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Il Sacro Corano e la sua protezione da qualsiasi alterazione - PARTE 4

10:59 - January 05, 2019
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Iqna - Questo testo tratta in maniera rapida ma esaustiva la questione della comparsa di tradizioni (ahadith) inventate, le reazioni di Sunniti e Sciiti nei confronti di tali tradizioni e le ipotetiche alterazioni e/o omissioni (tahrif) nel Sacro Corano.L’obiettivo del presente testo è quello di dimostrare che non è esistito alcun tahrif nel Sacro Corano

Il Sacro Corano e la sua protezione da qualsiasi alterazione - PARTE 4

Alcuni hadith a sostegno delle omissioni

Non è possibile illustrare dettagliatamente quanti presunti versetti, frasi e affermazioni andarono perduti al momento della compilazione del Sacro Corano; ecco però alcuni incredibili esempi:

1) Si suppone che il capitolo 33 del Sacro Corano, al-Ahzab, contenesse duecento o forse trecento versetti, andati tutti perduti eccetto i settantatre (in nostro possesso). L’affermazione sui duecento versetti è attribuita a Umm al-Mu’minin (la Madre dei Credenti) ‘Aisha.

“Narrò ‘Ubayd ibn al-Fadayl, e anche Ibn al-Anbari e Ibn Marduwayh, che ‘Aisha disse: “La Sura al-Ahzab si recitava ai tempi del Profeta con duecento versetti, ma quando ‘Uthman mise per iscritto il Sacro Corano, non poté trovare più di quello che esiste attualmente”1.

Ora abbiamo soltanto settantatre versetti in questa Sura.

Si dice che Huzayfah sostenesse che fossero andati perduti settanta versetti di questo capitolo2. Ma ‘Ubay ibn Ka’b disse che questa Sura era uguale o addirittura più lunga del secondo capitolo, al-Baqarah3. Anche ‘Ikrimah (un tabi’yin, discepolo dei Compagni) sosteneva la stessa cosa4.

Ora, la Sura al-Baqarah contiene duecentottantasei versetti. Questo significa che andarono perduti duecentotredici o più versetti, incluso il ‘famoso’ “versetto della lapidazione”5.

2) Si suppone che del nono capitolo, al-Tawbah, ne siano andati persi due-terzi o tre-quarti. Questo dato è attribuito a Hudhayfah al-Yamani6. “Fu chiesto all’Imam Malik perché questa Sura non iniziasse con la frase ‘Bismillah’. L’Imam rispose: ‘Andò perduta con la sua parte iniziale, in quanto è provato che essa avesse la stessa lunghezza della Sura al-Baqarah’”7.

Oggi abbiamo soltanto centoventinove versetti in questa Sura del Sacro Corano.

3) Abbiamo poi le patetiche sure al-Hafd e al-Khal’, le quali sarebbero state narrate da famosi Compagni come ‘Ubay ibn Ka’b e Abu Musa al-Ashari8, e che il Califfo ‘Umar ibn al-Khattab era solito recitare nel suo qunut9. Questo breve scritto non è adatto per dimostrare l’assurdità delle affermazioni contenute in queste presunte sure. Alcuni errori grammaticali dimostrano chiaramente che le persone che le inventarono non conoscevano bene l’arabo. E queste affermazioni sono state attribuite a Compagni arabi della statura di ‘Umar, ‘Ubay ibn Ka’b e Abu Musa al-Ash’ari!

A chiunque sia interessato a conoscere gli errori e la stoltezza di queste presunte Sure, consiglio di leggere la mia opera in arabo Nazaratun Musta’jilah fi Mas’alati Tahrif al-Qur’an o, meglio ancora, l’opera Ala‘u Rahman fi Tafsir al-Qur’an (vol. 1, pp. 23-24, Beirut) di Shaykh Muhammad Jawad al-Balaghi.

4) Si racconta di una Sura, al-Bara’ah, che sarebbe uguale alla nona, al-Tawba: Abu Musa al-Ash’ari, un Compagno del Profeta (S), disse: “Eravamo soliti recitare una Sura che era simile ad al-Bara’ah in lunghezza e severità; ma la dimenticai, e adesso posso ricordare soltanto questo versetto:

لو کان لابن ادم و ادیان من مال لابتغی ثالثاً و لا یملا جوف ابن ادم الا التّراب.

‘Se un figlio di Adamo troverà due valli piene di ricchezza, desidererà ancora una terza valle; e niente può saziare lo stomaco di un uomo eccetto la polvere’”10.

5) Si racconta anche di un’altra Sura. È stato detto che sempre Abu Musa al-Ash’ari disse: “Eravamo soliti recitare una Sura molto simile a una delle musabbihat11; l’ho dimenticata, ma di questa Sura ricordo ancora questo versetto:

یا ایها الذین امنوا لم تقولون ما لا تفعلون فتکتبون شهادة فی اعناقکم فتسألون منها یوم القیامة.

‘O voi credenti! Perché dite quello che non praticate? Questo sarà registrato come prova contro di voi e vi sarà chiesto al riguardo, il Giorno della Resurrezione’”12.

