I partecipanti ad un webinar organizzato in Iran hanno sottolineato che le donne della resistenza manterranno fede alla promessa di restare salde sul cammino del martire Seyyed Hasan Nasrallah, l'ex segretario generale di Hezbollah.
Il seminario online, intitolato "Seyyed Hasan Nasrallah, Scuola Eterna", è stato organizzato dal World Forum for Proximity of Islamic Schools of Thought (WFPIST).
Al webinar sono intervenute diverse donne musulmane da paesi come Libano, Pakistan, Indonesia, Iraq, Yemen e Siria.
Nel suo intervento, Raghida al-Misri dal Libano ha affermato che le donne della resistenza libanese rimarranno fedeli alla linea di Nasrallah, qualunque cosa accada.
"Anche se le nostre case vengono distrutte, restiamo nella nostra terra e ci opponiamo al nemico occupante", ha affermato.
Al-Misri ha aggiunto che il percorso di Nasrallah e della sua seerah continuerà a essere seguito.
Un'altra partecipante, la siriana Fatemeh Azadimanesh, ha descritto Nasrallah come un leader cresciuto nella scuola dell'Imam Hosein (AS) che ha implementato gli insegnamenti dell'Imam Hosein (AS) nella sua vita.
Secondo Azadimanesh il suo martirio ha illuminato il cammino della resistenza e ha dato energia e motivazione ai combattenti della resistenza.
Wauda Zeynab Tursani dall'Indonesia ha offerto le condoglianze per il martirio di Nasrallah affermando che era una grande figura che ha combattuto per la giustizia e la pace.
"La sua leadership è fonte di ispirazione per tutte le generazioni", ha osservato.
Tursani ha inoltre sottolineato il ruolo delle donne nella continuazione del suo cammino, dicendo che le donne sono i pilastri della resistenza.
Le altre partecipanti al webinar hanno approfondito diversi aspetti del carattere e della leadership di Nasrallah, definendolo un'ispirazione per tutte le persone oppresse del mondo.
Tra massacri di civili e omicidi mirati continua la marcia sanguinaria del folle e criminale regime sionista. Falliti gli obiettivi sul campo, Israele compensa il fallimento massacrando e distruggendo tutto ciò che gli viene a portato di mano. Senza voler nascondere le pesanti perdite causate ai vari movimenti dell’Asse della Resistenza, dopo un anno di stragi e devastazioni Israele non ha raggiunto nessuno dei suoi obiettivi. L’ultima “consolazione” del regime è stata l’uccisione giovedì del comandante di Hamas, Yahya Sinwar.
Il capo di Hamas è stato ucciso in uno scontro a fuoco con Israele nella città di Rafah, a Gaza, ha confermato il capo di Hamas a Gaza, Khalil Hayya. Parlando in un discorso televisivo, Hayya ha commemorato la memoria del martire caduto, Yahya Sinwar, descrivendolo come risoluto, coraggioso e intrepido. “Sinwar ha sacrificato la sua vita per la causa della nostra liberazione. Ha incontrato la sua fine stando coraggiosamente a testa alta, impugnando la sua arma da fuoco, sparando fino all’ultimo respiro, fino all’ultimo momento della sua vita“, ha dichiarato il funzionario di Hamas.
Sinwar ha vissuto tutta la sua vita da combattente. Fin dai suoi primi giorni, è stato impegnato nella sua lotta come combattente resistente. È rimasto ribelle dietro le sbarre israeliane e dopo il suo rilascio durante uno scambio di prigionieri, ha continuato la sua lotta e la sua dedizione alla causa.