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Afghanistan: sgomento e condanna per strage terroristica a scuola sciita

23:58 - May 11, 2021
Notizie ID: 3486222
Tehran-Iqna- Nell'esplosione contro una scuola femminile alla periferia di Kabul hanno perso la vita oltre 85 persone, in maggioranza bambine e ragazzine, mentre più di 150 sono rimaste ferite

Afghanistan: sgomento e condanna per strage terroristica a scuola sciita

 

Continua a livello internazionale l'ondata di condanna per la strage terroristica contro una scuola appartenente alla comunità sciita in Afghanistan.

Organizzazioni internazionali, governi, autorità religiose, intellettuali e personalità del mondo culturale di mezzo mondo, in particolare nei paesi islamici, hanno espresso sgomento e condanna per quella che è stata definita come "la strage degli innocenti".

Nell'attacco, avvenuto ieri mattina alle porte della capitale Kabul, sono state martirizzate oltre 85 persone, in maggioranza bambine e ragazzine, mentre più di 150 sono rimaste ferite.

La strage è stata provocata dallo scoppio di razzi lanciati contro la scuola dagli attentatori. Nessun gruppo ha finora rivendicato l'attacco, anche se si suppone che la responsabilità del massacro sia da attribuire all'ala afghana dell'Isis, responsabile già in passato di attentati contro i civili sciiti in Afghanistan.

L'Emirato islamico dell'Afghanistan, guidato dal movimento dei Talebani, ha negato da parte sua ogni responsabilità nell'attentato, attribuendo la paternità dell'azione all'Isis.

In precedenza il governo afghano aveva puntato il dito proprio contro i Talebani, accusa smentita da questi ultimi che hanno invece accusato il governo filo-americano di Kabul di intrattenere rapporti di collaborazione con l'Isis.

Si ricorda che il movimento dei Talebani è in lotta sia contro il governo afghano che contro l'organizzazione terroristica dell'Isis.

La strage di bambini sciiti in Afghanistan è stata fortemente condannata anche dal governo e dalle autorità iraniane, tra cui la Guida Suprema della Rivoluzione islamica, l'Ayatollah Seyyed Ali Khamenei.

 

 

 

 

 

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