
La scarsità di energia elettrica all’interno della Striscia è un problema ricorrente, ma il problema si è ulteriormente aggravato. Il governo israeliano ha deciso ieri sera di ridurre di tre quarti d'ora al giorno la fornitura di corrente elettrica alla Striscia di Gaza, territorio palestinese governato dal movimento islamista Hamas. Lo ha confermato il ministro israeliano per la sicurezza Gilad Erdan. Secondo il ministro Erdan, è l'Autorità nazionale palestinese, rivale di Hamas, ad aver deciso di "ridurre significativamente" i pagamenti per l'elettricità fornita da Israele a Gaza.
"Sarebbe illogico che Israele paghi parte della fattura dovuta dai palestinesi", ha spiegato Erdan alla radio militare. La decisione del governo era obbligata - continua il ministro - "per non trovarsi a sostenere di fatto le infrastrutture terroristiche di Hamas" . Secondo l'emittente le forze armate israeliane sono preoccupate per l'acuirsi della crisi umanitaria nella Striscia e temono che essa - assieme al calo del sostegno economico a Gaza da parte del Qatar - possano sospingere Hamas verso un nuovo confronto militare con Israele.
Intanto la stampa israeliana ha riferito oggi che attualmente l'enclave palestinese riceve tre o quattro ore di elettricità pubblica al giorno.
globalist.it