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Custodire il cuore: un filosofo spiega la taqwa dopo il Ramadan

23:58 - April 18, 2025
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Tehran-Iqna- Con la fine del mese sacro del Ramadan, molti musulmani in tutto il mondo si trovano ad affrontare una preoccupazione comune: come preservare l'elevazione spirituale sperimentata durante il periodo di digiuno.

Custodire il cuore: un filosofo spiega la taqwa dopo il Ramadan

 

Il filosofo islamico iraniano Esmaeil Mansouri Larijani crede che la risposta risieda in una comprensione e pratica più profonda della taqwa.

"La taqwa non significa solo astenersi da cibo e bevande", afferma Mansouri. "Significa porsi sotto la tutela di Dio. È uno stile di vita radicato nella costante consapevolezza del Divino".

Citando il versetto coranico "O voi che credete, il digiuno vi è prescritto... affinché possiate raggiungere la taqwa", Mansouri spiega che l'obiettivo finale del digiuno è trasformare il cuore in un santuario per Dio.

"Quando diciamo ittaqū Allāh – solitamente tradotto come 'temere Dio' – significa più propriamente 'preservare Dio dentro di sé'. Si tratta di custodire la presenza divina nel cuore".

Secondo Mansouri, il Ramadan offre un'opportunità unica per la purificazione interiore. "I nostri cuori, che un tempo erano corridoi per desideri mondani e sussurri satanici, diventano il santuario di Dio durante questo mese", afferma. "Abbiamo purificato la casa della nostra anima e ora il nostro compito è proteggerla".

Citando l'Imam Sadiq (AS) — "Il cuore è il santuario di Dio; non permettere a nient'altro che a Dio di dimorarvi" — mette in guardia dal permettere alle distrazioni e alle tentazioni mondane di reclamare lo spazio spirituale liberato durante il Ramadan.

Per illustrare questo punto, Mansouri ricorre all'analogia dell'agricoltura: "Il Ramadan è come piantare un seme. Il resto dell'anno è il momento di proteggere, annaffiare e nutrire quel seme finché non porta frutto. Se lo trascuriamo ora, rischiamo di perdere tutto ciò che abbiamo guadagnato".

Sottolinea che mantenere la taqwa richiede una costante consapevolezza di sé. "Ognuno sa cosa lo lega veramente", spiega. "Se fama, ricchezza o rabbia continuano a tormentarvi dopo il Ramadan, significa che non vi siete ancora liberati".

Mansouri suggerisce anche strumenti spirituali pratici: il frequente ricordo di Dio attraverso i nomi divini, la riflessione costante e la vicinanza ai testi devozionali. Tra le invocazioni raccomandate ci sono "Ya Rahman, Ya Rahim" e "Ya Hannan, Ya Mannan", da ripetere quotidianamente. Consiglia ai lettori opere classiche come Tazkirat al-Muttaqin e Taziyaneh-ye Solouk per ulteriori spunti di riflessione.

In conclusione, sottolinea che la spiritualità dovrebbe diventare uno stile di vita. "Essere con Dio è la forma più dolce di gioia", afferma. "Altri piaceri svaniscono, ma la gioia del ricordo divino si fa più profonda con il tempo".

 

 

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