e
gradevole, conformemente a giudizi di valore non certo equipollenti, non avendo
il secondo il rango del primo, ma senza che sia dato in nessun modo di capire,
che paura esso possa indurre in chicchessia.
Il fatto che poi s’abbia per
giunta ad avere l’orrore, o l’onore, sempre secondo i punti di vista, di essere
nei fatti i destinatari delle attenzioni e delle profferte di coito di questi
meravigliosi e virili esemplari della specie umana, conformemente alla vulgata
mondialista corrente, non si riesce a capire che reazione di paura possa
suscitare in chicchessia, invece che ancora di orrore, disgusto, sdegno, od
anche di piacere e compiacimento, sempre secondo i punti di vista.
Certo, si potrebbe avere
paura a questo medesimo riguardo di una possibile aggressione, di
un’imposizione violenta, con tanto di sevizie, com’è avvenuto sovente, a
sfatare il luogo comune del vittimismo e dell’indole affatto innocua di queste
meravigliose, dolci ed inoffensive creature, si fa per dire, sempre vittime, e
mai carnefici, ma si tratterebbe in ogni modo di alcunché d’incidentale
rispetto alla sostanza della cosa stessa, che non la riguarderebbe di per sé.
Semmai avrebbe più senso, in
questo caso ed in quello successivo, il vocabolo "μισια”, "odio”. Il che
sarebbe peraltro riprovevole, com’ebbe già a rimbrottarlo Cicerone ad Antonio
nella I Filippica, perché diceva "oderint, dum metuant”,"odino, purché temano”,
quando ciò abbia a che fare con quelle potenze passionali e sensuali dell’anima
umana, oggi molto alla moda peraltro, che s’adoperano per fare a meno
dell’intelligenza e del suo ufficio direttivo.
Vale a dire, quando s’abbia
a che fare con quella, che gli antichi chiamavano potenza irascibile
dell’anima, ma lasciata a sé stessa, al suo riguardo meramente sensuale, e non
diretta dall’intelletto, secondo quello che sarebbe il suo significato legittimo
di rifiuto del male, e di sforzo per superare gli ostacoli conculcanti sulla
via del bene, coordinata con la corretta concupiscenza, che è invece il
desiderio che sprona al bene, entrambi nell’accezione data dall’intelletto.
Ma tant’è, chi vi è
oggigiorno, specie nel nostro disgraziato Occidente, che si ostinerebbe ancora
a credere, come faceva il buon Cicerone, in realtà "sorpassate” come
l’intelletto, la verità, la volontà, il bene, vale a dire, a farsi allettare da
quelle nozioni "oscurantiste”, tanto per farsi trascinare da un linguaggio
vetero massonico, che la fa a pugni con la novità della cosa, che tentano di
impedire il cammino "ascendente” e "progressivo” dell’uomo verso le sue
"radiose” sorti ultime?
Tanto da giungere ad
esaltare l’invertitismo sessuale, il libertinaggio, l’adulterio, l’uccisione di
mariti, genitori e figli o fratelli, il bastardismo, l’usura, i vari crimini
contro l’umanità, come stragi, terrorismo, guerre d’aggressione, genocidi, le
mene di dominio mondiale, purché siano di matrice sionista ed anglosassone,
vale a dire, liberal liberista, essendo peraltro quelli di questa matrice di
gran lunga i peggiori, come quantità e qualità?
Noi che ci ostiniamo,
poverelli e retrivi che siamo, a credere nella realtà del bene, della conoscenza,
della via morale, della realizzazione trascendente, e del Messaggio divino
rivelato, nel condannare l’invertitismo sessuale, ad esempio, rischiamo
d’incappare nei fulmini terribili di questa realtà e genia protetta da Obama,
dalle Nazioni Unite, dai sionisti riformati, dal protestantesimo alla moda,
dalle associazioni dei "diritti umani”, dall’Induismo alla Danielou, e forse
anche presto dal neocattolicesimo postconciliare.
Tutto questo potrebbe
costarci caro, da parte dei settatori dei "diritti umani”, della cosiddetta
"democrazia” liberal liberista, della libertà infernale di baldracche,
criminali e pervertiti, nelle loro profferte d’amore per tutto quel che è
manco, e di odio per tutto quello che è retto. Ma vale pur sempre la pena
tentare, Parigi val bene una messa. Dicevamo dunque che questa inesistente
"omofobia” viene, surrettiziamente o no, equiparata addirittura alla cosiddetta
"islamofobia”.
