Gerusalemme - Iqna - Il regime sionista ha tagliato la fornitura di acqua a diverse località nel nord della West Bank occupata, durante il caldo e il mese di digiuno musulmano del Ramadan.

I media palestinesi hanno
riferito, oggi, che il distributore di acqua di Israele, Mekorot, ha tagliato
il servizio idrico a decine di migliaia di palestinesi residenti nei villaggi
vicino alla città cisgiordana di Nablus, Jenin e Salfit.
Il direttore esecutivo del Gruppo Idrologico
palestinese, Ayman Rabi, ha dichiarato, ieri, che in alcune località, i
palestinesi sono stati privati di approvvigionamento di acqua per più di 40
giorni.
"Le famiglie sono costrette a vivere con
una media di due, tre o dieci litri di acqua al giorno", ha lamentato.
Secondo le Nazioni Unite, la quantità minima di acqua richiesta per persona al
giorno è di 7,5 litri.
Il sindaco di Jenin, Ragheb al-Haj Hassan, ha
affermato che la sospensione del servizio idrico ha avuto luogo senza
preavviso.
"La
popolazione sta vivendo molto male questa stagione calda e in questo periodo
del Ramadan", ha spiegato.
Il regime di Tel Aviv "è responsabile per
il taglio, tenendo conto degli accordi firmati", in cui si afferma che la
Mekorot deve fornire la necessità di acqua nelle zone settentrionali della
Cisgiordania, ha aggiunto.
Gli israeliani -inclusi i coloni dagli
insediamenti illegali nelle terre occupate- hanno accesso a 300 litri di acqua
al giorno, ha riferito l'organizzazione EWASH, mentre la media in Cisgiordania
è di 70 litri.
Dal momento dell'occupazione della Cisgiordania
nel 1967, le autorità israeliane hanno imposto severe restrizioni alla
fornitura di acqua o di energia elettrica ai villaggi palestinesi.
lantidiplomatico