Il Belgio sta emergendo come un focolaio di discriminazione anti-musulmana: nuovi dati mostrano che nove casi su dieci di pregiudizi religiosi nel paese hanno come bersaglio i musulmani.
Lo ha affermato Patrick Charlier, direttore del Centro interfederale per le pari opportunità (Unia) del Belgio. Charlier ha espresso seria preoccupazione circa la diffusa ostilità nei confronti dei musulmani, in particolare le donne velate, in settori quali occupazione, istruzione e alloggio.
Un rapporto pubblicato dall'Agenzia UE per i diritti fondamentali (FRA) dal titolo "Essere musulmani nell'UE: esperienze dei musulmani", evidenzia un aumento del sentimento anti-islamico in tutta Europa, con il Belgio che segnala alcune delle tendenze più preoccupanti.
Condotto tra ottobre 2021 e ottobre 2022 e basato su un campione di 9.000 musulmani in 13 paesi dell'UE, lo studio ha rilevato che quasi la metà degli intervistati dichiara di subire discriminazioni quotidianamente. In Belgio il 43% dei musulmani ha dichiarato di aver subito discriminazioni in materia di alloggio.
Charlier, che ha guidato Unia dal 1993, ha sottolineato che la discriminazione subita dai musulmani in Belgio non deriva solo dalla religione, ma anche da fattori quali il colore della pelle, l'origine etnica e lo stato di immigrazione.
"Per il Belgio, quando parliamo di credo religioso e filosofico, il 90% riguarda i musulmani. La stragrande maggioranza, nove casi su dieci, riguarda musulmani che subiscono discriminazioni, discorsi d'odio e crimini d'odio", ha affermato.
Secondo Charlier, gli episodi di discriminazione sono particolarmente gravi nel mondo del lavoro, dove le donne che indossano il velo sono spesso le vittime principali. Tra il 2017 e il 2023, Unia ha affrontato numerosi casi di discriminazione sul lavoro, insieme a incidenti sui social media e nelle scuole.
"I casi più notevoli riguardano il mondo del lavoro, con la maggior parte delle vittime donne, in particolare quelle che indossano il velo", ha osservato.
Charlier ha collegato l'attuale islamofobia al più ampio discorso xenofobo su migrazione e richiedenti asilo, che indirettamente prende di mira le comunità islamiche.
"Il discorso contro i richiedenti asilo e la migrazione non è sempre direttamente incentrato sui musulmani, ma spesso coinvolge stereotipi sui migranti musulmani provenienti da luoghi come Siria, Palestina e Afghanistan", ha spiegato, sottolineando che questi casi sono in genere classificati come xenofobia piuttosto che discriminazione religiosa.
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