Che cosa abbiano in comune
un Musulmano, nella sua corretta accezione di sottomesso ad Iddio ed alla Sua Legge,
e non d’incallito tagliagole esecutore di ordini al soldo dell’Occidente, dei
sionisti, e dei Regoli arabi, con un povero pervertito invertito, non riusciamo
bene a capirlo, e ci si perdoni tutta la nostra pochezza pure a questo
riguardo; o persino, dicevamo all’inizio, con un sionista genocida e
mondialista, omicida fiero ed irriducibile di donne e bambini.
D’altra parte, ci sembra
assai strano il fatto che, a proposito dell’Islam, venga adoperato, anche da
parte di buoni Musulmani, per poi condannarlo inappellabilmente senza nessuna
ragione apparente, un vocabolo quale quello di "paura", o "φοβια”, il quale ha
invece, se inteso in senso giusto, un significato corretto, reale, e profondo.
In Iran ad esempio, siamo in presenza di due vocaboli, "setīzī”, "odio”, ed
"harāsī”, "paura”, entrambi riferiti all’Islam, essendo il primo
significativamente usato anche nei confronti dell’Iran Islamico.
Si può avere paura di
qualcosa, ed a ragione. E se il timore per l’invertito sessuale sarebbe indice
soltanto di stupidità, d’instabilità, e di deviazione mentale, ben diversamente
stanno la cose per la paura dell’Islam. La paura è di per sé una nozione
legittima. Nel Sacro Corano c’è un celebre verso, adottato dalle Guardie della
Rivoluzione Islamica come loro motto, che recita: "Preparate per loro tutte le
forze che potete, e le poste dei cavalli, per terrorizzare (turhibuna, perché
"terrorizziate”) i nemici d’Iddio e vostri nemici” (VIII, 60).
E sempre nel medesimo
capitolo del Sacro Corano, verso 12: "Getterò il terrore (ruºb) nei cuori dei
miscredenti”. Inoltre Iddio, sia magnificato ed esaltato, protesse i Compagni
della caverna, i Sette Santi Dormienti della tradizione cristiana orientale,
nel tempo del loro sonno e del loro nascondimento, con il terrore instillato
negli animi di chi si fosse inavvertitamente ed indebitamente avvicinato a loro
(XVII, 18). Tutto questo è in effetti assai significativo. Ma qui vale la pena
introdurre degli opportuni distinguo.
Dicevamo prima, che l’odio
che Cicerone rimproverava ad Antonio è riprovevole, in quanto esso si riferisce
alle potenze passionali dell’uomo, in una loro pretesa generalizzazione, la
quale si ripropone di fondare la vita umana ed i suoi atti su un irascibile ed
un concupiscile, potenze dell’anima, a cui si tenta d’imporre l’affrancamento
dalla superiore potenza intellettiva. In questa guisa, non vi sarebbe nessuna
ragione di rifiuto o di assenso, se non la paura, od il desiderio sensuale.
Sicché l’uomo sarebbe
costretto od allettato, secondo i casi, all’obbedienza, essendo il primo il
caso della costrizione palese dell’oppressione esterna, il secondo quello della
coazione nascosta, dell’oppressione interna, incarnata al livello sociale e
della cosa pubblica dai "poteri forti” di schmittiana memoria, realizzatasi
oggigiorno a fondamento delle mirabilie del liberalismo e del liberismo, vale a
dire, della "liberaldemocrazia” occidentale, e dei suoi "diritti umani”, forma
al presente vincente della modernità, o piuttosto, del modernismo.
In questo caso, come
dicevamo, la riprovazione è legittima. Nel caso invece in cui ci si riferisca
all’eventualità di chi abbia rigettato del tutto la propria intelligenza, la
propria superiore potenza intellettiva, la paura è invece affatto giustificata,
per non dire persino necessaria. Altra via non resterà in questo caso contro i
conculcatori nella lotta esterna, conseguenza del loro rifiuto della lotta
interna contro le passioni, contro il concupiscibile e l’irascibile, lasciati a
sé stessi.
