Sheikh Sultan Bin Mohammed Al Qasimi, membro del Consiglio supremo e sovrano di Sharjah, ha inaugurato l'esposizione.
La mostra offre un viaggio culturale e storico che abbraccia 1.300 anni di storia dei manoscritti coranici e della calligrafia araba attraverso l'esposizione di reperti che fanno parte della collezione privata di Abdul Rahman bin Mohammed Al Owais, ministro della Salute e della Prevenzione degli Emirati Arabi Uniti.
La collezione, curata meticolosamente per oltre due decenni, riflette la diversità di stili e tradizioni culturali e artistiche della calligrafia araba e islamica e mette in luce l'influenza reciproca tra queste tradizioni, che vanno dalla Cina all'Andalusia.
Il sovrano di Sharjah ha visitato le varie sezioni della mostra, che presentano 81 manoscritti coranici esposti per la prima volta. Questi manoscritti celebrano l'eredità della calligrafia araba e il valore estetico dei manoscritti coranici in diverse epoche e nazioni e rappresentano squisiti esempi di produzione coranica, tra cui scrittura, conservazione, decorazione, rilegatura e colorazione.
Ha visitato le sette sezioni della mostra, che riflettono diversi periodi storici di manoscritti e pagine coraniche in diverse dimensioni, scritture e ornamenti islamici. Queste sezioni mostrano l'evoluzione della calligrafia araba e islamica nel corso dei secoli.
Le sezioni della mostra includevano temi come: "Dal testo all'arte: i primi secoli islamici", "L'arte della scrittura in un'era di cambiamenti: dal X al XIII secolo", "Andalusia e Nord Africa: la tradizione occidentale", "Disegni imperiali: Iran, India e Turchia" e "La stirpe dei calligrafi: tradizioni della scrittura ottomana".
Al Qasimi ha anche ascoltato spiegazioni dettagliate degli oggetti della mostra, tra cui l'evoluzione dei manoscritti coranici, come il Corano blu scritto in oro su pergamena tinta indaco e altri commissionati da personaggi di spicco dell'epoca. Inoltre, ha visto manoscritti che evidenziavano la bellezza della calligrafia islamica e i diversi metodi utilizzati nella trascrizione coranica. Questi manoscritti esprimevano caratteristiche regionali e una base culturale condivisa. Gli script esposti spaziavano da Muhaqqaq, Ta’liq, script marocchini nelle loro varie forme, Naskh, Ruq’ah, Rayhan, Thuluth e altri.
https://iqna.ir/en/news/3490772