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Arabia saudita: regime uccide tramite decapitazione giovane sciita

6:59 - September 12, 2021
Notizie ID: 3486630
Tehran-Iqna- Le autorità dell'Arabia Saudita hanno annunciato di aver giustiziato la scorsa settimana un giovane sciita originario della provincia di al-Qatif, nella regione orientale del paese

Arabia saudita: regime uccide tramite decapitazione giovane sciita

 

Le autorità dell'Arabia Saudita hanno annunciato di aver giustiziato la scorsa settimana un giovane sciita originario della provincia di al-Qatif, nella regione orientale del paese.

Adnan al-Charfa era stato arrestato nel 2014 durante una manifestazione a sostegno dei diritti del popolo del Bahrein, dove dal 2011, sulla scia delle cosiddette primavere arabe, era in corso un movimento di protesta contro il regime di Manama, alleato dell'Arabia Saudita.

Secondo i media locali, il giovane sciita è stato giustiziato tramite decapitazione senza che i suoi familiari venissero informati e senza la possibilità di vederlo per un'ultima volta.

In base a quanto riportato dall'agenzia ufficiale saudita SPA, Adnan è stato condannato per traffico di armi, partecipazione a una cellula terroristica e per aver aperto il fuoco sul quartier generale delle forze di sicurezza.

Molte organizzazioni per la difesa dei diritti umani però non accettano la versione ufficiale fornita dalle autorità saudite.

Tra queste, il Comitato per la Difesa dei Diritti Umani nella Penisola Araba ha dichiarato in una nota che la confessione della vittima è stata estorta sotto tortura. L'organizzazione ha accusato il regno saudita di aver liquidato persone innocenti usando accuse false attraverso processi farsa.

Anche Amnesty International ha condannato l'esecuzione, affermando di temere che altri prigionieri di coscienza subiscano la stessa sorte. "Il regno ha già giustiziato più di 40 persone nella prima metà dell'anno", ha rivelato il direttore del dipartimento per il Medio Oriente dell'organizzazione.

L'Organizzazione Euro-Saudita, dal canto suo, ha affermato che la morte del giovane al-Charfa solleva timori per la vita di altri 40 detenuti nelle carceri saudite.

L'esecuzione al-Charfa è stata condannata anche da organizzazioni dell'opposizione del Bahrein, compresa l'organizzazione Americans for Democracy and Human Rights in Bahrain secondo cui l'uccisione del giovane costituisce "una violazione degli accordi e delle norme internazionali così come una violazione del diritto alla libertà di espressione ed a un processo equo".

La Coalizione giovanile della Rivoluzione del 14 febbraio, una delle principali forze d'opposizione del Bahrein, ha condannato in un comunicato stampa il regime saudita accusato di perseguire "la sua sanguinaria politica Daesh (Isis) Wahhabita", e che "rivela la complicità degli Stati Uniti e la menzogna di Biden che si dichiara il protettore della libertà nel mondo".

Le regioni orientali dell'Arabia Saudita, in particolare le provincie di Qatif e Ihsa, abitate in prevalenza da musulmani sciiti, sono teatro di manifestazioni di protesta popolare dal 2011 quando, sulla scia della cosiddetta primavera araba, la popolazione locale ha iniziato ad esprimere il proprio malumore contro le discrimazioni del governo saudita.

Gli abitanti della zona chiedono al governo pari diritti sociali e politici, oltre che la libertà di praticare le proprie funzioni religiose.

Le autorità saudite hanno risposto alle proteste con la repressione, uccidendo decine di persone ed arrestandone migliaia.

 

 

 

 

 

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