Lotta la quale avrà per
propria premessa la paura che Iddio stesso, sia magnificato ed esaltato,
indurrà nell’animo dei Suoi nemici, per respingerli e vincerli, dato che non
abbiano voluto seguire nessun’altra via. Il tutto siccome conseguenza della
loro abiezione, per il loro essersi ridotti ad uno stato inferiore a quello
delle bestie, che sovente sono suscettibili di una qualche opera di
convincimento, che ha luogo in seguito ad allettamenti sensibili.
Nel mentre invece costoro
non possono essere convinti. E non distinguiamo qui tra quelli che non credono,
e quelli che invece dicono di credere e non credono, seguendo il Sacro Corano
(II, 6, 8). Perché dei primi Iddio, sia magnificato ed esaltato, ha sigillato i
cuori, stendendo una cortina impenetrabile sulle loro viste (II, 7). Nel mentre
i secondi peccano di un preteso distinguo, nei confronti di un presunto volgo
che continua a credere stoltamente, a loro dire, facendosi passare per
"riformatori” illuminati, i soliti, in ogni tempo (II, 11).
Ma in realtà essi vanno
vagando incessantemente nelle tenebre, senza meta, senza che abbia
nessun’efficacia su di loro l’accendersi di quando in quando, qua e là, di una
qualche luce improvvisa, che subito si spegne, senza che possano trovare la
retta via (II, 20). Ed è così che costoro, tutti quanti, sono inguaribili,
essendone affatto irrimediabile la pervicacia e l’accecamento, frutto della
loro ignoranza volontaria, e quindi colpevole, e quindi riprovevole.
Si tratta di quelli il cui
"punto bianco”, come recita una celebre tradizione imamica, è stato annerito
dai peccati, onde non vi sia più via di ritorno dalla loro perversione, sono
quelli che non hanno più intelligenza, che la hanno perduta, avendola
sostituta, come ci dice l’Imam Şādiq, con una "contraffazione luciferina”, che
"le somiglia, ma non è affatto l’intelligenza”, sono coloro che Iddio, sia
magnificato ed esaltato, ha riprovato, rigettandoli dalla loro "ottima postura”
originaria nell’"infimo dell’abiezione” (Sacro Corano, XCV, 4-5).
Sono coloro i quali spargono
la corruzione sulla terra, coloro che non hanno creduto, sono i prevaricatori
incorreggibili, S.C., passim, sono le guide della miscredenza, che è doveroso
combattere (S.C., IX, 12), e così via dicendo. In tutti questi casi, documentati
e dal Libro Sacro, e dalle narrazioni, la cosiddetta "Islamofobia”, vale a
dire, il terrore per Iddio, sia magnificato ed esaltato, per i credenti, per
l’Islam, è tutt’altro che da condannarsi, anzi è al contrario da Lui voluta.
Recitano alcune narrazioni
che, alla fine di questo nostro tempo, allorquando il XII Successore ed Erede
del Nunzio divino, che Iddio voglia affrettarcene la gioia, riapparirà per
restaurare sulla terra quella giustizia conculcata dalle mani dell’uomo, Iddio
Altissimo, sia benedetto e glorificato, susciterà terrore nei cuori dei nemici
della fede, vale a dire, di coloro che avranno rigettato in tutta pervicacia
quel segno completo, che non è dato all’intelligenza di contraddire.
Perché "la retta via e
quella del pervertimento sono palesi”, recita il Sacro Corano (II, 256), senza
che vi sia a questo medesimo riguardo nessuna coercizione, con un aperto
significare, che smentisce le interpretazioni cavillose dei tanti
liberaluncoli, che isolano dal contesto, per i loro fini perversi, la prima
parte del verso, "non c’è costrizione nella religione”. A costoro non resterà
che la paura, la disperazione, la fuga, forse anche il suicidio, che ne
accelererà i passi verso l’Inferno.
E già gli antichi pagani
avevano ravvisato nell’urlo terrifico, orribile, ed insostenibile, del dio
deforme e terribile Pan al momento della battaglia, che suscitava nel nemico il
cosiddetto "timor panico”, la causa della vittoria di una delle due schiere
contrapposte sull’altra, che non era neppure capace di sostenere la vista del
nemico, dandosi a subitanea fuga, senza neppure tentare di resistergli e di
combattere. Fatto anche questo, a nostro avviso, assai significativo.
