Il governo austriaco, su iniziativa del Partito popolare di centro destra (OVP), sta preparando un controverso programma di sorveglianza sui musulmani, nel presunto tentativo di combattere il cosiddetto "Islam politico".
L'iniziativa, annunciata per la prima volta dal governo a gennaio, è vista come un proseguimento delle politiche anti-musulmane e anti straniere avviate sotto la precedente amministrazione di estrema destra.
In base al programma sarà istituito un centro di documentazione e sorveglianza delle realtà islamiche del paese, finalizzato a "combattere l'antisemitismo, il razzismo e l'estremismo motivato dalla religione". Il nuovo istituto condurrà un'azione di sorveglianza su elementi sospettati di "Islam politico".
L'annuncio ha suscitato molte critiche da parte di accademici, gruppi per i diritti civili e parlamentari del Green Party, anch'esso facente parte della coalizione di governo.
Secondo le informazioni disponibili fino a questo momento, il centro in questione prevede di tenere sotto osservazione tutte le moschee, le associazioni e le attività culturali islamiche.
L'unica iniziativa simile in Austria risale al 1963, quando fu istituito un centro per sorvegliare e combattere le formazioni neonaziste.
Anche per questo motivo la mossa del governo è stata denunciata da vari ambienti, che vedono in essa un tentativo di equiparazione tra Islam e nazismo.
Parlando con l'Agenzia Anadolu, il politologo e docente dell'Università di Georgetown, Farid Hafez, ha sottolineato che il Primo ministro austriaco Sebastian Kurz è noto per aver citato presunte ricerche accademiche nel tentativo di sostenere i suoi obiettivi politici. Secodo Hafez il centro in questione avrebbe condotto studi "scientifici" per servire il governo Kurz.
Il politologo ha aggiunto che il governo ha finora intenzionalmente evitato di fare chiarezza sul termine di "Islam politico", rendendo in questo modo più facile ogni futura limitazione delle attività islamiche nel paese.
Hafez ha ricordato che anche precedenti chiusure di moschee e i divieti di indossare il velo erano stati associati all'Islam politico. Di conseguenza, con questa logica, qualsiasi istituzione, persona o attività religiosa potrebbe essere associata all'Islam politico e soggetta a varie restrizioni e ostacoli, ha aggiunto l'accademico.
Egli ha inoltre fatto presente che Lorenzo Vidino, uno degli esperti alla guida del centro di osservazione sull'Islam, ha definito i presunti "islamisti politici" come gruppi non violenti, che agiscono secondo la legge ma in modo dannoso per la società.
Il fatto che i musulmani abbiano un'organizzazione indipendente o autogestita nel loro campo è considerato pericoloso da Sebastian Kurz e dal suo team, ha sottolineato Hafez, aggiungendo che il governo desidera che i musulmani agiscano sotto la direzione di entità controllate dallo stato e non in modo autonomo.
Il presidente del partito Social Austria of the Future (SOZ), Hakan Gordu, ha anche affermato che il centro di documentazione ed osservazione sull'Islam finirà per attaccare i valori islamici e sarà guidato da personaggi di parte, aggiungendo che tutto ciò è stato programmato per servire gli obiettivi politici di Kurz.
Gordu ha aggiunto che d'ora in po il governo potrebbe facilmente etichettare una persona o un'istituzione con il termine di "Islam politico".
"Una persona interessata alla politica e che difende i diritti dei musulmani può essere considerata come una manifestazione di Islam politico ai loro occhi. È una situazione molto pericolosa che potrà essere usata per mettere a tacere e reprimere queste persone".