"Ad aprile saro' a Teheran". Un mese
dopo la visita di Hassan Rohani in Italia, Matteo Renzi restituisce la cortesia e
annuncia di fronte ai giornalisti della stampa estera la sua missione in Iran,
gia' in agenda da tempo ma che non aveva ancora una data ufficiale. A gennaio
scorso, Italia e Iran hanno siglato 7 accordi istituzionali e 10 industriali e
firmato contratti per un valore di 17 miliardi di euro. "E' solo l'inizio
di un cammino - aveva detto Renzi durante la conferenza stampa con il
presidente iraniano - ma ci sono molti settori in cui possiamo e dobbiamo lavorare
di piu', dall'energia alla sanita'. E ci sono molte opportunita' per le piccole
e medie imprese".
Lo stesso Rohani ha presentato il suo paese come il "piu' sicuro e stabile
dell'intera regione, con leggi e regolamenti affdabili" e ha chiesto alle
aziende italiane di "intraprendere una collaborazione win-win, vincente
per tutti". Il presidente iraniano aveva chiesto alle imprese italiane di
"riempire gli spazi vuoti" spiegando che Tehran ha e' pronta ad
"accogliere investitori stranieri". In questo contesto l'Italia ha
una importanza particolare, disse Rohani annunciando via twitter che il premier
sarebbe stato in visita nel paese nei prossimi mesi.
Sono molti i grandi gruppi italiani che vedono nell'Iran una importante
opportunita' di business: da Eni, che ha storicamente mantenuto una sua
presenza nel Paese, a Finmeccanica, da Ansaldo a Fincantieri a Fs.