Si sono svolte
oggi imponenti manifestazioni in Bahrein per ricordare i cinque anni dallo
scoppio della rivoluzione.
Il 14 Febbraio del 2011 infatti,sull’onda delle rivolte arabe in Egitto e
Tunisia, il popolo del piccolo emirato del Golfo Persico scendeva in piazza per
reclamare i propri diritti,maggiore liberta’ ed uguaglianza.
Il governo ha
risposto alle proteste scatenando una dura repressione che ha portato finora al
martirio di 160 persone tra cui diverse donne e bambini.Diverse migliaia di
oppositori sono stati arrestati,ed attualmente piu’ di 3 mila di essi sono
ancora agli arresti.Tra questi Sheikh Ali Salman capo del partito islamico
alVefagh,il cui movimento e’ al centro delle proteste,rimanendo comunque sempre
nell’ambito di azioni pacifiche e non violente,come del resto lo e’ tutto il
movimento rivoluzionario nonostante la violenza del regime.
Pochi giorni dopo lo scoppio della rivoluzione,si ebbe l’invasione militare del paese da parte dell’Arabia Saudita, che e’ corsa in soccorso al regime,data l’impossibilita’ da parte quest’ultimo di sedare le proteste.
Scontri ed
arresti si segnalano anche oggi in seguito al tentativo delle autorita’ di
impedire le manifestazioni.
Il Bahrein e’
retto da una monarchia assolutista sunnita,che governa con il pugno di ferro sulla maggioranza
sciita della popolazione(piu’ del 90 percento).
Il paese e’ uno stretto alleato dell’Arabia Saudita e degli Stati Uniti,ed e’ sede della quinta flotta della marina militare americana di stanza nel Golfo Persico.