Alla radice del
comportamento di tutti costoro, vi sarà quel peccato, che le passate scienze divine
cattoliche, certo non le contemporanee, peraltro non più divine, chiamavano
"peccato di disperazione”. Lo stesso che, secondo l’Evangelo, indusse Giuda al
suicidio. E non ci attardiamo qui sulla differenza tra la versione islamica, e
quella cristiana sulla morte di Gesù, la pace su di lui, ma prendiamo il
significato del fatto, per reale od immaginario che possa essere.
Ricordiamo che alcuni anni
or sono, in una scuola di Qom, l’autore di queste note fu invitato a tenere un
discorso agli studenti. Del che egli approfittò per ammonire gli studenti, a
non farsi allettare e corrompere dai venefici sionisti ed occidentali, dai
quali, come recita l’Apocalissi giovannea, celebrando la distruzione di
Babilonia, pianta in terra nell’esultanza celeste, sono state sedotte tutte le
nazioni, ed i cui mercanti sono i padroni del mondo.
Esortandoli a vivere da
uomini liberi nell’Iran Islamico, il paese più libero del mondo, sotto la
giurisdizione e la Guida del Wali Faqih, del Giurisperito ed uomo di conoscenza
Erede del Nunzio divino e Vicereggente dell’Imam Occulto, la pace su di loro,
non da servi del sionismo internazionale in Occidente. Potendovi trovare, anche
dal punto di vista materiale, a parte ombelichi nudi, libertinaggio ed
adulterio, discoteche, ed invertiti legalmente sposati ed affidatari di bambini
innocenti, tutto quello che è possibile trovare in Occidente. Per non dire
dell’incomparabilità dei doni spirituali dell’una e dell’altra parte.
Dopo il mio discorso, il
quale ebbe un qualche successo tra gli studenti, certamente perché si trattava
della testimonianza diretta di un europeo occidentale, durante la colazione con
i Professori, richiesto di quale fosse l’atteggiamento dell’Occidente nei
confronti dell’Islam, risposi: "hanno paura”, suscitando un certo sconcerto tra
i bravi, ma ingenui astanti, certamente da me non voluto. Il che, a nostro
avviso è assai significativo, e merita qualche riflessione.
Ora, quello che è da
rimarcarsi a questo medesimo riguardo, è che il rapporto tra Occidente ed
Islam, e nella fattispecie, con la Repubblica islamica dell’Iran che, seppure
non rappresentandolo integralmente, ne è nondimeno il centro e la Guida, di
fatto, ed intellettualmente, checché ne pensino in contrario certi male
illuminati detrattori, disposti a tutto, pur di farsi benvolere dall’altra
parte; dicevamo, che questo rapporto non è certamente biunivoco.
Da un lato, abbiamo una
ricerca di rapporti, nel senso di discussione autentica, di confronto, di
argomenti probativi, perché il rapporto ed il "dialogo”, checché ne abbia a
pensare a questo medesimo proposito il cosiddetto "ecumenismo” cattolico
contemporaneo, non sono certo fine a sé stessi, finalizzati al conseguimento di
banalità, e ripetizioni, e luoghi comuni sentimentaleggianti, senza un risultato,
spesso con l’intendimento dissimulato ma malcelato di condannare pretesi
comportamenti riprovevoli dell’altra parte, vale a dire, dell’Islam.
Com’è il caso, quando si ha
l’ardire di condannare, in documenti comuni imposti all’ingenuità della
controparte, che non ha ancora ben capito con chi ha a che fare, proprio quelle
"persecuzioni religiose”, che nel Vicino Oriente si sono introdotte con
l’affermarsi dei regimi secolari e nazionalisti d’ispirazione occidentale, e
non certo di quelli, sia pure in una certa misura, per ridotta che potesse
essere, religiosi. Chi è causa del suo mal, pianga sé stesso. Per tacere della
secolare esperienza occidentale a questo medesimo riguardo, assolutamente
estranea al mondo islamico.
O per quel che concerne il
divieto della propaganda religiosa, vale a dire, il tentativo di presentare la
religione alla stregua di una merce, in vendita in un mercato dominato dal
potere delle armi e del danaro; o di far leva sulle pulsioni sessuali dei
malcapitati, con il pretesto di un "amore” fasullo, che consentirebbe tutto,
senza condannare niente, quando non sia lesivo del potere dell’oro, e della
presente vulgata materialista e sentimentale, col suo relativismo di fondo.