6) Si sostiene infine la perdita della maggior parte del Sacro Corano: esistono molte tradizioni nelle opere sunnite in cui si afferma che probabilmente il Sacro Corano aveva molte più informazioni di quelle che vi si trovano attualmente. Al-Tabarani narrò con una catena affidabile di narratori, da ‘Umar ibn al-Khattab, che egli aveva detto: “Il Sacro Corano possiede 1.027.000 lettere…”13

Ma il totale delle lettere di tutto il Sacro Corano non supera le 267.053, come riportato alla fine di molte delle sue edizioni. In altre parole, sarebbero andati persi tre quarti del Sacro Corano!

È stato narrato che il Compagno ‘Abdullah ibn ‘Umar disse: “Nessuno di voi dovrebbe dire: ‘Io possiedo il Sacro Corano completo’. Chi gli dice che è tutto il Sacro Corano? Senza dubbio molto del Sacro Corano è andato perduto. Farebbero meglio a dire: ‘Io possiedo quello che è rimasto di esso’”14.

Sfortunatamente gli hadith relativi a queste grandi e piccole omissioni sono attribuiti a molte personalità famose dell’Islam, come: Umm al-Mu’minin ‘Aisha, Umm al-Mu’minin Hafsa, Umm al-Mu’minin Umm Salama, ‘Umar ibn al-Khattab, ‘Abdullah ibn ‘Abbas, ‘Abdullah ibn Mas’ud, Abdur-Rahman ibn ‘Awf, ‘Abdullah ibn ‘Umar, Zaid ibn Arqam, Jabir ibn ‘Abdullah, Buraydah, Maslamah ibn Makhlad, Abu Waqid al-Laythi, e la zia di Abu Amamah ibn Sahl, oltre ai tabi’yin (discepoli dei Compagni) ‘Ikrimah e l’Imam Malik ibn Anas.

Queste tradizioni si trovano nelle più famose opere di tradizioni sunnite, incluse Al-Sihah al-Sittah (“i sei libri di tradizioni autentiche”): Sahih al-Bukhari, Sahih Muslim, Sunan Abi Dawud, Sahih al-Tirmidhi, Sunan al-Nas’ai, Sunan al-Bayhaqi; Musnad Imam Ahmad ibn Hanbal, Muwatta dell’Imam Malik, Tarikh di al-Bukhari, Fath al-Bair (Sharh Sahih al-Bukhari) di Ibn Hajar al-Asqalani, Kanz al-‘Ummal” di Mullah ‘Ali al-Muttaqi, Tafsir al-Durr al-Manthur e Al-Itqan di al-Suyuti, Jami’ al-Usul, Al-Muhadarat dell’Imam Raghib al-Isfahani, Jami’ al-Jawami‘, Hilyat al-Awliya di Hazif Abu Nu’aym e Al-Mustadarak ‘ala al-Sahihayn dell’Imam al-Hakim al-Nishapuri15.

 

 

  • 1. Al-Suyuti, Al-Durr al-Manthur, vol. 5, pp.179-180: Al-Suyuti, Al-Itqan, vol. 2, p. 25.
  • 2. Al-Bukhari, Al-Tarikh, secondo quanto citato da Suyuti nei libri precedenti.
  • 3. Az-Zamakhshari, Tafsir al-Kashshaf, vol. 2, (Calcutta,: Lees. 1856), p. 1117; Mulla Ali al-Muttaqi, Kanz al-‘Ummal.
  • 4. Al-Suyuti, Al-Durr al-Manthur, vol. 5, p. 179.
  • 5. Si tratta di un presunto “versetto” che avrebbe contenuto esplicitamente la punizione per chi avesse commesso zina’ (rapporti sessuali al di fuori del vincolo matrimoniale), e cioè la lapidazione. Per ulteriori informazioni, confrontare Sahih al-Bukhari, vol. 4, p. 179, 265; Sahih Muslim, vol. 3, p. 1317; Musnad Ahmad bin Hanbal, vol. 1 (Beirut: al-Maktab al-Islami, 1969), p. 40; Sunan Ibn Majah, vol. 2 (edizione del Cairo), p. 853; Muwatta dell’Imam Malik, vol. p. 623. (N.d.T.)
  • 6. Al-Suyuti, “Al-Durr al-Manthur”, vol. 3, p. 208; Al-Itqan, vol. 2, p. 26; Al-Hakim al-Nishapuri, Al-Mustadrak ‘ala al-Sahihayn, vol. 2 (Hyderabad: Dairat al-Ma’arif, 1340 AH), p. 331.
  • 7. Al-Suyuti, Al-Itqan, vol. 1, p. 65.
  • 8. Al-Suyuti, Al-Itqan, vol. 1, p. 65.
  • 9. Al-Suyuti, Al-Itqan, vol. 1, pp. 25-26.
  • 10. Al-Suyuti, Al-Durr al-Manthur, vol. 1, p. 105; Ibn al-Athir, Jami’ al-Usul, vol. 3 (Egitto; 1370 AH), p. 8, hadith n. 904.
  • 11. Musabbihat sono le Sura che iniziano con le parole yusabbih o sabbih.
  • 12. Jami’ al-Usul, vol. 3, p. 8.
  • 13. Al-Suyuti, Al-Itqan, vol. 2, p. 70.
  • 14. Al-Suyuti, Al-Itqan, vol. 2, p. 25; Al-Durr al-Manthur, vol. 1, p. 106.
  • 15. Per dettagli, cfr. Mir Hamid Husain al-Musawi al-Hindi, Istiqsaul-Ifham, vol. 2, alla sezione del tahrif del Sacro Corano.

 

 

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