IQNA

24° anniversario del massacro alla Moschea Ibrahimi di Hebron

23:40 - February 26, 2018
Notizie ID: 3482616
Iqna - Domenica 25 febbraio i Palestinesi hanno ricordato il 24° anniversario del massacro alla Moschea Ibrahimi di Hebron, quando un colono israeliano aprì il fuoco contro i musulmani in preghiera, dell’alba di un giorno di Ramadan, trucidando 29 fedeli e ferendone altri 150, prima che fosse catturato ed ucciso dalla folla.

Domenica 25 febbraio i Palestinesi hanno ricordato il 24° anniversario del massacro alla Moschea Ibrahimi di Hebron, quando un colono israeliano aprì il fuoco contro i musulmani in preghiera, dell’alba di un giorno di Ramadan, trucidando 29 fedeli e ferendone altri 150, prima che fosse catturato ed ucciso dalla folla.

Il colono, un medico statunitense-israeliano identificato come Baruch Goldstein che risiedeva nella colonia ultra-fanatica di Kiryat Arba, a Hebron, entrò nella moschea mentre un gran numero di fedeli musulmani, principalmente anziani, stavano pregando, ed aprì il fuoco alla cieca con una mitragliatrice dell’esercito israeliano, provocando così il grande numero di morti e feriti.

Per peggiorare la situazione, i soldati israeliani, che si trovavano nelle vicinanze, chiusero le porte della moschea impedendo ai fedeli di scappare per salvarsi la vita. Impedirono anche alle persone esterne di entrarvi per aiutare ad evacuare i morti ed i feriti.

I residenti che volevano raggiungere la moschea e quelli all’interno si scontrarono con i soldati: ne risultò un ulteriore numero di morti e feriti, che portarono a 50 vittime a Hebron.

Come se non bastasse, subito dopo il massacro, Israele decise di punire le famiglie delle vittime e dei feriti, chiudendo la Città Vecchia di Hebron, dove si trova la moschea Ibrahimi, per sei mesi. Un comitato completamente israeliano formato per indagare sul massacro raccomandò, invece di punire i coloni ebrei, di dividere la moschea tra musulmani ed ebrei e di chiudere varie strade commerciali, tra le quali la famosa strada Shuhada, che rimane inaccessibile per i palestinesi fino ad oggi. Vennero istituiti anche posti di blocco dell’esercito e venne ristretto il movimento di palestinesi mentre i coloni israeliani continuarono a muoversi liberamente e senza limitazioni.

Le misure create dopo il massacro per punire le vittime sono ancora in vigore.

 

Agenzia stampa Infopal - www.infopal.it

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