Dicevamo, che il rapporto di
discussione deve avere per fine una conclusione univoca ed ineccepibile, come
avveniva per le controversie tra Socrate ed i suoi avversari, o per le dispute
nelle università medievali, oggigiorno ridotte quasi a nulla, ma che ancora
hanno luogo invece nelle scuole religiose di alcuni paesi islamici, primo fra
tutti l’Iran. Tutt’altro che un confuso e torbido "vogliamoci bene” ad ogni
costo, senza nessuna presa di posizione.
Dalla parte islamica si va
alla ricerca di questo rapporto, talvolta oltre i limiti legittimi, quando essa
non abbia a tener conto della malafede irrimediabile della controparte; essendo
anch’essa talora in malafede, sia pure simulatamente, quando abbia il fine di
introdurre surrettiziamente nel mondo islamico nozioni e realtà della
corruttela occidentale, a prescindere da ogni presa di posizione identitaria,
che si fondi invece sulla propria superiorità esistenziale.
È da parte occidentale che
invece si reagisce sempre assai malamente, spargendo a piene mani false accuse,
menzogne e calunnie, e soprattutto corruzione, com’ebbe a dire l’Ayatollah
Khamenei in un suo discorso, e come ha fatto di recente il sedicente, immondo
"Parlamento Europeo”, in difesa della sconcezza dell’invertitismo sessuale in
nome degli oramai famigerati "diritti umani”. Tutto questo nel tentativo di deviare
la gioventù, già di per sé assi prona, a dispetto di tutti i lodevoli
provvedimenti in contrario, che nulla hanno a che fare con il preteso
"bigottismo”, a queste realtà ingannevoli.
Perché l’anima passionale,
siccome recita il Sacro Corano (XII, 53), e ci permettiamo di aggiungere noi,
in particolare quella dei giovani, è prona al male, tranne quella di quegli a
cui Iddio, sia magnificato ed esaltato, largisca la Sua grazia. Essendo d’altra
parte assai diffusa nel mondo islamico la falsa convinzione, per cui in
Occidente vi sarebbero dappertutto sapienti illuminati, e non agenti e
settatori americani e sionisti, pronti a discutere senza remore e pregiudizi.
La qual cosa invece avviene in una misura assai ridotta.
Ora dicevamo che, mentre
l’Islam è gentile, aperto, tollerante, contro la vulgata corrente, che lo
presenta ben altrimenti, è invece al contrario l’Occidente ad essere assai
violento, chiuso, intollerante, e non ci riferiamo qui soltanto alle tante
guerre d’aggressione. Basti qui ricordare le sei guerre scatenate, anche se per
lo più per interposta persona, dal "Premio Nobel per la Pace” Barak Obama, che
Iddio lo maledica e lo sprofondi, per tacere dei vari torbidi, delle molte
rivoluzioni "colorate”, dei tanti colpi di stato, del terrorismo.
In queste condizioni la sua
paura, a cui non fa da controparte nessun timore, la paura dell’Islam, sarà
dovuta alla sua malafede, alla cattiva coscienza, all’odio inveterato contro il
bene e l’essere, conseguenza delle sue scelte perverse di fondo. E non ci riferiamo
qui, vale la pena ripeterlo, alle eccezioni. Né alle vittime inevitabili ed
involontarie di una campagna propagandistica di disinformazione e calunnia che
ha dell’inverosimile. Essendo quest’ultima la paura, contro la quale è doveroso
adoperarsi. Nulla di tutto questo.
Quello che qui sarà doveroso
sottolineare, è che la discussione potrà essere fruttuosa solo con i singoli,
nel loro aspetto separativo dall’ambiente, e non con le varie associazioni e
strutture d’Occidente, che sono inevitabilmente strutture perverse, di peccato,
alla medesima stregua di mafia, massoneria, e sionismo, per citare soltanto le
maggiori, checché ne possano credere gli ingenui, o possa suggerire chi è in
malafede. Tutto questo è assolutamente fuori di luogo.
Quello che è anche
rimarchevole, è che neppure nei momenti più delicati di tensione
internazionale, o addirittura di guerra, non è in genere rilevabile tra i
Musulmani nessun segno di paura, del che è testimone chi scrive queste righe,
che vive da anni in Iran, paese affatto tranquillo, a dispetto delle
provocazioni e delle minacce sioniste ed americane; così come in passato, nello
stesso Iran, ed oggigiorno in Libano, in Palestina, in Iraq, la gente ha
affrontato, ed è pronta ad affrontare addirittura con gioia la prova della
testimonianza suprema del dono ad Iddio, sia magnificato ed esaltato, della
propria vita mortale.
