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Libano, il ricordo di Sheikh Ragheb Harb

23:58 - February 25, 2024
Notizie ID: 3490008
Iqna - Il martire Sheikh Ragheb Harb è stato uno dei fondatori della resistenza islamica in Libano

Libano, il ricordo di Sheikh Ragheb Harb

 

Il martire Sheikh Ragheb Harb nasce nella città di Jibshit, nel sud del Libano, nel 1952, da una famiglia religiosa e laboriosa. Nel 1969 si trasferisce a Beirut per completare i suoi studi religiosi, per poi recarsi a Najaf, in Iraq, dove continua i suoi studi.

Dopo un anno e mezzo torna in Libano a causa delle pressioni esercitate dal regime iracheno sui religiosi sciiti. Qui inizia la sua opera di predicazione, soprattutto verso i giovani. Sheikh Harb apprezza le preghiere del venerdì come un’opportunità per parlare con le persone, ascolta le loro lamentele, risponde alle loro domande e li fa conoscere i principi e le caratteristiche del vero Islam, ovvero un Islam impegnato che oltre agli aspetti di fede personali si occupa anche dei problemi della società.

In seguito fonda numerose istituzioni di beneficenza e culturali, tra cui la scuola “Alsharqiya” costruita da lui con l’aiuto della gente. Dal suo villaggio fonda il Fondo dei Martiri del Libano, un'istituzione che si occupa delle famiglie dei martiri creata prendendo a modello la Repubblica Islamica dell’Iran e grazie al contributo di quest'ultima.

Dopo la vittoria della Rivoluzione in Iran, e durante la prima preghiera del venerdì, si è rivolto ai fedeli dicendo: “Da questo pulpito, dichiariamo il nostro pieno sostegno alla benedetta Rivoluzione Islamica in Iran, e ci impegniamo a garantire la nostra lealtà al suo leader, l’Imam Ruhollah Khomeini, come leader dei musulmani, e da qui diciamo all’Imam Khomeini, siamo con te”.

Israele occupa il Libano

Nel 1982 Israele occupa il Libano con il sostegno occidentale e il silenzio arabo. E' qui che Sheikh Ragheb comincia con forza il suo cammino di resistenza. Al suo arrivo nel sud del paese invita le persone a pregare nella moschea nonostante l’occupazione, di conseguenza il numero dei fedeli aumenta di giorno in giorno. Iniziano i primi scontri tra il gruppo dell’agente israeliano Saad Haddad, e i combattenti guidate da Sheikh Ragheb.

Gli israeliani fanno irruzione più volte nella casa del religioso, per poi arrestarlo nel 1983. Viene detenuto presso il quartier generale dei servizi segreti, poi al centro di detenzione di Ansar e infine al centro dei servizi segreti di Tiro, dove viene torturato. La popolazione locale protesta massicciamente per il suo arresto costringendo Israele a rilasciarlo.

Sheikh Ragheb lavora per rafforzare sempre di più la resistenza all'occupazione israeliana e inizia a fornire sostegno finanziario e militare ai mujaheddin. Durante uno dei suoi sermoni afferma: “Non accetteremo mezze misure, chiunque tende la mano al nostro nemico gli diciamo: ‘O siete tutti con noi, o siete tutti con il nostro nemico”.

L’ultima preghiera di Sheikh Ragheb Harb risale al 16 febbraio 1984. Dopo aver recitato la supplica di Komeil la vigilia del venerdì, il religioso viene assassinato dai proiettili degli agenti al servizio di Israele. Il numero dei partecipanti al suo funerale è stato stimato in decine di migliaia.

 

 

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