Nel nome di Allah, il Clemente, il Misericordioso
Mi è stato chiesto di commentare un poco alcuni versetti del Nobile Corano, e devo subito premettere che un tale commento non spetterebbe a gente quale noi siamo. Basti pensare a quante persone fra sunniti e shi’iti, certo ben più dotte, hanno in tutta la storia dell’Islam, cercato di chiarire gli aspetti più reconditi del Libro, e agli innumerevoli loro scritti: ebbene, per quanto si tratti talora di studi che hanno un grande valore teologico, pure, quei sapienti sono riusciti ad approfondire solamente un aspetto, quello che meglio sapevano intendere, e quello stesso è ancora perfettibile.
Prendiamo come esempio alcune opere misticheggianti, come i commentari di Muhyi od-Din o di Molla Sadra, oppure le esegesi di ‘Abd or-Razzaq Kashani: certo, sono pervase da grande spiritualità, tuttavia illustrano solamente alcuni tra i molteplici aspetti del Santo Corano. Lo stesso vale anche per le interpretazioni date da Tantavi e da Qotb, che muovendosi da binari diversi, mostrano al fondo gli stessi limiti per primi. Limiti, poi, che sono comuni pure a tutti quegli esegeti che non si riallacciano direttamente a questi due gruppi, com’è fin nel caso del Majma’ al-Bayan (di Tabarsi), ottima raccolta di interpretazioni shi’ite e sunnite, e di opere simili.
Il Santo Corano non è libro da potersi commentare pienamente, perché occorrono conoscenze a noi e agli altri ignote: ciò che riusciremo a comprendere sarà, come sempre, solo un aspetto tra i tanti. Invero abbiamo bisogno dell’insegnamento degli Infallibili Imam (as)1, che furono iniziati alla conoscenza dal Profeta Muhammad (S)2 medesimo.
In questi ultimi tempi persone che nulla sanno della scienza del commentare hanno la pretesa di poggiare sul Santo Corano e sulla Sunna le loro proprie convinzioni. Ugualmente, persone di sinistra e comunisti stessi giustificano in tal modo le loro dottrine: loro intenzione è non già commentare il Santo Corano, bensì allontanare la nostra gioventù dall’Islam, nel nome dell’Islam. Questo è il motivo per cui io sostengo che le persone che non siano sinceramente portate all’esegesi non abbiano mai a parlare d’Islam con i nostri giovani: non è certo nell’interesse di questi ultimi prestar loro attenzione.
Inoltre, al “commento per congettura” è fatto divieto dall’Islam: altrimenti ognuno potrebbe a suo piacimento far ricorso al Libro di Allah (SwT)3. Per esempio il materialista ricercherebbe quei versetti che meglio potrebbero a parer suo giustificarlo, mentre il mistico argomenterebbe con altri. E’ nostro dovere rifuggire dall’uno come dall’altro sistema.
Quale conseguenza la nostra mano è ora tentennante, ché troppo spesso s’è portati con ottica propria gli insegnamenti del Santo Corano.
Il fatto di commentare alcuni versetti del Nobile Corano non significa certo ch’io intenda sviscerarli completamente, ma soltanto indicare alcune possibili interpretazioni. Ora, in risposta alla richiesta di cui prima, ho pensato che la cosa migliore sia di dedicare ogni settimana, o comunque entro un periodo circoscritto, un breve lasso di tempo al commento di una delle Sure iniziali e di una delle Sure finali del Santo Corano. Si tratterà di conversazioni volutamente brevi perché, non avendo a disposizione, né io né voi, il tempo necessario per dedicarci ai dettagli, mi accontenterò di presentarle come compendio. Ripeto, sono considerazioni senza la pretesa di essere definitive, sempre per evitare quel commento che nella realtà è poi mero riflesso delle nostre opinioni.
traduzione:Al-Islam.org