Nel mentre potrà apparire
assai strano il terrore suscitato in sionisti ed americani anche da poche
perdite, e quello che domina la vita in Occidente, nel timore non si sa di che
cosa. Del che posso essere testimone dalla mia visita in Libano subito dopo la
liberazione del sud, allorquando ebbi modo, giunto al confine con la Palestina
occupata, d’assistere allo spettacolo del buio, e della mancanza quasi assoluta
di vita oltre confine, e della gioia e della vita in territorio libanese.
Questa paura occidentale è
dunque in primo luogo legittima, ed anche a suo modo connaturata, quando sia
dovuta al sentire, che il mondo islamico si prepara e si adopera per resistere.
In un recente scritto di un fratello musulmano francese, che ci è stato dato di
leggere, è contenuta un’interessante disamina di tutta questa vicenda,
soprattutto sotto il riguardo del biasimo, dovuto a fondati motivi, a cui
questa vicenda non sembra doversi sottrarre.
Qui non vogliamo certo
negare che la paura sia un fatto assolutamente riprovevole, quando sia indotto
da una propaganda menzognera e malevola, mirante a creare le condizioni di
un’aggressione e di uno scontro, così all’esterno come allo stesso interno del
mondo occidentale. La menzogna e la calunnia non saranno mai, ne conveniamo
pienamente, qualcosa di buono. Solo che vogliamo qui dare rilevo, a quello di
cui abbiamo dato sin qui ragguaglio.
Trattandosi del fatto, che
abbiamo qui a che fare con qualcosa che ha un fondamento reale ed
inoppugnabile, quantunque il più delle volte niente affatto voluto dalla
controparte islamica. Si tratta inoltre di alcunché di cui, come abbiamo visto
poc’anzi, lo stesso Sacro Corano dà pienamente ragione, che si ritorce e si
ritorcerà contro quegli stessi che lo promuovono, tentando in tutti i modi di
trarne vantaggio, a pro dei propri fini perversi di sovversione e di
dominazione.
Perché la "mucca pazza”,
com’ebbe a definirla l’Imam Khomeyni, che Iddio estenda la sua ombra, è sì
pericolosa per i suoi atti apparentemente imprevedibili, ma può d’altra parte
essere facilmente combattuta, da chi non voglia farsi conculcare, per la sua assoluta
mancanza d’intelligenza. E l’Occidente sono più secoli, che, l’intelligenza se
l’è messa sotto i piedi, specialmente gli anglosassoni, proni come sono, in
tutto il loro apparente razionalismo, al coito con gli strati più bassi,
immondi, e tenebrosi dell’esistenza.
D’altra parte non riusciamo
proprio a capire, a che pro rivolgersi, a questo medesimo proposito, a realtà
aberranti come le Nazioni Unite, che mai hanno fatto segreto della loro
autentica natura. Si tratta del progetto dell’unione umana e mondana,
artificiosa e contro natura, e non dell’unità d’origine trascendente, nella sua
conformità esistenziale, secondo il piano luciferico e massonico del "Grande
Architetto dell’Universo”, e del "Signore dell’abisso”.
Procedere che è dal basso,
in definitiva dal nulla, a prescindere da tutta la catena delle cause
trascendenti, il che ne fa un movimento verso il nulla, o dalla
indeterminatezza esistenziale infima al nulla puro, quale esso tenterà
d’imporsi velleitariamente, nella sua inconsistenza esistenziale, al termine
del circolo degli eventi, facendo luogo alla profusione plenaria dell’essere
puro. Procedere del tutto insussistente, ma che tenta nondimeno d’imporsi al
nostro mondo.
"Nazioni Unite” dunque,
secondo questo medesimo piano perverso, che si manifesta anche in realtà
regressive e conculcatici come l’Unione Europea e gli Stati Uniti d’America. A
prescindere dagli inevitabili rapporti giuridici tra soggetti esistenziali
estranei, sempre in attesa dell’unità finale. Che dal rapporto con siffatte
realtà non si possa in definitiva prescindere, nel senso dell’interazione, o
che alle pretese complessive ed inclusive dell’ONU non ci si possa in una certa
misura sottrarre, ebbene questo fa parte del gioco, per così dire.
Il tutto anche alla presenza
di possibili abusi ed incomprensioni. Ma non possiamo fare a meno di osservare,
a questo medesimo riguardo, com’è che la presente Guida dei Musulmani,
l’Ayatollah Khamenei, ed il suo predecessore, l’Imam Khomeini, non abbiano
quasi mai fatto menzione nei loro discorsi delle Nazioni Unite, almeno da
quello che a noi risulta. E questo, lo ripetiamo ancora, fatte salve tutte le
possibili incomprensioni ed insubordinazioni, o anche a prescindere dalle
esigenze stesse della nostra realtà effettuale.
Esigenze le quali vietano
appunto che, almeno al momento da queste stesse abominazioni si possa
prescindere del tutto. Tenendo conto, la qual cosa vale anche nei confronti
delle altre unioni non comprensive, di un’inevitabile interazione, ad un
qualche livello, dato che esse facciano parte delle condizioni obiettive del
nostro mondo contemporaneo, dalle quali, lo ripetiamo, non è in definitiva
possibile prescindere, pur in tutta buona volontà.
Per quel che riguarda invece
i cosiddetti "diritti umani”, siamo del tutto convinti della loro improduttiva
insignificanza, sia pur essendo anche persuasi che, a questo medesimo riguardo
sia necessaria un’indagine più elevata o più profonda, per "causas altissimas”,
d’ordine esistenziale e trascendente, la quale ne renda conto della
prevaricazione e della fallacia, radicata nell’inesistenza e
nell’indeterminatezza, a cui fa da corrispettivo il supposito affatto
indeterminato o non qualificato, sotteso all’uomo o perfetto o perfettivo,
insussistente, e da lui indebitamente astratto: in concreto, per quanto possa
essere possibile, i diritti della baldracca, del pervertito, del criminale.
Tempo fa, un poco illuminato
personaggio della vita pubblica iraniana si era dato, senza nessun distinguo, a
lodare sperticatamente i cosiddetti "diritti umani”. Subito dopo l’Ayatollah
Larijani, capo della magistratura, in un suo discorso pubblico, ne biasimava
aspramente, e non era la prima volta, la concezione occidentale. Lo stesso
Ayatollah Khamenei ne ha fatto talora menzione. Ma non ci si deve fare indurre
in errore a questo medesimo riguardo.
Questo non soltanto nel
senso che da parte orientale, e nella fattispecie islamica, come osserva
Guénon, termini siffatti sono usati in un significato equivoco e traslato, ma
anche in quello che questa nozione e realtà, intesa all’occidentale, è
distruttiva dell’uomo, essendo preposta ed opponendosi ad ogni legislazione,
mentre dal punto di vista islamico è sottoposta alla legislazione rivelata,
assumendo così il più delle volte fattezze contrarie a quelle della prima.
Com’è anche per il termine
"democrazia”, usato talora anche dall’Ayatollah Khamenei, ma nel senso di
"mardum sālārī dīnī”, vale a dire, in lingua persiana, potere del popolo, ma
subordinato alla Rivelazione ed alla Guida divina, che ne è l’unico autentico
garante, nella sua indole comprensiva trascendente. E non certo in quello della
famigerata "democrazia cristiana”, di là dalla similitudine apparente, nel
senso di un gruppo, i cristiani, inseriti e persi nel mare magnum degli orrori
del liberalismo e del liberismo contemporanei.
Sono queste alcune
osservazioni doverose, assieme alla considerazione della vicenda migratoria,
affatto negativa, alla quale è certo assai difficile rimediare nell’attuale
disordine mondiale, facendo che ogni popolo sia sé stesso, senza mandare i suoi
figli a tralignare altrove, essendo in ogni caso loro dovere d’essere "fusi ma
non confusi”, uniti alla realtà in cui vivono, ma non persi in essa,
contraddistinti che siano dalle loro qualificazioni, senza essere separati.
Sono queste alcune
riflessioni che noi riteniamo affatto necessarie, al fine di evitare il
pericolo incombente di metterci nelle fauci di lupi travestiti da agnelli, con
la loro pretesa truffaldina addirittura di difenderci, pur di poterci divorare
meglio. Essi, che sono i nostri nemici giurati ed irriducibili, sempre pronti a
tutto, pur di fare scempio delle nostre anime, e dei nostri stessi corpi, come
le note vicende contemporanee stanno ancora una volta a dimostrare.
R. Arcadi . A
cura di Islamshia.org